Tra Pechino e Usa ora l’Unione Europea punta sul Golfo

  • Postato il 1 maggio 2025
  • Di Panorama
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Bruxelles sta accelerando la tessitura di accordi commerciali a tutto campo. A questo cambio di passo ha contribuito l’avvicendamento tra Valdis Dombrovskis e Maros Sefkovic alla guida delle politiche commerciali europee. Al secondo, infatti, vengono riconosciute non comuni doti negoziali. Ancora di più, tuttavia, pesa lo spauracchio di un’America fattasi di colpo «introversa» per quanto riguarda le tradizionali partnership. A essa è conseguita l’immediata necessità di compensare con la maggiore apertura di altri mercati il venire meno delle importazioni statunitensi.
A questo proposito, sono attesi brillanti iniziative come l’accordo di libero scambio tra Unione europea e India previsto per la fine di quest’anno. Nel frattempo, sul taccuino dell’analista si fissa un recente annuncio: quello dell’avvio dei negoziati per un accordo di libero scambio tra la Ue e gli Emirati Arabi Uniti.

L’accordo, come confermato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal leader emiratino Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, si concentrerà sul commercio di beni e servizi, sugli investimenti e sulla cooperazione in settori strategici come le energie rinnovabili e l’idrogeno verde. Sarà in prima battuta un catalizzatore per gli investimenti, in grado di rafforzare il legame tra Europa ed Emirati, ma gli strateghi diplomatici tanto europei quanto emiratini pensano che la portata sia molto più ampia.

Questo annuncio potrebbe infatti sbloccare l’ipotesi di un accordo di libero scambio tra gli Stati del Vecchio continente e il Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc), che è un’incompiuta da diversi decenni.
Si tenga presente che nell’ormai lontano 1989 la Ue e il Gcc firmarono un accordo di cooperazione che prevedeva la creazione di un quadro istituzionale per le relazioni e la crescita della cooperazione economica, inclusa l’intenzione di stabilire un accordo di libero scambio tra le due aree.

Da allora, tuttavia, si è mosso poco o nulla. I sauditi, che nel Gcc fanno il bello e il cattivo tempo, temono infatti che da un accordo con la Ue possano derivare limitazioni alla libertà di manovra sull’esportazione di petrolio e sul «procurement», gli acquisti da parte dello Stato. Di questo stallo è peraltro consapevole la stessa Von der Leyen, tanto che nel 2022, nella tradizionale e prestigiosa cornice del «Manama Dialogue» organizzato dall’istituto di ricerca britannico International Institute for Strategic Studies, sottolineò nel suo intervento l’importanza del rafforzamento delle relazioni economiche e di sicurezza tra Europa e regione del Golfo.
La presidente, assecondata su questa linea dal suo capo di gabinetto, è stata di parola: con pragmatismo ha accettato di portare avanti trattative in bilaterale con bin Zayed, nonostante l’asimmetria del formato: da una parte un blocco, la Ue, dall’altra gli Emirati anziché l’intero blocco del Golfo rappresentato dal Gcc. Ma bene così, l’importante è partire.

Bruxelles per un verso confida che l’attivismo di bin Zayed induca il saudita bin Salman a rompere gli indugi, spalancando le porte a un dialogo tra blocchi, rimuovendo gli aspetti indigesti e riducendo l’ampiezza dell’accordo. In caso di accordo con il Gcc, l’accordo con gli emiratini sarebbe «assorbito» da quest’ultimo.
Per altro verso, il dialogo con le autorità del Golfo è un segnale di intesa all’India.

Su questo dossier, in effetti, si nota un coordinamento insolitamente buono tra le mosse di Bruxelles e quelle dei singoli Paesi membri della Ue. New Delhi è infatti al centro di una articolata strategia di connettività – il corridoio indo-arabo-mediterraneo (Imec), che punta a spiazzare le Vie della seta cinesi. Passa dunque dalle potenze del Golfo anche il rapporto con l’India, ed è una delle ragioni per cui la Francia ha da qualche mese nominato un inviato speciale per l’Imec, Gérard Mestrallet, un veterano del settore energetico francese ed ex amministratore delegato di Engie.
Anche Roma ha ora il suo inviato speciale per l’Imec, il diplomatico di lungo corso Francesco Talò, e Antonio Tajani in visita in India ha appena annunciato un vertice multilaterale a Trieste, nella seconda metà di quest’anno, dedicato proprio allo Imec. Qualcosa si muove.

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Panorama

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