Trionfo in solitaria dell’australiano O’Connor, ha vinto la tappa regina del Tour a Courchevel. Pogacar secondo, maglia gialla blindata

  • Postato il 24 luglio 2025
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Impresa titanica sul tetto del Tour. L’australiano Ben O’Connor, 30 anni, alfiere del team Jayco Alula, passista scalatore di rango, ha vinto in solitaria la tappa regina del Tour de France. Vittoria limpida costruita con intelligenza e sapienza tattica. L’australiano ha sfruttato l’immobilismo della Visma di Vingegaard e ha trionfato sul Col de Loze nella nebbia a quota 2.304 metri. Secondo Pogacar che negli ultimi metri, nel diluvio, ha staccato anche Vingegaard acciuffando così anche i 6 secondi di abbuono. Maglia gialla sempre più blindata.

Sul tetto del Tour

Tappa n.18, la frazione più dura della Grand Boucle: ben 5.450 metri di dislivello, 67 km di salita sui  171 della giornata, tre cime da brividi (tutte “fuori categoria”), arrivo a quota 2.304 metri – il tetto di questa edizione 2025 – dopo una ascesa finale di 26.5 km. al 6,5% e punte del 13%. Con i 4 km finali al 10% dopo 162 km di fatica tremenda. Il traguardo è sul Col de la Loze, dopo il passaggio nella stazione sciistica di Courchevel (1.734 metri); una delle stazioni più famose di tutto il mondo con più di 600 km di piste. Venerdì il calvario continua con una seconda tappa alpina più che faticosa. In due giorni il Circus affronta 130 km di salita prima delle due abbordabili tappe conclusive. La tappa n. 18 da Vif (294 metri), al Col de la Loze. Ne è uscita stata una frazione titanica, selettiva, temuta, sconquassante. È il caso di ricordare che due anni fa Pogacar su queste salite è crollato. Non è partito Rodriguez (decimo in classifica) per i postumi di due cadute. E nella tappa di giornata si è ritirato dolorante un altro big: Enric Mas, 18esimo in classifica. Due spagnoli ko.

La gara più dura

Partenza da Vif, dipartimento di Grenoble (metropoli alpina davanti a Innsbruck) alle 12,21, traguardo volante dopo 23 km (vinto da Jonathan Milan), Lenny Martinez si aggiudica il primo GPM di giornata (Col du Glandon, 1.924 metri) dopo 62 km di corsa. Quindi l’attacco al mitico Col de la Madeleine con una salita di 19,2 km al 7,9%; Pogacar e Vingegaard danno spettacolo salendo con agilità e potenza e aggregandosi con impressionante facilità ai cinque battistrada  e poi fanno la volata: primo Jonas (20 punti), secondo Tadej (15). Scollinamento a 2.000 metri dopo 104,6 km. A seguire la discesa di una quarantina di km che ha portato ai piedi dell’ultima, terribile, ascesa.

Finale impressionante

Rampa conclusiva di rara durezza con pendenze irregolari e tratti a doppia cifra. Presenti tutti gli uomini di classifica. Tre all’attacco (Jorgenson, Rubio, O’Connor). Li bracca Lipowitz; quattro all’inseguimento (Pogacar, Vingegaard, Arensman, Roglic) raggiunti da un drappello guidato da Soler e Adam Yates, i pretoriani della maglia gialla. Vingegaard a sua volta è assistito da Simon Yates e Kuss. Allunga l’australiano Ben O’Connor, si stacca Rubio, in crisi Lipowitz, finisce il suo lavoro Adam Yates. Ultimi 10 km, incombe la fatica. Bagno di folla al passaggio di Courchevel. Tratti al 15%. Piove negli ultimi 3 km, pubblico un delirio che invade il tracciato pericolosamente. O’Connor vince a braccia alzate mentre Pogacar con una accelerazione pazzesca si libera di Vingegaard e in 800 metri gli rifila un altro distacco. La maglia gialla è sempre più blindata.

Ordine di arrivo

1. O’Connor in 5h 03’47”, 2. Pogacar (+1.45), 3. Vingegaard (+1.54), 4. Onley (+1.58), 5. Rubio (+2.00), 6. Gall (+2.25), 7. Roglic (+2.46), 8. Adam Yates (+3.03), 9. Johannessen (+3.09), 10. Kuss (+3.26).

Classifica generale

1. Pogacar, 2. Vingegaard (+4.26), 3. Lipowitz (+11.01), 4. Onley (+11.23), 5. Roglic (+12.49), 6. Felix Gall (+15.36), 7. Vauquelin (+16.15), 8. Johanessen (+18.31), 9. O’Connor (+29.19).

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Blitz

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