Truffa ZTL su WhatsApp, è emergenza: messaggi falsi con finte multe
- Postato il 29 giugno 2025
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- Di Virgilio.it
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Nuovo giro di truffe per gli automobilisti italiani, e stavolta a farne le spese rischia di essere chiunque abbia uno smartphone e un’auto parcheggiata in centro. L’allarme arriva dai primi casi segnalati: su WhatsApp stanno circolando messaggi trappola del tutto simili a multe per accesso non autorizzato in ZTL.
Il messaggio sembra opera di un professionista. Richiama l’articolo 7 del Codice della Strada, la cifra precisa della sanzione – 196 euro – e la classica minaccia di importo maggiorato: 468 euro se passa troppo tempo. I malcapitati di turno tendono a spaventarsi, anche perché la comunicazione è scritta in toni formali, la grafica è pulita, con tanto di riferimenti di legge e un link per saldare subito la presunta contravvenzione.
A rendere la trappola ancora più insidiosa è proprio la promessa di uno “sconto” immediato sul pagamento. Un classico per spingere a cliccare senza farsi troppe domande. E qui inizia il guaio vero. Invece di condurre a un portale comunale o a una tesoreria pubblica, il link indirizza a un sito-trappola pronto a prendersi i dati personali e, peggio, anche quelli bancari. Così, oltre ai soldi della finta multa, si rischia di aprire la porta del conto a perfetti sconosciuti.
Come smascherare la truffa
Fortunatamente, i segnali per riconoscere il falso ci sono, a patto di aprire gli occhi. Prima regola: le autorità non notificano mai multe via WhatsApp. Le contravvenzioni arrivano solo in tre modi: raccomandata cartacea a casa, PEC se registrata, oppure notifica sull’app IO, l’applicazione ufficiale dei servizi pubblici. Anzi, quattro con l’avvento di Send, il nuovo servizio di notifiche.
Un messaggio WhatsApp da un numero sconosciuto, magari con un testo focalizzato sull’urgenza e sulla minaccia di pagare un supplemento? È un campanello d’allarme da recepire. Se arriva, la cosa migliore da fare è semplice: cancellare tutto senza nemmeno cliccare. E in presenza di dubbi, la soluzione è a portata di mano: contattare direttamente la Polizia Municipale o l’ufficio multe del Comune. Un colpo di telefono in orario di ufficio toglie ogni pensiero.
Queste truffe funzionano facendo leva sulla fretta e sul timore di ritrovarsi con una sanzione salata. La pressione psicologica spinge tanti a pagare subito. La grafica studiata ad arte, il testo pieno di termini burocratici, i riferimenti a leggi reali e un importo plausibile completano la trappola. A cascarci, spesso, chi ha meno confidenza con lo smartphone e i servizi digitali. Qualcuno si fida del messaggio. Ed è qui che si cela la trappola: bastano pochi secondi di distrazione per finire nei guai.
Consigli per difendersi
La regola d’oro è stare alla larga da link sospetti. Meglio evitare di inserire dati bancari su pagine web aperte da messaggi insoliti. Se davvero una multa esiste, la notifica arriverà nelle modalità corrette. Nessun Comune in Italia manda richieste di pagamento via chat.
Per stare ancora più tranquilli, conviene anche avvisare genitori, nonni, amici meno esperti. Una piccola catena di passaparola contribuisce a bloccare i truffatori sul nascere. E se proprio scappa la curiosità di controllare quel link, farlo sempre con un occhio critico: l’indirizzo web spesso è un dominio strano, pieno di numeri o scritto in modo sbagliato.