Torino, nuova ondata di occupazioni studentesche in solidarietà con la Palestina
- Postato il 6 ottobre 2025
- Scuola E Formazione
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Una nuova settimana di mobilitazione attraversa le scuole torinesi, con un’ondata di occupazioni e assemblee permanenti promosse dagli studenti in solidarietà con la Palestina. Dopo i primi segnali di protesta della scorsa settimana, il movimento non si ferma: dal liceo Berti al D’Azeglio, dal Regina Margherita al Santorre di Santarosa, diverse scuole hanno deciso di proseguire con iniziative di autogestione, assemblee e occupazioni.
Anche al liceo Alfieri si discute con la dirigenza su come impostare i prossimi giorni, mentre al convitto nazionale Umberto I — occupato per la prima volta nella sua storia ultracentenaria — la dirigente ha definito l’iniziativa come “la prima occupazione della storia della scuola”.
A Pinerolo, il liceo G.F. Porporato si è unito al movimento, mentre nel capoluogo piemontese la lista delle scuole coinvolte continua ad allungarsi. Alle mobilitazioni di istituti come Galfer, Gioberti ed Einstein, già protagonisti la scorsa settimana, si aggiungono ora quindi il Berti, il Regina Margherita, il Giulio, il Convitto Umberto I e il Santorre di Santarosa.
In molti casi, gli studenti spiegano di voler esprimere la propria solidarietà alla popolazione palestinese e alla nuova flottiglia in viaggio verso Gaza. “È un gesto simbolico, ma anche politico — raccontano alcuni rappresentanti delle assemblee — vogliamo che la scuola resti un luogo di confronto e di consapevolezza”. Al Regina Margherita la protesta è indirizzata anche contro le politiche del ministro Valditara.
La protesta si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni che nelle ultime settimane ha coinvolto scuole e università in tutta Italia, con sit-in, assemblee e manifestazioni di piazza. A Torino, gli studenti ribadiscono la volontà di mantenere le iniziative pacifiche e autogestite, ma di proseguire fino a quando — dicono — “non sarà possibile ignorare ciò che sta accadendo in Palestina”.
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