Torna l’edizione autunnale di Mercanteinfiera con mille espositori
- Postato il 13 ottobre 2025
- Di Panorama
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Goethe diceva che i collezionisti sono persone felici. E forse proprio questo aspetto ha contribuito al successo del Mercanteinfiera, il grande appuntamento internazionale dedicato all’antiquariato, al collezionismo e al design d’autore. Giunta alla sua quarantaquattresima edizione, la mostra-mercato attende oltre 6mila buyer da tutto il mondo grazie a un percorso espositivo che conta mille espositori tra Italia ed estero. “Il collezionismo autentico non nasce dal possesso, ma dalla relazione”, ha spiegato Ilaria Dazzi, brand manager di Mercanteinfiera, “Chi colleziona non lo fa per accumulare, ma per interpretare. Un oggetto entra in collezione quando tocca qualcosa di profondo, quando innesca un dialogo con la nostra identità e con il tempo. Il collezionista è una figura in bilico tra impulso e metodo, spinto da un desiderio di significato che non tutti comprendono. Per alcuni è una mania, per altri una forma di conoscenza. Di certo è un modo per resistere alla dispersione, per ordinare la complessità, per creare connessioni tra epoche, culture, linguaggi”. In quest’ottica, il salone, in cartellone fino a domenica 19 ottobre, diventa un osservatorio culturale, dove oggetti, saperi e storie si intrecciano. Tra moda, design, modernariato e collezionismo, a Parma si parla di saperi passati da raccontare e tramandare. Non è dunque un caso che gli eventi collaterali siano tutti in questa direzione. Quattro le esposizioni speciali, che accompagnano l’edizione autunnale del Mercanteinfiera: Il libro dei libri. Bibbie antiche, tra splendore e devozione; Da ogni capo del mondo: racconti, popoli, vicende attraverso il cappello; L’Archivio Vivo di Antonio Colombo: Arte, Ciclismo e Design e Omaggio a Bruno Pizzul.
Cinque secoli di Bibbia in mostra
Realizzata in collaborazione con Video Type e con i testi a cura di Luca Cena, Il libro dei libri. Bibbie antiche, tra splendore e devozione è un’esposizione che accompagna attraverso la storia dei libri sacri, mostrando capolavori straordinari a partire dalla Biblia Latina cum postillis Nicolai de Lyra, stampata a Venezia da Ottaviano Scoto nel 1489. Seguono la La Biblia Breves in Eadem Annotatione, prima edizione critica cinquecentesca e il capolavoro gotico del Missale Romanum, che confluiscono nell’arte della Miniature Bible, edizione alta solo 45 millimetri con 876 pagine e 28 illustrazioni, realizzata in onore dell’incoronazione di re Giorgio V. A chiudere il percorso, i Libri della Genesi ed Esodo, stampati in arabo nel 1876 a Beirut, che rappresenta un testo ponte tra civiltà, tradotto e trasmesso da studiosi, missionari e intellettuali.
Storia del cappello tra etnografia e moda
C’è un filo conduttore che unisce un elmo samurai giapponese del periodo Edo alla paglietta da cerimonia disegnata da Elsa Schiaparelli negli anni Sessanta. Il capello ha un ruolo in tutte le culture e Mercanteinfiera ne indaga il ruolo con Da ogni capo del mondo: racconti, popoli, vicende attraverso il cappello. Realizzata in collaborazione con la curatrice Martina Barison, la mostra svela curiosità e vezzi dell’arte del copricapo attraverso un percorso di 40 oggetti, tra cui i copricapi dei Kayapó dell’Amazzonia, la cappelliera originale Borsalino e la berretta cardinalizia appartenuta a Papa Giovanni XXIII, giusto per citarne solo alcuni. “Abbiamo voluto che ogni cappello raccontasse non solo un tempo o un luogo, ma anche un’emozione, una tensione, un’aspirazione”, ha sottolineato Barison, “Non è folclore esotico: è un museo portatile delle culture, in cui le distanze si accorciano e le differenze si affermano attraverso la potenza visiva di un oggetto. L’ambizione è guardare oltre l’etnografia, aprendo un orizzonte che abbraccia moda, cinema e design contemporaneo. Cappelli che diventano opere d’arte, capaci di entrare nelle grandi maison e nell’immaginario del nostro tempo. Il cappello non passerà mai di moda, non morirà mai. È un testimone silenzioso, un segno di resistenza”, conclude Barison”.
Arte, ciclismo e design
C’è l’essenza del Made in Italy più autentico nella retrospettiva L’Archivio Vivo di Antonio Colombo. Arte, ciclismo e design. Sotto i riflettori, c’è il percorso imprenditoriale della famiglia Colombo a partire dal capostipite Angelo Luigi che nel 1919 inizia come produttore di tubi d’acciaio. L’azienda si distingue per la sua capacità innovativa, tanto da partecipare alla VI Triennale di Milano, dove ottiene in esclusiva da EMBRU la produzione di mobili di Marcel Breuer. Tra il ’46 e il ’50 i tubi della A.L. Colombo vanno a formare il telaio delle auto da corsa Maserati e Ferrari, portate alla vittoria da Fangio, Ascari e Villoresi. I tubi per bicicletta continuano in questi anni a rappresentare il terreno ideale per la sperimentazione in campo meccanico e metallurgico. Ed è così che nel 1977 nasce il marchio Columbus, guidata Antonio Colobo, che firma i successi su pista di Coppi, Anquetil, Baldini, Rivière e poi Bracke, Ritter, Merckx, Moser e Oersted, per citarne solo alcuni.
La voce del calcio
Con Omaggio a Bruno Pizzul, Mercanteinfiera ricorda il telecronista sportivo più amato di sempre. Realizzata in collaborazione con la famiglia Pizzul, la mostra ripercorre la biografia e la carriera del giornalista attraverso una serie di oggetti e i ricordi del figlio Fabio, che sottolinea, “Questi oggetti lo raccontano meglio di tante parole. Lui non collezionava oggetti, ma libri, perché diceva sempre che se uno legge, sa raccontare”. A rendere omaggio a Pizzul anche le testimonianze di big come l’allenatore di Milan e Real Madrid, Fabio Capello; dell’ex-giocatore Eraldo Pecci e dei giornalisti Luca Ponzi e Stefano Bizzotto.