Tornano le Giornate d’Autunno del FAI. 10 luoghi nella natura da vedere per sostenere il Fondo per l’Ambiente
- Postato il 10 ottobre 2025
- Turismo
- Di Artribune
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Era il 1975 quando Giulia Maria Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli decisero di fondare il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano con l’obiettivo di andare a recuperare quei luoghi di grande fascino, ma caduti in disgrazia, di cui l’Italia era ed è ancora piena. Oggi, cinquant’anni dopo, il Fondo può dire di aver salvato 75 beni, di cui 59 aperti al pubblico (e visitati solo l’anno scorso da più di un milione di persone) e 16 in restauro, con migliaia di altri spazi valorizzati e oltre 300mila iscritti. Dai castelli alle ville, dai parchi alle abbazie, il FAI ha recuperato “85.000 metri quadrati di edifici storici e 8,6 milioni di metri quadrati di paesaggio”, ricorda il direttore generale Davide Usai. Come ogni anno, questi tornano a disposizione del pubblico per un fine settimana: le Giornate FAI d’Autunno. Del gran numero di luoghi unici aperti al pubblico nel weekend dell’11 e 12 ottobre 2025 (qui l’elenco completo per la quattordicesima edizione), ne abbiamo selezionati dieci, immersi nella natura e in alcuni casi riaperti da poco, che meritano una visita (andando anche a supportare l’ente).
L’eremo di Sant’Onofrio al Morrone o Celestino V (Sulmona, Abruzzo)

È alle pendici del Monte Morrone, in una spettacolare posizione a strapiombo sulle rocce, il grande eremo di Sant’Onofrio al Morrone o Celestino V. A cinque chilometri dal centro storico di Sulmona (percorribili in questi giorni con navetta gratuita), l’eremo fu fondato per volere di Pietro da Morrone nell’ultimo decennio del XIII Secolo: qui il monaco condusse una vita eremitica fino all’elezione al soglio pontificio come Celestino V. Nel 2020, vinto il premio speciale “Italia sopra i 600 metri” dei Luoghi del Cuore FAI, l’eremo si è aggiudicato 20mila euro per il restauro degli affreschi del XIII-XV Secolo della Cappella. Da vedere insieme alle suggestive celle originali e alla terrazza panoramica sulla valle Peligna.
L’Orto Botanico di Modena

Fondato nel 1758 dal duca Francesco III d’ Este accanto al parco ducale, l’Orto Botanico di Modena è incluso dal 1772 nella giurisdizione dell’Università. Luogo storico e di ricerca, noto per le sue collezioni di piante vive, ospita serre, aiuole geometriche, vasche per piante acquatiche e ricche collezioni botaniche: tutto è stato rimesso a disposizione del pubblico dalla primavera del 2025, dopo sei anni di intervento di interventi finanziati con fondi europei.
Saline Conti Vecchi di Assemini (Cagliari)

Sui 2700 ettari dello stagno di Santa Gilla si estendono le saline più longeve della Sardegna: qui convivono un’immensa area naturalistica e un sito di archeologia industriale all’interno di un impianto tuttora produttivo. Nato dalla bonifica di una grande area paludosa, diretta dall’ingegner Conti Vecchi alla fine degli Anni ’20, questo ambizioso impianto produttivo (eco-sostenibile e autosufficiente) creò una vera “comunità del sale” con case, scuole e strutture ricreative per le famiglie di proprietari, dirigenti e operai che convivevano nel villaggio di Macchiareddu.
Villa Rosebery a Posillipo (Napoli)

“Pausylipon”, ovvero “che libera dagli affanni”: e proprio qui c’è un parco (di oltre sei ettari) di grande pace e tranquillità, al cui interno sorge Villa Rosebery. Costruita agli inizi dell’Ottocento su iniziativa dell’austriaco Joseph von Thurn, fu venduta a Luigi di Borbone (che ampliò i giardini), per poi passare prima nelle mani di Lord Rosebery, poi in quelle dei Savoia e infine in dotazione della Presidenza della Repubblica. Splendide la Palazzina Borbonica, le Foresterie e la varietà di piante del parco, che unisce la flora mediterranea allo stile del giardino inglese.
Idrovora del Termine, Caorle (Venezia)

