Trump: «Deluso da Putin, manderemo altre armi all’Ucraina»
- Postato il 8 luglio 2025
- Di Panorama
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Nelle ultime ore, le forze armate russe hanno colpito il territorio ucraino con un attacco notturno, utilizzando quattro missili antiaerei S-300/400 e 54 droni di vario tipo, inclusi i kamikaze Shahed di fabbricazione iraniana. A riferirlo è stata l’Aeronautica di Kiev tramite il canale Telegram, specificando che 34 droni ostili sono stati intercettati e neutralizzati grazie a sistemi di guerra elettronica. L’offensiva ha interessato cinque diverse aree del Paese. «Non sono affatto soddisfatto del comportamento del presidente Putin. Se posso evitare un conflitto, lo faccio, perché ne ho la possibilità… Devo dire, con franchezza, che mi ha deluso il fatto che Putin non abbia posto fine alle ostilità». Così si è espresso Donald Trump rispondendo alle domande dei giornalisti durante una cena ufficiale alla Casa Bianca insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Manderemo nuove forniture militari. È necessario. Gli ucraini devono potersi difendere. Sono sotto attacco pesante». Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha confermato, attraverso una nota ufficiale, che «seguendo le direttive del presidente» Donald Trump, è in corso l’invio di nuovi aiuti bellici a Kiev, allo scopo di «rafforzare la capacità di autodifesa dell’Ucraina». Il comunicato è stato diffuso dalle autorità governative americane. «Nel nostro impegno per costruire una pace stabile e porre fine alle violenze, continuiamo a utilizzare come guida il quadro strategico presidenziale per valutare le missioni militari globali, rimanendo fedeli alla priorità assoluta della difesa nazionale sotto il principio dell’‘America First», si legge ancora nella dichiarazione del Pentagono. Sul fronte diplomatico, Mosca ha fatto sapere che non è stata ancora fissata una data per i prossimi colloqui diretti con Kiev, e che si è in attesa di una risposta ufficiale da parte ucraina. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, lo ha reso noto durante una conferenza stampa.
Nel frattempo, il Cremlino ha riconosciuto con favore le iniziative statunitensi finalizzate a promuovere un confronto diretto tra le due capitali. Tuttavia, ha ricordato che Washington figura tuttora nell’elenco dei Paesi considerati ostili da Mosca. «Al momento non sono previste modifiche a tale lista», ha affermato Peskov in un briefing riportato dall’agenzia Interfax. «Apprezziamo l’impegno degli Stati Uniti – in particolare del presidente Trump e del suo team – per riavviare il dialogo con l’Ucraina. Crediamo che vi siano ampie potenzialità per rilanciare le relazioni economiche e commerciali, promuovendo progetti condivisi negli investimenti e nello scambio bilaterale». Secondo il portavoce del Cremlino, questi progetti «rispondono alle esigenze delle comunità imprenditoriali di entrambe le nazioni e potrebbero generare rilevanti benefici economici». Tuttavia, ha sottolineato che «le sanzioni statunitensi attualmente in vigore ostacolano questo processo, penalizzando non solo le imprese russe ma anche quelle americane». Alla domanda su un’eventuale esclusione degli USA dalla lista dei Paesi ostili, Peskov ha dichiarato: «Naturalmente, tale lista può essere rivista. Non è immutabile. Uno Stato resta considerato ostile fino a quando mantiene un atteggiamento ostile verso la Federazione. Solo con un cambio di rotta e l’avvio di un percorso di normalizzazione dei rapporti bilaterali potremo affrontare l’argomento della sua rimozione». Il Cremlino ha inoltre accusato l’Occidente di ostacolare i negoziati per una risoluzione pacifica del conflitto ucraino, continuando a fornire armamenti a Kiev. «Tali scelte non possono essere considerate parte di una strategia di pace. È evidente che la linea adottata dai Paesi europei mira a prolungare le ostilità», ha affermato ancora Peskov. In merito alle dichiarazioni del presidente Trump riguardo alla ripresa degli aiuti militari a Kiev, il portavoce ha precisato: «Non abbiamo ricevuto alcuna conferma ufficiale dell’interruzione o sospensione delle forniture. Al contrario, tutto indica che esse stiano proseguendo». Secondo Peskov, resta da chiarire «quali armi siano effettivamente inviate e in che quantità, poiché al momento circolano molteplici versioni contrastanti». Infine, il governo britannico ha annunciato l’adozione di nuove misure sanzionatorie contro Mosca, accusando le autorità russe di aver impiegato armi chimiche in violazione della Convenzione internazionale di riferimento. Secondo quanto riportato da Ukrinform, nell’elenco aggiornato delle sanzioni compaiono due alti ufficiali russi: Aleksey Rtishchev, a capo delle forze per la difesa chimica, biologica e radiologica, e il suo vice Andrei Marchenko. Entrambi, scrive l’agenzia, sarebbero coinvolti nell’uso di armamenti chimici in territorio ucraino. Le sanzioni prevedono il congelamento dei beni nel Regno Unito e il divieto di ingresso nel Paese.Anche il prestigioso Istituto russo di ricerca sulla chimica applicata è stato incluso tra gli enti sanzionati dal governo britannico.