Un team di archeologi ha ritrovato quelli che sembrerebbero essere i più antichi strumenti per tatuare utilizzati dalla civiltà Maya: due minuscole e appuntite scaglie di pietra silicea con resti di inchiostro sulla sommità. Questi utensili sono stati rinvenuti in una grotta in Belize e risalgono al periodo classico Maya (250-900 d.C.). I dettagli della scoperta sono pubblicati sul Journal of Archaeological Science: Reports.. I tatuaggi Maya. Le fonti storiche spagnole e l'arte tradizionale testimoniano che tatuarsi era una pratica molto diffusa tra i Maya: «Uomini e donne si tatuavano, mentre non abbiano prove riguardo l'utilizzo di questa pratica sui bambini», spiega W. James Stemp, coordinatore dello studio.
I tatuaggi erano simboli di coraggio per gli uomini e di bellezza per le donne, utilizzati spesso per segnare degli eventi importanti nella vita di una persona: normalmente raffiguravano animali, come serpenti o aquile, oppure forme geometriche. Oltre che come simbolo di valore, a volte venivano utilizzati come forma di castigo, per esempio per punire un ladro.. Aghi in selce. Nonostante fossimo a conoscenza di questa usanza, fino a oggi non erano mai stati ritrovati gli strumenti utilizzati dai Maya per tatuarsi, né – a causa del clima tropicale – corpi sui quali fossero ancora visibili i disegni dei tattoo. I due utensili in selce, che secondo gli autori sarebbero stati volontariamente rotti prima di venire depositati nella grotta, sono dunque preziosissimi: per confermare che si trattasse davvero di aghi da tatuaggio ante litteram, gli studiosi hanno testato delle repliche su pelle di maiale (la più simile a quella umana), verificando che la pietra si consumasse allo stesso modo degli originali.
Le analisi al microscopio sugli utensili antichi, poi, hanno messo in luce dei residui di pigmento sulla punta, e segni d'usura dovuti al picchiettare ripetuto su un tessuto morbido come la pelle, e non su materiali duri come il legno o l'osso.. Tatuaggi di "valore". Gli aghi in selce sono stati ritrovati vicino a resti umani e a oggetti rituali preziosi, come giada e ossidiana: questo, suggeriscono gli esperti, fa pensare che i tatuaggi avessero valore cerimoniale o sociale, e fossero forse riservati a individui di alto rango o a eventi sacri. «La pelle fungeva da "tela sociale" sulla quale si incidevano informazioni importanti per comunicare la propria identità, il proprio ruolo nella società, l'emergere di uno status sociale e le proprie affiliazioni culturali», concludono gli autori..