Tormenta nel Pd: Prodi attacca Schlein sulla democrazia, la resa dei conti dopo Regionali e referendum

  • Postato il 2 novembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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C’è qualcosa che non va in via del Nazareno, la sede romana del Pd. Elly Schlein è nervosa, vede i riformisti bussare alla sua porta.

Non solo, ma anche il big per eccellenza non ha un buon  feeling con la segretaria. Parliamo di Romano Prodi, l’uomo inventore dell’Ulivo, la persona a cui la sinistra dovrebbe abbeverarsi.

Invece, c’è freddezza con lui, almeno per la parte più progressista del Partito è del Paese. In tv, dinanzi a decine di migliaia di persone che seguono il programma, lancia una freccia a dir poco avvelenata contro il vertice dei dem: “Posso dare consigli anche se non mi sono richiesti”. Parole chiare su cui non si possono nutrire dubbi. Vuol dire che nessuno dei grandi, in primo piano la Schlein, si rivolge a lui, considerato il Verbo.

Inutile parlare di attacco alla democrazia che non esiste, nè di un Paese che rifugge la democrazia. “Sono concetti che non attraggono la gente che stenta ad arrivare alla fine del mese”, sostiene. “Sono altri i temi che scuotono la gente di sinistra. Ad esempio il salario minimo, gli stipendi che non reggono più l’inflazione”.

Il dado è tratto

Tormenta nel Pd: Prodi attacca Schlein sulla democrazia, la resa dei conti dopo Regionali e referendum , nella foto Paolo Gentiloni
Tormenta nel Pd: Prodi attacca Schlein sulla democrazia, la resa dei conti dopo Regionali e referendum (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Quindi,  il dado è tratto: si deve cambiare registro se si vuole un giorno battere la destra. Goffredo Bettini,  (uomo di punta del Pd favorevole alla riforma delle carriere) esprime con chiarezza il suo pensiero: “Molti a sinistra la pensano come me, però sarebbe inutile e dannoso creare una nuova corrente”. Sorride: “Ce ne sono già troppe”.

Insomma, è una sinistra ondivaga, malata di una indecisione che fa solo il bene della destra. Non per niente molti commentatori di prestigio ritengono che è proprio questa sinistra la migliore sostenitrice della maggioranza di governo.

I favorevoli alla linea della sinistra non ci sentono perchè sono convinti che la “rivoluzione” della Schlein (più progressista) sia quella giusta. “Non per caso alle europee abbiamo superato il 24 per cento delle preferenze facendo un grande balzo in avanti”, si ricorda agli scettici.

Il futuro del Pd

L’albero del partito va scosso, dunque: in quale direzione? Ecco il grande interrogativo in cui si dibatte il partito. Da una parte gli oltranzisti fedelissimi della segretaria, dall’altra i nostalgici, coloro che vorrebbero tornare indietro senza abbandonare il campo in cui vivono.

A proposito di campo, come sta in salute quello  “largo” voluto a tutti i costi dalla Schlein? Cammina a tre cilindri come quelle macchine che hanno il carburatore guasto. In politica estera, non c’è una linea comune soprattutto per quel che riguarda le guerre e il riarmo.

Per i problemi che assillano il nostro Paese, i 5Stelle sono drastici e attaccano a tutto spiano il governo, mentre i riformisti del Pd sono più cauti, se volete più diplomatici. Il senatore  dei 5Stelle Stefano Patuanelli non ha dubbi: “Se al referendum vince il no, Giorgia Meloni se ne deve andare”, sostiene. È la linea di Giuseppe Conte che vuole dimostrare di essere un intransigente, lui il vero e unico leader della sinistra.

Già, ma allora che cosa succederà in Campania, dove si voterà alla fine del mese? Roberto Fico è il candidato della sinistra, un grillino doc, ex presidente della Camera. È certo della sua vittoria, l’avvocato del popolo è con lui ed è anche sicuro che Vincenzo De Luca, l’uomo che non la manda a dire, percorrerà la stessa strada.

Se non fosse cosi?   Se la destra, capitanata da Edmondo Cirielli, campano dalla testa ai piedi, dovesse ribaltare i pronostici? In via del Nazareno non prendono in considerazione questa ipotesi, perché a Napoli e dintorni si stravincerà come in Puglia.

È già campagna elettorale innanzitutto per il referendum sulla riforma della giustizia. I magistrati hanno formato un comitato e si batteranno allo spasimo per far trionfare il no.

Francesco Sisto, vice ministro della giustizia considera questa iniziativa una vergogna, Carlo Nordio, il guardasigilli, preferisce guardare al futuro affermando con forza che non si dimetterà se la separazione delle carriere verrà respinta dal voto popolare.

Un altro ex magistrato. Giancarlo de Cataldo, è tranchant: “I sovranisti vogliono stravolgere l’assetto costituzionale”.

Per farla breve, la guerra fra i due schieramenti è appena cominciata e non si potrà pensare ad una tregua fino a che i risultati del referendum non daranno il loro responso.

Per allietare la domenica (pur essendo questa dedicata alla commemorazione dei defunti), meglio pensare alle soddisfazioni che ci dà quello sport chiamato tennis. Jannik Sinner vuole tornare ad essere il numero uno del mondo. Una chiara risposta ai tanti tifosi italiani che non hanno gradito la sua fuga dalla Coppa Davis.

Una questione di soldi o di stanchezza? Speriamo non sia stato il vile danaro a fargli prendere quella decisione poco apprezzata.

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Blitz

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