Tra il Professor della Loggia e il ministro Giuli sale la tensione
- Postato il 15 luglio 2025
- Editoriale
- Di Paese Italia Press
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Roma, 15 luglio 2025 – Prosegue la querelle tra l’editorialista del “Corriere della Sera”, emerito docente universitario Ernesto Galli della Loggia e il Ministro Alessandro Giuli.
Visto il suo ruolo diretto alla promozione e valorizzazione all’interno del Ministero della Cultura, sono sempre più convinto che Galli della Loggia avrebbe dovuto esporsi con cognizione di causa, documentandosi.
Da presidente nominato di una Consulta dovrebbe essere a conoscenza dei regolamenti che disciplinano l’espressione del ruolo che riveste. Comprese le modalità inerenti i rimborsi delle spese sostenute per gli spostamenti di servizio. In ordine a questo, della Loggia avrebbe dovuto sapere che rispetto ai taxi solo i mezzi pubblici sono rimborsabili. Ed aver sostenuto che il suo utilizzo del taxi piuttosto che la metropolitana rappresenti un suo cadò riservato al Paese, restituisce un sapore amaro alla vicenda che certanente mai avremmo immaginato da parte del noto politologo dallo stile indiscusso.
Tornando al clou della querelle accennata sarebbe ancora il tempo della rinuncia all’incarico da parte di Ernesto Galli della Loggia.
Eppure non ha rinunciato.
A posto suo oggi si è dimesso Pier Luigi Battista, nominato componente del Consiglio del Centro per il Libro (cosa c’entrano le dimissioni rispetto a ciò che è avvenuto con Galli della Loggia?) senza alcuna motivazione valida.
È la dimostrazione oltretutto che il Mic ha affidato incarichi non soltanto a personalità di destra. Non ha occupato il ministero come le sinistre affermano. Contraddizioni e paradossi. Che il Mic abbia aperto porte e finestre a tutti è plateale.
Intanto Galli della Loggia malgrado le contestazioni resta in sella alla sua poltrona.
Perché? Potrebbe spiegarne i motivi? !
Ritenuto che non condivida la posizione del ministro Giuli per i propri retaggi e la politica culturale posta in essere che senso ha nel presiedere un organismo peraltro privo di prestigio come peraltro Ernesto Galli della Loggia afferma?
Incomprensibile.
Il fatto è prettamente politico. Si intende comunque conservare la poltrona criticando sterilmente. Non mi sembra un atto ragionevole oltre ad una questione di stile.
Ci si aspettava la crazione di un dibattito serio e costruttivo e concettualmente armonico soprattutto da parte di studiosi e personalità, invece si istiga al conflitto. Trattandosi di una nomina assegnata dal ministro del governo di destra Sangiuliano, il professore della Loggia ben sapeva si sarebbe trattato di un humus non in linea alla sua storia personale. La questione presenta tutti i crismi del paradosso !!!
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Vive tra Roma e la Puglia.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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