L’idrovora del Termine, immersa nella pianura adiacente alla laguna, è un notevole esempio di architettura industriale del primo Novecento: laterizio a vista, volumi semplici e ben proporzionati e, dato particolare, una merlatura lungo il coronamento che richiama suggestioni neogotiche. Il progetto riflette la volontà dell’epoca (Anni Venti) di conferire dignità estetica alle opere infrastrutturali, unendo funzionalità e qualità architettoniche. L’apertura eccezionale per le Giornate d’Autunno permetterà ai visitatori di esplorare l’interno dell’impianto, le pompe storiche e il sistema di gestione delle acque ancora attivo.
Villa Durazzo di Sestri Levante (Genova)

Questa particolare villa fu edificata per volere del doge Cesare Durazzo (1593-1685) appartenente all’illustre casato genovese di origini albanesi che già da tempo si era insediato nel territorio Sestrese. L’insieme della villa e della sua tenuta occupa un’intera vallata coltivata a orti, vigne e ulivi: e infatti è agricola la vocazione di questa dimora, come suggeriscono anche le case coloniche, organizzate in forma di esedra e collegate alla residenza padronale da una grande scalinata. L’ampia azienda agricola si estende attorno al parco in una piccola valle dove l’ulivo si accompagna alle essenze esotiche del parco, spesso pregiate e rare.
La Grotta del Turco di Monte Orlando a Gaeta (Latina)

Alla Grotta del Turco, incastonata tra le falesie della Montagna Spaccata, si accede solo da una scala che scende fino al mare: qui, tra le acque cristalline, il solo suono è quello dello sciabordio delle onde. È una location suggestiva e appartata, motivo per cui sarebbe stata usata nel Medioevo come rifugio da parte dei pirati saraceni, per nascondere le proprie imbarcazioni e attaccare di sorpresa le navi di passaggio. Dopo una chiusura di ben 10 anni, la scalinata che conduce alla Grotta è di nuovo percorribile fino al mare, e sarà possibile vedere per la prima volta dall’alto i ruderi dalla Batteria Trinità del XVI Secolo e l’Ospedaletto appena ritrovati.
Il monastero di Torba (Gornate Olona, Varese)

Un complesso monumentale parte di un parco archeologico Patrimonio dell’UNESCO, immerso nella natura: è antica la storia di Torba, che da roccaforte difensiva romana, gotica e longobarda è diventata un centro religioso benedettino. Dall’VIII Secolo l’appartata comunità femminile abitò questo luogo, consegnandoci come eredità gli affreschi nella torre e la vocazione agricola della tenuta. Recenti sono la riqualificazione del fienile, oggi spazio didattico e sala multimediale, e l’altare disegnato dall’archistar Mario Botta, inaugurato proprio in occasione dei 50 anni del FAI e della nascita di Giulia Maria Crespi.
Il giardino della Kolymbethra (Agrigento)

È aperto di rado questo meraviglioso giardino siciliano nella cuore della Valle dei Templi. Menzionato da Diodoro Siculo come parte della città di Akragas, fondata dai Greci nel VI Secolo a.C., questo luogo di delizia accosta ulivi secolari a un ricco agrumeto (introdotto con il passaggio alla Chiesa) e ha vissuto il suo periodo di massimo splendore a cavallo tra XVIII e XX Secolo, quando divenne una delle mete del Grand Tour. Durante l’apertura si potrà passeggiare sugli antichi sentieri e visitare l’Ipogeo.
Castello della Manta (Cuneo)

La storia del castello della Manta, all’ombra delle Alpi Cozie, è legata a doppio filo a quella dell’antico marchesato di Saluzzo. Nata nel XIII Secolo come avamposto militare, la roccaforte subì infatti una trasformazione in ricca dimora nel Quattrocento con il colto Valerano, signore e reggente del marchesato: fu così che furono realizzati, nella Sala Baronale, gli affreschi che oggi costituiscono testimonianze uniche della cultura cavalleresca del tempo. Intorno alla metà del XVI Secolo il castello fu oggetto di nuove trasformazioni, con la realizzazione del Salone delle Grottesche, caratterizzato da uno splendido soffitto ispirato alle Logge di Raffaello in Vaticano.
Giulia Giaume
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