Trump annuncia la pace tra Israele e Hamas: firmata la prima fase dell’accordo

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Di Panorama
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«Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace», ha dichiarato Donald Trump su Truth, definendo l’intesa «una giornata storica». Secondo il presidente degli Stati Uniti, l’accordo prevede il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza e un ritiro graduale delle truppe israeliane «lungo una linea concordata», come primo passo verso «una pace forte e duratura». Trump ha ringraziato i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, sottolineando che «tutte le parti sono state trattate equamente» e che «questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, per Israele e per gli Stati Uniti». «Benedetti gli operatori di pace», ha aggiunto.

La reazione israeliana e le parole di Netanyahu

Il premier Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele «riporterà a casa tutti gli ostaggi tenuti da Hamas», spiegando che «con l’aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa». Secondo i media israeliani, gli abitanti di Gaza hanno festeggiato nelle strade dopo l’annuncio della firma, diffuso da Trump e dai mediatori riuniti a Sharm el-Sheikh. In base all’accordo, Israele rilascerà 1.950 prigionieri palestinesi – tra cui donne e minori – in cambio dei cittadini israeliani ancora in ostaggio. Lo scambio dovrà avvenire entro 72 ore dall’entrata in vigore del piano. Hamas, in una dichiarazione ufficiale, ha parlato di «fine della guerra a Gaza, ritiro dell’occupazione e ingresso di aiuti umanitari». Il movimento jihadista ha ringraziato «tutti i mediatori coinvolti» e in particolare «gli sforzi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che mira a porre fine definitivamente alla guerra e all’occupazione». Nella nota, Hamas ha però invitato i mediatori a vigilare «affinché Israele attui pienamente i requisiti dell’accordo e non eluda i propri impegni».

Una tregua a tappe

Secondo quanto riportato da ABC News, la prima fase dell’intesa si concentrerà sul ritiro parziale israeliano da Gaza e sullo scambio di prigionieri, mentre i dossier più delicati – disarmo di Hamas, sicurezza dei confini e governance dell’enclave – saranno rinviati a una seconda fase negoziale.

Le mappe riviste dell’accordo, pubblicate da Kan News, indicano ampi ritiri israeliani a Khan Yunis e nel sud della Striscia. Le modifiche sarebbero state introdotte su richiesta di Hamas. Israele manterrà tuttavia il controllo del 53% del territorio, in particolare nelle aree strategiche e lungo il corridoio centrale che separa il nord dal sud di Gaza. Il ritiro, precisano fonti militari, «sarà temporaneo e subordinato al raggiungimento di intese per la fase successiva».

Il nodo Barghouti e il peso dei mediatori

Gerusalemme ha respinto l’inclusione di Marwan Barghouti, il leader di Fatah detenuto in Israele, tra i nomi previsti nello scambio dei prigionieri, nonostante la richiesta di Hamas. Lo riferisce la Bbc citando un alto funzionario palestinese. L’ufficio del primo ministro israeliano ha fatto sapere che Netanyahu ha avuto una «conversazione calorosa» con Trump dopo la firma dell’accordo: i due leader si sono «congratulati per lo storico risultato» e si sono impegnati a «proseguire insieme verso una pace duratura». Hamas, dal canto suo, ha esortato i mediatori di Doha, Il Cairo e Ankara a garantire che Israele non ritardi l’attuazione dei termini concordati. Secondo il gruppo palestinese, l’accordo prevede anche l’ingresso di 600 camion di aiuti umanitari al giorno nella Striscia, anche se Israele teme che parte delle forniture possa essere sequestrata da Hamas «per finanziare la ricostruzione delle proprie capacità militari».

La posizione dell’IDF e i prossimi passi

In una nota diffusa nella notte, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno accolto «con favore la firma dell’accordo per il ritorno degli ostaggi». Il Capo di Stato Maggiore ha ordinato alle truppe di predisporre «solide difese e massima prontezza» in previsione di «qualsiasi scenario». «Le IDF continueranno ad agire per difendere i cittadini di Israele su tutti i fronti», si legge nel comunicato, precisando che la liberazione degli ostaggi sarà condotta «con sensibilità e professionalità».

Donald Trump, intervistato da Fox News, ha infine confermato che «gli ostaggi vivi saranno liberati domenica, mentre i corpi dei deceduti saranno restituiti lunedì». «Si trovano in una situazione terribile, sepolti in profondità nei tunnel», ha detto. «Mentre parliamo, si sta facendo di tutto per liberarli. Pensiamo che torneranno tutti lunedì». Non sono previste cerimonie ufficiali per il rilascio, ma la Casa Bianca e Gerusalemme parlano già di una «svolta epocale». Resta però da capire se questa prima fase segnerà davvero la fine della guerra o solo l’inizio di una tregua fragile in una Striscia ancora divisa, dove la pace, per ora, appare solo sulla carta.

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Panorama

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