Trump dà il via libera: gli Usa tornano a inviare armi a Kiev. E Mosca risponde con raid su Kiev
- Postato il 10 luglio 2025
- Di Panorama
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Washington ha ripreso a inviare armamenti all’Ucraina: la svolta è arrivata una settimana dopo che gli Stati Uniti avevano sospeso la fornitura di alcuni missili a Kiev. In particolare, due funzionari americani hanno fatto sapere all’Associated Press che “le armi dirette in Ucraina includono munizioni da 155 mm e razzi a guida di precisione noti come Gmlrs”. Negli ultimi giorni, Donald Trump aveva espresso irritazione nei confronti della condotta di Vladimir Putin sul dossier ucraino. “Putin non sta trattando bene gli esseri umani”, aveva detto mercoledì, per poi aggiungere: “Sta uccidendo troppe persone. Quindi stiamo inviando armi difensive all’Ucraina, e ho dato la mia approvazione”. Non solo. Trump aveva anche aperto alla possibilità di sostenere un disegno di legge che, introdotto al Senato, imporrebbe dazi del 500% a quei Paesi che, come l’India, acquistano prodotti energetici dalla Russia. Tutto questo, sebbene, alcune ore fa, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, abbia incontrato il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, parlando di crisi ucraina e Medio Oriente. A seguito del faccia a faccia, Rubio ha espresso “frustrazione” per lo stallo diplomatico, ma ha anche aggiunto che Lavrov gli avrebbe comunicato una non meglio precisata “nuova idea” sull’Ucraina. Il segretario di Stato americano ha comunque esortato i Paesi europei a fornire sistemi di difesa Patriot a Kiev.
Dall’altra parte, Mosca ha lanciato, nelle scorse ore, un massiccio attacco aereo contro Kiev. “Si tratta di un evidente aumento del terrore da parte della Russia”, ha dichiarato Volodymyr Zelensky, che si trova a Roma per la Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina. “Servono nuovi sistemi di difesa, incoraggio tutti i nostri partner ad aumentare i fondi, aumentare gli investimenti. Perché visto quello che fa la Russia, noi non possiamo fare a meno di finanziamenti per produrre dei droni”, ha dichiarato, nell’occasione, il presidente ucraino. Sul tema, durante il summit romano, è intervenuto anche il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “L’Ucraina dispone di sistemi d’arma all’avanguardia e in grado di garantire consegne rapide e a basso costo. È proprio ciò di cui abbiamo bisogno nell’Ue. Tuttavia, l’industria della difesa ucraina opera solo al 60% della sua capacità. Ora i nostri Stati membri possono ricorrere ai prestiti Safe e acquistare direttamente dall’industria della difesa ucraina: per i Paesi Ue si tratta di prodotti di altissima qualità, rapidi ed economici mentre per l’Ucraina si tratta di entrate fondamentali, ma anche di un’opportunità per rafforzare la propria base industriale nel settore della difesa”, ha affermato.
A margine del summit, si è anche tenuta una riunione video della coalizione dei volenterosi: riunione a cui – oltre a Giorgia Meloni, Keir Starmer, Emmanuel Macron e allo stesso Zelensky – ha preso parte, per la prima volta, l’inviato americano per l’Ucraina, Keith Kellogg. “Sono molto soddisfatta che per la prima volta, proprio da Roma, anche gli Stati Uniti parteciperanno alla riunione dei volenterosi con l’inviato speciale per l’Ucraina del presidente Trump, il generale Kellogg: credo che sia un segnale chiaro e un chiaro esempio dell’unità con cui continuiamo a lavorare per la sicurezza dell’Ucraina”, ha dichiarato la Meloni. Nel corso della riunione, Zelensky ha affermato che Mosca “sta bloccando tutti i tentativi di un accordo per il cessate il fuoco”. “Sono sicuro che in futuro potenzieremo insieme la coalizione dei volenterosi, e questo è importante”, ha aggiunto, ringraziando Kellogg per la partecipazione. “Con massicci e continui bombardamenti sui civili la Russia non mostra volontà di fare progressi. Per questo, in parallelo al necessario supporto all’Ucraina, sono d’accordo che dobbiamo anche aumentare la pressione su Mosca per raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e aprire la strada alla diplomazia”, ha dichiarato, dal canto suo, la Meloni durante la conferenza. “Dobbiamo concentrare i nostri sforzi sulla preparazione alla pace, costringendo Putin a sedersi al tavolo dei negoziati . Questa pressione coordinata farà la differenza”, ha aggiunto Starmer.