Tra l'Italia e il Mondiale 2026 c'è innanzitutto l'Irlanda del Nord (e troppe scuse)

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Di Il Foglio
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Tra l'Italia e il Mondiale 2026 c'è innanzitutto l'Irlanda del Nord (e troppe scuse)

Ora che le urne dei sorteggi dei playoff che assegneranno gli ultimi quattro posti per i Mondiali 2026 hanno sentenziato che la Nazionale italiana non dovrà vedersela con i grandi spauracchi della vigilia – Svezia, Macedonia del Nord, Irlanda, Repubblica Ceca e Polonia –, la curiosità è innanzitutto sapere quali scuse e quali diversivi saranno utilizzati da Federazione, dirigenti e compagnia calciante per evitare di farci pensare che all'Italia è andata più che benone e che, insomma, se alla Coppa del mondo non ci andremo per la terza volta è soltanto perché la Nazionale vale assai meno di quello che dice di valere.

Il 26 marzo 2026, in semifinale, gli Azzurri se la vedranno con l'Irlanda del Nord, sessantanovesima forza del calcio mondiale secondo il ranking Fifa, che sarà incasinato e da buttare quanto si vuole, ma qualcosa dice ancora sul valore di una Nazionale. E l'Irlanda del Nord è una squadra spigolosa certo, robusta per costituzione, ma che in rosa può vantare solo sei calciatori che giocano (per di più poco) in Premier League e tutti gli altri nelle divisioni inferiori inglesi (salvo poche e poco significative eccezioni). Per di più non vede una fase finale di un Mondiale dal 1958. Quella volta ci arrivarono eliminando proprio l'Italia in quella che fu una delle più grandi figuracce della storia della Nazionale: recentemente gli Azzurri sono riusciti a fare di peggio.

I primi commenti sono stati quelli attesi: "Non esistono partite facili". Viene da chiedersi perché si chiedano commenti se la risposta è sempre la stessa: "Non esistono partite facili". Chissà se anche i nordirlandesi hanno commentato così dopo la strepitosa vittoria in casa per 1-0 contro Lussemburgo. Facile nemmeno quella?

Se la Nazionale italiana dovesse battere l'Irlanda del Nord, di fronte si troverà il 31 marzo 2026 o il Galles o la Bosnia, squadre senz'altro più toste della selezione nordirlandese, ma entrambe ben lontane dai migliori anni della loro esistenza calcistica internazionale. Il Galles è 32esimo nel ranking Fifa, la Bosnia 71esima. La Nazionale gallese ha un giocatore di gran livello, Brennan Johnson, segna tanto ma difende un po' bischeramente; la Bosnia nemmeno quello – Edin Dzeko è stato un attaccante meraviglioso ma gli anni lo hanno rallentato parecchio –, e ha una difesa che traballa spesso e volentieri. L'Italia dovrà giocare l'eventuale finale in trasferta e, se dovesse accadere, il "Non esistono partite facili", scivolerà nella deriva "Sarà una partita tostissima, in uno stadio che ci tiferà contro". Viene quasi da provare pena per quei poveri giocatori che dovranno giocare in uno stadio che non li incita. Cattivoni che non sono altro questi tifosi.

Fortuna che almeno Gennaro Gattuso, dopo aver accampato scuse non da lui, essersela presa con i tifosi e con il sistema di qualificazione ai Mondiali, sembra rinsavito: "Sapevamo che dovevamo passare dai playoff, sapevamo che il nostro percorso era un percorso che prevedeva che dovessimo migliorare e guardiamo con fiducia in avanti", ha commentato. E poi ha aggiunto: "In questo momento dobbiamo lavorare sulla nostra fragilità perché abbiamo dimostrato che quando facciamo le cose fatte bene siamo competitivi. Non ti puoi permettere di commettere errori come contro la Norvegia, la mia priorità è quella ed è un problema mio riuscire a migliorare questo aspetto, per il resto avremo tempo. Adesso studieremo gli avversari e come affrontarla e dopo vediamo di fare meno danni possibili". Non è un mea culpa, non gli era richiesto, è un barlume di recepimento della realtà che, al momento, è l'unica cosa necessaria. La speranza è che scuse e diversivi restino fuori dalla Nazionale. Difficile, ma non impossibile. Forse.

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Il Foglio

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