Trovata morta in un campo, l’auto nel fosso e la borsa sparita. I sospetti sull’incontro con un uomo misterioso

  • Postato il 19 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Erika Ferini Strambi, 53 anni, è scomparsa la notte del 5 luglio, lasciando dietro di sé un mistero che si infittisce ogni giorno di più. Dopo una serata trascorsa in un locale di Segrate con alcuni amici, la donna ha deciso di allontanarsi da sola, guidando la sua Mini Cooper nera. Da quel momento, le telecamere e i sistemi di lettura targhe hanno tracciato un percorso incerto e privo di logica, che si snodava lungo le strade provinciali e le campagne tra l’aeroporto di Linate e il parco della Muzza.

Alle 7 del mattino il suo cellulare ha smesso di trasmettere, dopo ore di connessione alla stessa cella telefonica nei pressi della pensione per cani “Il Pavone”. Proprio lì, giorni dopo, carabinieri e protezione civile hanno concentrato le ricerche. Il padre di Erika aveva denunciato la scomparsa il 7 luglio presso la stazione di Porta Monforte, preoccupato per un’assenza insolita, sebbene in passato la donna si fosse già allontanata temporaneamente da casa.

Il ritrovamento: la Mini nel fossato, Erika lontana da tutto

È stato un agricoltore, mentre lavorava con la mietitrebbia, a notare la Mini Cooper seminascosta in un fossato. Era mercoledì, intorno alle 14. Le portiere erano chiuse, ma non bloccate; le chiavi ancora nel quadro. Nessun segno evidente di violenza o di incidente. A circa 200 metri dalla vettura, in direzione opposta, il corpo senza vita di Erika. Era riversa in un piccolo spiazzo ai margini di un boschetto, accanto a lei le stampelle che usava da sempre a causa di una disabilità congenita.

Lontana dalla macchina, in una zona che sembrava appartata, Erika era morta ormai da giorni. Un decesso che, stando alle prime valutazioni, risalirebbe alla stessa notte della scomparsa. Eppure, la distanza tra il corpo e l’auto, così come la mancanza della borsetta, dei documenti e del cellulare, alimentano numerosi interrogativi.

Un incontro misterioso e le indagini in corso

Secondo i carabinieri, la posizione del cadavere e il luogo del ritrovamento non sono compatibili con un semplice malore o un tentativo di cercare aiuto. La scena farebbe pensare, piuttosto, a una sorta di “alcova”: un punto d’incontro appartato, forse con un uomo, forse per un appuntamento rimasto nell’ombra. Gli investigatori stanno cercando di capire se Erika abbia incontrato qualcuno quella notte e stanno analizzando a fondo la sua rete di relazioni, anche digitali.

Al momento non ci sono evidenze certe. L’analisi dei tabulati telefonici non ha rivelato contatti sospetti, ma il traffico dati registrato è compatibile con attività online o chiamate via app. Nel frattempo, i carabinieri hanno repertato impronte sulle portiere dell’auto e proseguono le perlustrazioni nei campi circostanti, nella speranza di trovare indizi decisivi: la borsetta, il cellulare, i documenti. Erika lavorava da 17 anni nelle risorse umane di Luxottica e viveva nella zona di piazzale Cuoco a Milano.

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Autore
Blitz

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