Tir in superstrada contromano per 8 km, maxi intervento della Polizia
- Postato il 3 giugno 2025
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- Di Virgilio.it
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Poteva finire malissimo, e invece – per una volta – siamo qui a raccontare una storia con il fiato sospeso, ma senza morti, feriti e lamiere accartocciate. Solo paura. Tanta paura. Perché percorrere 8 chilometri contromano su una superstrada con un Tir carico di materiali edili non è proprio una marachella. È successo all’alba del 30 maggio 2025, in provincia di Grosseto, sulla Siena-Grosseto.
Nella carreggiata sbagliata
Erano da poco passate le 6:30 quando un camionista 44enne, originario della Tunisia e regolarmente in possesso della patente, ha preso lo svincolo di Civitella in Val di Chiana, verso sud, infilandosi però nella carreggiata sbagliata. Non quella per andare verso Grosseto, bensì quella opposta, dove le auto vanno verso Siena. Il mezzo è un grosso autoarticolato, diretto dal Nord Italia alla Sicilia, e sta trasportando materiali da costruzione.
A quel punto è iniziata la follia: otto chilometri in contromano, su una superstrada a scorrimento veloce, con corsie larghe, rettilinei, auto sfreccianti e nessuna possibilità di inversione. Chi si è trovato davanti quel Tir se lo ricorderà a lungo: fari puntati addosso, una mole enorme nella direzione sbagliata. Un muro in arrivo. È solo grazie al traffico ancora scarso dell’alba se il peggio è stato scongiurato.
Per fortuna qualcuno ha fatto più che suonare il clacson. Un automobilista ha chiamato la Polizia Stradale, brava a intervenire in modo rapido e coordinato. Gli agenti si sono mossi subito, organizzando manovre preventive per mettere in sicurezza gli altri conducenti e intercettando il camion all’altezza dello svincolo di Paganico, dove sono riusciti a bloccarlo senza incidenti. Una manovra delicata, rischiosa, andata a segno.
Le conseguenze
Una volta fermato il mezzo, gli agenti hanno identificato il conducente: 44 anni, tunisino, regolare licenza. È stato sottoposto all’alcoltest: esito negativo. Non era ubriaco, né sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe semplicemente confuso all’imbocco dello svincolo, prendendo la carreggiata nord invece di quella sud. Un errore gravissimo, ma – a quanto pare – non volontario. Le conseguenze immediate sono due: la patente è stata ritirata sul posto, mentre il Tir si è salvato dal sequestro, almeno per ora. Saranno ulteriori accertamenti a stabilire se ci siano profili penali o se l’uomo potrà, con il tempo, riprendere la sua attività. Intanto, però, resta l’enormità dell’accaduto: otto chilometri in contromano sono un’eternità, specie se ci pensi a posteriori.
Ancora una volta, la sorte favorevole ci ha messo lo zampino. Tuttavia, è insufficiente. Cosa sarebbe successo, infatti, se ci fosse stato traffico? Se invece delle 6:30 fosse stato l’orario di punta delle 8? Se un’auto non avesse fatto in tempo a spostarsi? Sono domande legittime. Perché questi episodi costituiscono delle mine vaganti prossime a scoppiare, e quando non lo fanno è giusto una questione di fortuna.
Va detto: in questo caso il sistema ha retto. Gli automobilisti hanno reagito in modo lucido, la Polstrada ha agito in tempo, e la tragedia è stata evitata. Ma ogni episodio simile riapre il tema dei controlli sugli svincoli, della necessità di segnalazioni più chiare, magari integrate da tecnologie che avvisano in automatico chi sta sbagliando. Perché bastano pochi secondi per rovinare una vita. O tante.