Totti, la lite con Chanel per Pechino e le verità su Spalletti, la Roma, Balotelli e quello sputo a Poulsen
- Postato il 16 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Le verità e i silenzi di Francesco Totti. L’ex capitano della Roma protagonista del nuovo episodio di Fenomeni, il format di Prime Sport affidato alla conduzione del suo vecchio amico Luca Toni. Un Totti spumeggiante, capace di raccontare per l’ennesima volta, ma con dettagli e particolari inediti, i suoi punti di vista su situazioni e avvenimenti cruciali della sua vita di calciatore e di uomo: la Roma, l’addio al calcio impostogli dal club, il ruolo di Luciano Spalletti in quel frangente, ma anche la clamorosa lite in campo con Mario Balotelli durante una finale di Coppa Italia e il celeberrimo sputo al danese Poulsen. E a proposito di liti: gelo sulle voci riguardanti frizioni con la figlia Chanel.
- Totti, Chanel, Pechino Express e il retroscena su Ballando
- I no al Milan e al Real Madrid e l'amore smisurato per la Roma
- Spalletti e l'addio, nuovi veleni: "Ma mi ha deluso di più il club"
- Totti noir: sputo a Poulsen, calcione a Balotelli, pugno a Colonnese
Totti, Chanel, Pechino Express e il retroscena su Ballando
Partiamo proprio dalla coda, dall’articolo firmato da Alberto Dandolo su Oggi che suggerisce nuove frizioni tra l’ex Pupone e la sua secondogenita. Il motivo? La partecipazione di Chanel a Pechino Express come concorrente in tandem con l’amico d’infanzia Filippo Laurino, figlio della storica manager di Ilary Blasi: Graziella Lopedota. Proprio la mamma avrebbe spinto Chanel all’avventura (in tutti i sensi) in Cina, Giappone e Indonesia, contro il volere di papà Francesco. Che già aveva bloccato la partecipazione di Chanel a Ballando con le stelle. Stavolta, a quanto pare, non sarebbe riuscito nell’intento.
I no al Milan e al Real Madrid e l’amore smisurato per la Roma
Si spiegherebbero così i sospetti silenzi della stessa Chanel al compleanno del padre. Che, invece, non smette di parlare. Soprattutto in tv. E soprattutto di Roma, il grande amore (calcistico) della sua vita. A Toni, tra le altre cose, ha raccontato: “Quando avevo 12 anni venne Braida a casa della mia famiglia e offrì 160 milioni di lire per portarmi al Milan. Mia mamma mi voleva proteggere, per cui non si fece nulla”. E ancora: “Nel 2004 invece fui vicinissimo al Real Madrid. È mancata solo la firma, ma sono stato io a non metterla: è prevalso il cuore e l’amore per la gente di Roma”. E infine: “Vincere Mondiale e Scudetto sono due sogni che ogni giocatore vuole realizzare. Per me il primo era lo Scudetto con la Roma“.
Spalletti e l’addio, nuovi veleni: “Ma mi ha deluso di più il club”
Un rapporto interrotto non per volontà di Totti. “Spalletti secondo me nel 2016 arrivò alla Roma per farmi smettere, assecondato dalla società. Con lui ogni volta c’erano problemi, nei miei confronti era uno Spalletti opposto rispetto a quello del 2005″. Quindi sull’addio: “Fu la società a dirmi che dovevo smettere. Un giorno vennero a casa a dirmi che avrei giocato l’ultimo derby. Io non sono stupido, sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere ma mi sentivo ancora bene di gambe e di testa. Forse in quell’occasione mi ha deluso più la Roma rispetto a Spalletti, secondo me davo fastidio. Avevo detto che avrei giocato pure gratis, per la Roma avrei dato tutto”.
Totti noir: sputo a Poulsen, calcione a Balotelli, pugno a Colonnese
Quindi alcuni dettagli curiosi su alcuni momenti spigolosi della sua carriera. “Ancora oggi non mi rendo conto di aver sputato contro Poulsen. Me ne vergogno, è un gesto brutto che da calciatore non avrei accettato di subire, perché è indegno”. Quindi sul calcione a Balotelli in una finale tra Roma e Inter: “Era una cosa che covavo da tempo. Era giovane ed era un fenomeno, ma era anche arrogante e presuntuoso. Il mio obiettivo quel giorno non era pareggiare la partita, pensavo solo che se mi fosse capitato avrei colto l’occasione per mandarlo in curva. Poi l’ho sentito e gli ho chiesto scusa, l’abbiamo buttata sul ridere”. Dall’album delle risse, anche il flash di un pugno a Colonnese: “Mi disse che Cristian non era mio figlio e non ci ho visto più”.