Trump punito nei sondaggi, su economia fa peggio di Biden. E per molti elettori “il sogno americano è finito”
- Postato il 21 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Quello di Fox News è solo l’ultimo dei sondaggi che evidenziano le difficoltà del presidente americano Donald Trump. Ma il dato è significativo perché sul fronte dell’economia il Tycoon fa addirittura peggio del suo predecessore, il democratico Joe Biden, quando era a fine mandato. Secondo il sondaggio della rete di Rupert Murdoch, che non può certo dirsi vicina ai dem, il 76% degli elettori ha un’opinione negativa sull’economia statunitense, contro il 70% di Biden a fine corsa. Il 62% imputa all’attuale amministrazione le responsabilità della situazione economica, e solo il 32% che dà la colpa a Biden. In un clima di generale incertezza, a pesare sarebbero soprattutto i prezzi. “Un numero elevato di persone, sia in generale che tra i repubblicani, afferma che quest’anno i costi per generi alimentari, utenze, assistenza sanitaria e alloggio sono aumentati”, scrive Fox News. Lo sconforto degli elettori riguarda entrambi gli schieramenti, ma “la disapprovazione per l’operato complessivo di Trump ha raggiunto livelli record tra i suoi sostenitori più fedeli”, scrive l’emittente.
La disapprovazione verso l’operato di Trump si registra soprattutto tra uomini bianchi e persone senza laurea. L’86% dei repubblicani esprime ancora un giudizio positivo, ma in calo rispetto al 92% del marzo scorso. Nel complesso dell’elettorato, il 41% approva e il 58% no. Due mesi fa erano 46-54% e peggio di così è andata solo nell’ottobre 2017, durante il primo mandato di Trump, quando si attestavano al 38-57%. Quanto alla propria condizione economica personale, col 60% che la descrive appena sufficiente o negativa, in linea con l’anno precedente, le valutazioni sono particolarmente sfavorevoli (70% negative) tra chi non ha un titolo universitario, gli ispanici, gli afroamericani, gli indipendenti e gli under 45. Tra gli elettori con un reddito familiare sotto i 50 mila dollari, chi giudica negativamente la propria situazione finanziaria arriva al 79%.
Ma la MAGAnomics inizia a stare stretta anche a chi ha stipendi più alti. Secondo un nuovo studio pubblicato da The Harris Poll, un terzo di coloro che guadagnano almeno 100 mila dollari l’anno afferma di essere “in difficoltà o finanziariamente al collasso”. Metà degli intervistati afferma che il tanto accarezzato “sogno americano” di lavorare sodo per andare avanti sembra sempre più irraggiungibile, “rivelando una generazione di professionisti che hanno ottenuto tutto sulla carta ma si sentono in difficoltà finanziarie”. In particolare si punta il dito contro gli aumenti per generi alimentari, alloggio e assistenza sanitaria, tanto che vacanze, benessere personale e persino i risparmi per la pensione sarebbero sempre più cose “belle da avere” piuttosto che un risultato affidabile da ottenere con il duro lavoro. “Il 10% più ricco sta silenziosamente lottando, quindi cosa succede al restante 90%?”, si domanda il rapporto. Il risultato segue di appena due mesi un altro sondaggio del Wall Street Journal che ha rilevato come quasi il 70% delle persone ritenga che il sogno americano – secondo cui se lavori duro, andrai avanti – non sia più vero o non lo sia mai stato: il livello più alto in quasi 15 anni di sondaggi.
Alle politiche dei repubblicani targate Trump gli elettori concedono il primato su sicurezza dei confini, immigrazione e criminalità, ma attribuiscono ai democratici una maggiore efficacia su politiche climatiche, costo della vita, retribuzioni e sanità. Questioni che sembrano spingere i dem nei consensi. Un nuovo sondaggio dà loro il margine più ampio di gradimento sui repubblicani dal 2017. Secondo l’ultima proiezione di Npr (National Public Radio), Pbs News (Public Broadcasting Service) e Marist (Centro di ricerca sull’Opinione Pubblica della Marist University), i candidati democratici hanno il 14% di probabilità in più di essere sostenuti alle elezioni del Congresso del prossimo anno. Per ritrovare una percentuale del genere bisogna tornare alla vigilia delle Midterm del 2018, quando si aggiudicarono 40 seggi. Il tema dell’accessibilità economica è una questione prioritaria per quasi il 60% degli intervistati. Sempre secondo questo sondaggio, ci sarebbe poi una diffusa antipatia per il presidente, col suo indice di gradimento, pari al 39%, che è il più basso tra tutte le rilevazioni Marist condotte durante il suo secondo mandato.
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