Traghettopoli, il tribunale del Riesame annulla il sequestro di 64 milioni alla compagnia Cin-Tirrenia

  • Postato il 5 maggio 2025
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Traghetto Tirrenia

Genova. Il tribunale del Riesame ha annullato il sequestro preventivo delle tre navi ex Tirrenia disposto dalla gip su richiesta della Procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta per frode

nelle pubbliche forniture che ha portato anche alla richiesta di 13 misure cautelari. Sulle misure (due domiciliari e 11 interdittive la giudice Silvia Carpanini deciderà nei prossimi giorni, dopo che si sono conclusi tutti gli interrogatori preventivi. Ad essere indagata è anche la stessa compagnia, responsabile in base alla legge 231 per reati commessi dai propri dipendenti, e per questo era stato chiesto il sequestro.

Il tribunale del Riesame, presieduto dal giudice Massimo Cusatti, depositerà la motivazione tra 30 giorni. E’ probabile che per i giudici manchino i presupposti per il sequestro non essendoci indizi sul fatto che la compagnia, se venisse condannata all’esito di un processo, non avrebbe più la disponibilità economica per una eventuale confisca del provento del reato. Le tre navi fra l’altro erano sequestrate “per equivalente” ma nel frattempo hanno continuato a navigare perché le irregolarità sulle certificazioni dei motori o parti di motori erano stata nel frattempo state sanate. 

“Siamo molto soddisfatti del provvedimento del Riesame che ha saputo fare giustizia meditata” dicono gli avvocati della Cin Beniamino Carnevale e Pasquale Pantano.

L’inchiesta nasce dall’ipotesi di una presunta frode nelle pubbliche forniture e riguarda il contratto tra la Cin (ex Tirrenia) ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la linea Genova – Porto Torres stipulato per garantire la continuità territoriale a fronte del quale la società di navigazione percepisce risorse pubbliche. 

Secondo l’accusa la compagnia di navigazione Cin avrebbe impiegato alcune navi della propria flotta prive dei requisiti previsti dalla normativa internazionale in materia ambientale. In particolare, alcuni componenti dei motori principali e dei diesel generatori di corrente si ritiene sarebbero stati manomessi, alterati o sostituiti con pezzi di ricambio non originali e, pertanto, non conformi alla normativa europea.

Le operazioni sarebbero state occultate attraverso una serie di falsificazioni. E in cambio, sostiene il sostituto procuratore Walter Cotugno, alcuni ufficiali della capitaneria di porto avrebbero usufruito di biglietti gratis o scontati sulle tratte gestite da Cin o Moby. Per questo ad alcuni degli indagati è contestata anche l’ipotesi della corruzione nell’esercizio della funzione.

Tutti si sono difesi, sfilando nelle scorse settimana davanti alla gip, sostenendo che quella dei biglietti gratis è un’usanza molto comune, come emerge dalle stesse carte dell’indagine ne hanno anche centinaia di privati cittadini, ma che non ‘c’è stata mai alcuna ‘contropartita’, indispensabile per configurare il reato di corruzione.

Autore
Genova24

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