Trump punta tutto sul rilancio degli Accordi di Abramo

  • Postato il 17 novembre 2025
  • Di Panorama
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Donald Trump punta a rilanciare celermente gli Accordi di Abramo. Axios ha riferito che, a ottobre, il presidente americano avrebbe esortato il principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, a normalizzare le relazioni tra Riad e Gerusalemme. “Il nostro messaggio ai sauditi è: ‘Abbiamo fatto tutto quello che ci avete chiesto. Ora, ci sono cose che il presidente Trump vuole, come la normalizzazione dei rapporti con Israele. Quindi, come vi muoverete ora in questa direzione?”, ha dichiarato un funzionario statunitense.

La posizione saudita e il nodo palestinese
Eppure, almeno in apparenza, la strada della normalizzazione non sembra essere esattamente in discesa. Haaretz, citando fonti palestinesi, ha riportato che Riad non avrebbe intenzione di procedere con la normalizzazione finché ci sarà al potere il governo guidato da Benjamin Netanyahu. In particolare, i sauditi vorrebbero “condizionare la normalizzazione a una chiara proposta diplomatica per la creazione di uno Stato palestinese”: Stato palestinese che, come noto, l’ala destra dell’attuale esecutivo israeliano non è disposta a consentire. In tutto questo, stando ad Axios, “Israele non si oppone alla vendita di caccia F-35 da parte degli Stati Uniti all’Arabia Saudita, ma vuole che ciò sia condizionato alla normalizzazione delle relazioni del regno con lo Stato ebraico”.

Un incontro imminente alla Casa Bianca
Ricordiamo che bin Salman dovrebbe incontrare Trump martedì alla Casa Bianca. E che sul tavolo del meeting ci saranno prevedibilmente tanto il dossier degli Accordi di Abramo quanto quello degli F-35. “Spero che l’Arabia Saudita aderisca agli Accordi di Abramo al più presto”, ha dichiarato il presidente americano venerdì scorso. Il nodo quindi è significativo, ma forse non insormontabile.

Pressioni diplomatiche parallele
Chiaramente la Casa Bianca sta cercando di fare pressione in due direzioni: sull’ala destra del governo israeliano e su Riad. Tutto questo, senza trascurare che, alla fine dei conti, i rapporti tra l’Arabia Saudita e lo Stato ebraico potrebbero essere meno tesi di quanto i due vogliano dare a intendere. Non dimentichiamo infatti che il genero di Trump, Jared Kushner, sta svolgendo un ruolo cruciale nella diplomazia statunitense in Medio Oriente. Quello stesso Kushner che storicamente intrattiene solidi legami tanto con Israele quanto con l’Arabia Saudita. Tra l’altro, non va trascurato un altro elemento: la ricostruzione di Gaza. Un fattore, questo, che rappresenta un potenziale collante tra Gerusalemme e Riad. Ed è proprio su questo dossier che Trump sta cercando di far leva per promuovere la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi.

Il fattore Iran e il nuovo possibile accordo
Infine, ma non meno importante, emerge un ulteriore collante. La comune paura di israeliani e sauditi nei confronti delle ambizioni atomiche di Teheran. È per questo che Trump vuole negoziare un nuovo accordo con l’Iran, che gli impedisca di conseguire l’arma nucleare. È in questo contesto che, domenica, il ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Abbas Araghchi, ha timidamente aperto a una ripresa dei colloqui con Washington.

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Panorama

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