Trentenne morto a Pescara, autopsia: “Emorragia da trauma toracico, nessun ruolo del taser”
- Postato il 5 giugno 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso”. Questa la causa del decesso di Riccardo Zappone, il trentenne morto martedì a Pescara in ospedale dopo aver avuto malore. La causa del decesso emerge dall’autopsia eseguita dal medico legale Cristian D’Ovidio come informa la Procura sottolineando che “l’utilizzo del taser da parte del personale di polizia non ha avuto alcun ruolo ai fini del determinismo della morte”. Le indagini proseguono e ci sono tre persone indagate di 61, 55 e 37 anni che avrebbero litigato con l’uomo. La vittima sarebbe stata colpita con un bastone.
“C’è stata una colluttazione tra me e quel ragazzo, mi dispiace come sono andate dopo le cose. Ma nonostante le parolacce e le minacce non l’ho preso a pugni. E meno male che non l’ho colpito” sostiene il 61 enne con il quotidiano Il Centro. L’uomo, titolare dell’officina in cui c’è stata la colluttazione, parla di una caduta in cui il giovane avrebbe sbattuto la testa e sottolinea che il ragazzo “era fuori si sé, stava agitato, sbraitava, parlava forte, era come se avesse paura di qualcuno o di qualcosa, era sporco di sangue sotto le narici, si vedeva che non stava bene”.
L’indagato sostiene che il 30enne fosse “super eccitato, ho capito che aveva preso qualcosa, che era drogato. Gli ho detto ‘lasciami perdere, fammi lavorare. Ha buttato dieci euro in terra” e, secondo il 61enne, urlava “io qua ammazzo tutti quanti”. Quando il meccanico l’ha invitato ad andarsene, Zappone “ha preso la mazza della scopa e se n’è andato verso il bar di mia figlia e verso l’ex circolo tennis, dove stanno ormai tutti i balordi e i tossicodipendenti”.
Poi l’arrivo degli altri due indagati, il genero e il fratello: “Mio genero che aveva la scopa gliel’ha lanciata per impaurirlo e mio fratello ha cercato di agguantarlo. Dopo che ha cercato di lanciarmi un carrello, ha iniziato a tirare pugni, uno l’ho schivato l’altro mi ha preso e io a quel punto l’ho spinto. È caduto prima di sedere e poi è andato indietro con la testa. Forse un quarto d’ora dopo è arrivata la polizia, due pattuglie. Dicono che in quattro ci hanno messo mezzora per caricarlo sulla macchina“.
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