Trump concede la grazia a una coppia condannata per frode: la figlia aveva sostenuto la sua campagna elettorale

  • Postato il 28 maggio 2025
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Todd e Julie Chrisley, la coppia condannata tre anni fa negli Stati Uniti per una frode del valore di oltre 30 milioni di dollari ai danni delle banche, e protagonista del reality show televisivo Chrisley Knows Best, è stata graziata da Donald Trump. Si tratta dell’ennesimo caso di grazia da parte del tycoon, specie se a essere nei guai con la giustizia sono persone che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a supportare la campagna elettorale di Trump. Dopo il caso eclatante delle grazie concesse ai partecipanti dell’assalto al Campidoglio nel 6 gennaio 2021, a Steve Bannon (accusato di frode), e al consulente Roger Stone negli anni passati, altri individui sono stati “toccati” più recentemente dalla clemenza presidenziale.

Il caso Chrisley – La coppia era stata giudicata colpevole, oltre che di frode, anche di diversi reati fiscali. A quanto si apprende, i coniugi, che avevano costruito la loro fortuna mediatica sul mito della perfetta famiglia del Sud, nascondevano un giro di falsificazione di bilanci nonché spese di lusso pagate con denaro rubato alle banche. Lui, Todd, stava scontando una pena di 12 anni in un carcere della Florida; lei, Julie, una condanna di sette anni in un centro medico federale di Lexington (Kentucky). Eppure, da quanto riferiscono fonti interne alla Casa Bianca e citate dalla Cnn, il Presidente Usa ha telefonato alla figlia, Savannah Chrisley, informandola che i genitori sono stati graziati. La telefonata è stata ripresa e postata in diretta su un video X dalla consigliera e portavoce di Trump, Margo Martin. Non è un caso che l’annuncio di grazia sia arrivato proprio a Savannah, influencer da 2,9 milioni di followers: la ragazza era intervenuta alla convention dei repubblicani lo scorso luglio a Milwaukee, e aveva anche preso parte alla campagna nell’ambito del Team Trump’s Women Tour in vari Stati chiave. Non solo: a quanto riporta il New York Times, il gruppo di legali dei Chrisley avrebbe lavorato per mesi con membro dell’entourage presidenziale per ottenere la clemenza.

Il caso Walczak – Di diverso tenore ma stesso esito è stato invece il caso di Paul Walczak: ex dirigente a capo di case di riposo nello Stato della Florida accusato (e reo confesso) di aver trattenuto illegalmente, tra il 2016 e il 2019, più di 10 milioni di dollari dai salari di infermieri, medici e altro personale sanitario dipendente delle strutture. Soldi che sarebbero serviti – secondo quanto ricostruito – a coprire tasse federali per la previdenza sociale, Medicare e Social Security, e imposte federali sul reddito. E che invece il 55enne Walczak avrebbe utilizzato per l’acquisto di beni di lusso, come uno yacht dal valore di 2 milioni di dollari e altre spese presso negozi come Bergdorf Goodman e Cartier. Anche in quel caso Walczak era stato condannato: 18 mesi di carcere, incluso un risarcimento di 4,4 milioni. Condanna e risarcimento che erano stati “abbonati” a Paul Walczak dopo che la madre, Elizabeth Fago, figura di spicco nelle aule repubblicane, aveva partecipato ad una cena esclusiva di raccolta fondi nel club privato Mar-a-Lago di Palm Beach, dal costo vertiginoso di 1 milione di dollari a partecipante. Paul Walczak si era dichiarato colpevole dei reati ascrittigli pochi giorni dopo le elezioni 2024 e proprio a ridosso del giorno dell’insediamento aveva presentato richiesta di grazia al neo presidente. Tre settimane dopo l’evento a Mar-a-Lago, come riferisce anche L’Espresso, arrivava la pronuncia di grazia piena e incondizionata di Trump per il figlio di Fago, grazia che ne annullava tanto la pena detentiva quanto il risarcimento. Indiscrezioni lanciate, nel gennaio scorso, proprio dal New York Times che sottolinea come in seno alla condanna di Walczak, un giudice avesse giustificato l’incarcerazione dicendo che “non c’è una carta di uscita gratuita dal carcere” per i ricchi (“Is not a get-out-of-jail-free card” for the rich).

Il caso Jenkins – Ancor più controversa si configura invece la grazia concessa, sempre da Trump, a Scott Howard Jenkins. A quanto riporta il Globalist Syndication, Jenkins, ex sceriffo della contea di Culpeper (Virginia), aveva accettato oltre 75mila dollari in tangenti in cambio della nomina a vice sceriffi ausiliari di “semplici” civili. Un giro di “cash-for-badges” nel quale uomini d’affari pagavano contanti in cambio di distintivi, porto d’armi e accesso a corsie preferenziali. Uomini talvolta privi di esperienza e formazione nel settore. La condanna arrivò unanime dalla giuria nel 2024: 10 anni in un carcere federale. Ma per Trump, già ai ferri corti col sistema giudiziario, Jenkins è stato vittima di un Dipartimento “troppo zelante” e perciò “non merita di passare un solo giorno in carcere” (“This Sheriff is a victim of an overzealous Biden Department of Justice, and doesn’t deserve to spend a single day in jail“).

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Il Fatto Quotidiano

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