Trump preoccupato per le politiche di Israele in Cisgiordania. Ma grazia Tel Aviv sui dazi: esentati prodotti agricoli

  • Postato il 30 dicembre 2025
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Donald Trump e i suoi consiglieri hanno espresso ”preoccupazione” per le politiche israeliane in Cisgiordania, durante l’incontro di lunedì in Florida con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Washington avrebbe espresso il timore che l’instabilità in Cisgiordania possa compromettere gli sforzi per stabilizzare la Striscia di Gaza ed espandere gli Accordi di Abramo, prima della fine del secondo mandato di Trump. Lo riferisce il Times of Israel (citando un funzionario statunitense) e il sito Axios. Netanyahu ha affrontato il tema due volte: prima durante l’incontro preparatorio con il Segretario di Stato Marco Rubio, Steve Witkoff e Jared Kushner; poi nel faccia a faccia pomeridiano con Donald Trump.

Dopo gli incontri di Miami, Trump ha esteso, per tutto il 2026, l’esenzione dai dazi per alcuni prodotti agricoli israeliani, garantendo così la continuità degli scambi commerciali e suggellando il nuovo accordo raggiunto il primo dicembre.

Trump chiede a Netanyahu di fermare le violenze in Cisgiordania

In conferenza stampa con il leader di Tel Aviv, Trump ha ammesso la “lunga discussione, un’ampia discussione, sulla Cisgiordania”. L’accordo “al 100%” ancora non c’è, “ma arriveremo a una conclusione” e il premier israeliano “farà la cosa giusta”. La Casa Bianca avrebbe criticato tre elementi: la violenza incontrollata dei coloni sui palestinesi, l’espansione degli insediamenti, i miliardi di tasse destinati all’Anp trattenuti da Israele (con il governo di Ramallah sull’orlo del collasso). Si tratta della prima volta, sottolinea Axios, che Washington affronta in modo approfondito con Netanyahu il dossier Cisgiordania. Secondo le fonti, il governo Netanyahu negli ultimi tre anni ha indebolito l’Autorità nazionale palestinese riducendone i fondi, ampliando gli insediamenti e favorendo lo sfollamento forzato dei palestinesi: in sostanza, un’annessione di fatto dei territori. Trump dunque avrebbe chiesto a Netanyahu di evitare mosse provocatorie e di “raffreddare le tensioni”. Secondo gli Usa, cambiare rotta in Cisgiordania è fondamentale per riallacciare i rapporti di Israele con l’Europa e, si spera, espandere gli Accordi di Abramo. “Netanyahu si è espresso con forza contro la violenza dei coloni e ha affermato che prenderà ulteriori provvedimenti”, ha dichiarato la fonte informata.

Iran, per gli Usa l’attacco militare resta un’opzione

Durante l’incontro, Netanyahu ha inoltre illustrato le sue preoccupazioni per il riarmo di Iran e Hezbollah, in particolare sul fronte dei missili a lungo raggio. Trump ha ribadito pubblicamente che ulteriori attacchi militari contro l’Iran restano un’opzione sul tavolo. Secondo le fonti, Netanyahu ha accettato di procedere verso la seconda fase dell’accordo su Gaza, nonostante le divergenze con l’amministrazione Trump sulla sua attuazione. Ha inoltre accolto la richiesta del presidente statunitense di riprendere i colloqui con il governo siriano per un possibile accordo di sicurezza.

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