Toyota, accordo per la super batteria con ricarica in 10 minuti
- Postato il 10 ottobre 2025
- Smart Mobility
- Di Virgilio.it
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Se da mesi, nel dietro le quinte, non si parla d’altro che di batterie allo stato solido è perché tutti sanno che lì si gioca la vera partita dell’elettrico. Prima ancora di software, design e connettività, verte su questo aspetto la promessa concreta di un salto tecnologico in grado di chiudere l’era degli accumulatori agli ioni di litio. E ora due colossi giapponesi, Toyota e Sumitomo Metal Mining, hanno deciso di unire le forze per portarla su strada, in grande scala.
Con le celle allo stato solido cambia il rapporto tra peso, energia e autonomia: a parità di spazio si ottiene maggiore spinta e meno attesa alla colonnina, stimata sui 10 minuti. L’accordo firmato tra le due aziende prevede lo sviluppo congiunto e la produzione industriale di materiali catodici per batterie di nuova generazione destinate ai veicoli elettrici. Il laboratorio è giusto una tappa di passaggio: il traguardo è la diffusione di massa e l’introduzione sui modelli Toyota già nel biennio 2027–2028.
I problemi da superare
Sulla carta tutto sembra idilliaco, ma gli addetti del settore sanno bene come la difficoltà non sia nel concetto, quanto piuttosto nei materiali. Dal 2021 Toyota e Sumitomo lavorano insieme per risolvere il punto più fragile del sistema: il catodo, cioè la parte della batteria da cui si liberano gli elettroni durante la scarica. Il problema? Sottoposto a stress chimico e meccanico, il materiale accumula danni e diventa meno affidabile.
Sumitomo, che da oltre vent’anni fornisce materiali per veicoli ibridi ed elettrici, ha messo in campo la propria esperienza nelle tecniche di sintesi delle polveri. Da qui è nato un nuovo tipo di catodo, più resistente alle sollecitazioni interne e compatibile con gli elettroliti solidi, che, se funzionasse davvero in produzione, potrebbe eliminare uno dei principali limiti della tecnologia fino a questo punto.
Sviluppare una batteria del genere implica reinventare il modo stesso in cui si costruisce una cella, con un controllo chimico estremo, nuove linee di assemblaggio, forniture di materiali ultra-puri e, soprattutto, costi sostenibili. Toyota valuta di integrare il nuovo catodo nei propri pacchi batteria, mentre Sumitomo prepara gli impianti per la realizzazione massiccia. Le parti coinvolte si adoperano a migliorare prestazioni e sicurezza, nonché ad abbattere le spese, la vera barriera tra sperimentazione e realtà commerciale, in vista della prima applicazione pratica al mondo di batterie allo stato solido in auto di serie.
La soluzione all’ansia da ricarica
Toyota è disposta a muoversi solo quando certa della direzione, la stessa logica valsa il dominio sul versante ibrido con la Prius, mentre gli altri marchi nutrivano ancora dubbi. Adesso, con Sumitomo, prova a ripetere lo schema: pochi proclami, molta ingegneria. Nel caso in cui il colosso nipponico riuscisse a vincere l’ennesima scommessa, i tempi di ricarica scenderebbero a pochi minuti e le autonomie raggiungerebbe la soglia dei 1.000 km grazie a batteria dalla forte resistenza. E “l’ansia da colonnina” avrebbe allora fine. Nella serrata competizione verso la neutralità carbonica, l’ago della bilancia penderà in favore di colui che saprà meglio di tutti fornire soluzioni pragmatiche a problemi reali.