Trump, l’Iran e il nodo dell’uranio

  • Postato il 4 giugno 2025
  • Di Panorama
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Donald Trump è stato chiaro: l’eventuale accordo sul nucleare con Teheran non consentirà al regime khomeinista di arricchire l’uranio. “Sulla base della nostra potenziale intesa: non permetteremo alcun arricchimento dell’uranio!”, ha dichiarato su Truth il presidente americano.

Una presa di posizione, la sua, arrivata poco dopo la pubblicazione di un articolo di Axios, secondo cui, sabato scorso, gli americani avrebbero presentato agli iraniani una bozza di accordo: una bozza che avrebbe concesso loro di arricchire l’uranio, sebbene a bassi livelli. Stando a quanto riferito dalla testata, il documento prevedrebbe che Teheran non realizzi nuovi impianti per l’arricchimento e che “smantelli le infrastrutture cruciali per la conversione e la lavorazione dell’uranio”. Gli ayatollah dovrebbero inoltre fermare lo sviluppo delle centrifughe e accettare delle ispezioni severe. L’arricchimento consentito, proseguiva Axios nel suo articolo, sarebbe soltanto quello a scopi civili. Tuttavia, come abbiamo visto, il post di Trump su Truth sembra aver smentito (almeno) questo passaggio della bozza.

Il tema è d’altronde delicato. L’Iran ha fatto più volte sapere di non voler rinunciare all’arricchimento tout court. Dall’altra parte, Israele e i sauditi temono che il regime possa approfittarne per dotarsi dell’arma atomica: uno scenario, questo, che preoccupa significativamente anche la Casa Bianca. Una Casa Bianca che sta cercando di dosare, nel suo rapporto con l’Iran, il bastone e la carota.

In tutto questo, lunedì, un diplomatico iraniano ha fatto sapere a Reuters che Teheran avrebbe intenzione di respingere le proposte avanzate da Washington. “L’Iran sta elaborando una risposta negativa alla proposta degli Stati Uniti, che potrebbe essere interpretata come un rifiuto dell’offerta statunitense”, ha dichiarato, per poi aggiungere: “In questa proposta, la posizione degli Stati Uniti sull’arricchimento sul suolo iraniano rimane invariata e non c’è una spiegazione chiara in merito alla revoca delle sanzioni”.

E proprio le sanzioni rappresentano un altro punto di divergenza tra le parti. Gli ayatollah chiedono una loro revoca immediata, mentre l’amministrazione Trump punta a una loro eliminazione graduale, sia perché non si fida troppo del regime khomeinista sia per fornire rassicurazioni a israeliani e sauditi. Non a caso, prima di avviare i negoziati, l’attuale presidente americano aveva ripristinato la strategia della “massima pressione” su Teheran, ordinando anche dei bombardamenti contro gli Huthi nello Yemen.

Il processo negoziale rischia però adesso di finire in stallo, come emerge dalle dichiarazioni del diplomatico iraniano rilasciate a Reuters. Ecco forse perché, nelle scorse ore, Trump è sembrato tornare a mettere sotto pressione gli ayatollah con un altro post su Truth neanche troppo sibillino. “Stiamo ammassando armamenti a un tasso mai visto prima nel nostro Paese. Speriamo comunque che non dovremo usarli!”, ha scritto il presidente americano. 

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Panorama

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