Trump dichiara il Cartel de los Soles un’organizzazione terroristica (e mira a Maduro)
- Postato il 25 novembre 2025
- Di Panorama
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Nel più recente giro di vite contro il regime venezuelano, gli Stati Uniti hanno formalmente designato il Cartel de los Soles (Cartello dei Soli) come Foreign Terrorist Organization (FTO), decisione che segna un punto di svolta nella diplomazia fra i due Paesi. L’annuncio, effettuato dal Segretario di Stato Marco Rubio e pubblicato nel Federal Register, è diventato operativo il 24 novembre 2025.
L’accusa contro Maduro: narco-terrorismo e sostegno al crimine organizzato
Secondo la Casa Bianca, il Cartel de los Soles non è un gruppo criminale qualunque, ma una rete profondamente intrecciata con l’élite del potere venezuelano, fino ai vertici militari, dell’intelligence, del parlamento e della magistratura. Gli Usa sostengono che il cartello fornisca sostegno materiale a organizzazioni già designate come terroristiche, in particolare il Tren de Aragua e il cartello di Sinaloa.
In un comunicato del Dipartimento del Tesoro, l’OFAC (Office of Foreign Assets Control) ha spiegato che il Cartel de los Soles è “guidato” da Nicolás Maduro e da altri alti esponenti del suo regime. La designazione come “Specially Designated Global Terrorist” consente agli Stati Uniti di congelare beni, vietare qualsiasi tipo di transazione finanziaria con il gruppo, e criminalizzare il sostegno da parte di cittadini americani.
Obiettivi di egemonia regionale più che lotta alla droga
Il segretario della guerra, Pete Hegseth, responsabile per le operazioni nell’area del SOUTHCOM (United State Southern Command) ha dichiarato che la qualifica di terrorista apre “nuove opzioni” per il Pentagono, ampliando il ventaglio di strumenti su cui Washington possa fare leva. In effetti, numerosi analisti interpretano la mossa non soltanto come un’operazione contro il narcotraffico, ma anche come parte di una strategia più ampia per esercitare pressione su Maduro e sul suo governo, anche con minacce implicite di escalation militare. Il governo di Caracas ha categoricamente respinto la designazione, definendola “ridicola” e una “fabbricazione” messa in atto dalla Casa Bianca per giustificare “un intervento illegittimo e illegale” contro il Venezuela.
Le critiche: “Il cartello non esiste”
Non tutti gli osservatori concordano con la narrazione statunitense. Secondo alcuni analisti, il Cartel de los Soles non sarebbe un’organizzazione definita con struttura gerarchica, ma piuttosto un “concetto” utile a descrivere la corruzione endemica nei ranghi militari venezuelani. Adam Isaacson, direttore per il controllo della difesa presso il Washington Office on Latin America, afferma che “non ci sono riunioni regolari, non c’è una catena di comando strutturata”: insomma, secondo lui non è un cartello nel senso classico.
Il contesto più ampio
Questa mossa si inserisce in un’escalation di tensioni tra U.S.A. e Venezuela. Nei mesi scorsi, gli Stati Uniti avevano già designato altri gruppi latinoamericani come organizzazioni terroristiche, come il citato Tren de Aragua.
Dietro le quinte, questa decisione cade insieme a un’operazione militare congiunta più ampia: l’Operation Southern Spear, una campagna lanciata dal Pentagono per combattere il narco-terrorismo usando una flotta ibrida (sistemi navali, robotica, sorveglianza) nei Caraibi. Questa, nelle ultime settimane, ha effettuato diversi raid mirati contro le presunte imbarcazioni appartenenti ai diversi cartelli che viaggiavano attraverso le tratte marittime caraibiche. Tale dimostrazione di forza non è solo simbolica: fornisce agli Stati Uniti capacità concrete di controllo su una regione delicata e fondamentale per gli interessi dell’amministrazione Trump.
Tuttavia, la condanna da parte di potenze come Russia e Cina suggerisce che la crisi venezuelana potrebbe trasformarsi in un confronto più ampio. Non è solo una guerra contro un cartello, ma una partita globale su sovranità, risorse e influenza.
Scelta simbolica o preludio a un’escalation?
La designazione del Cartel de los Soles come organizzazione terroristica rappresenta molto più di un’operazione di contrasto al traffico di droga: è un pezzo chiave di una strategia geopolitica statunitense volta a ripristinare una complessa egemonia nella regione.
La scelta americana segna un punto di svolta. Washington sembra voler ridefinire non solo il rapporto col regime di Maduro, ma la sua stessa proiezione di influenza nell’America Latina. Se riuscirà a mantenere questa pressione senza cadere nella trappola di un’escalation aperta, dipenderà da molti fattori: la resistenza venezuelana, le reazioni regionali, e le mosse diplomatiche delle potenze globali.