Trump ricuce con Zelensky: “Vuole un accordo”. E sulla Russia: “Deluso da Putin, smetta di sparare e tratti”
- Postato il 28 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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Donald Trump si dice molto deluso dalla Russia aggiungendo che il presidente Vladimir Putin dovrebbe smettere di sparare e trattare. Per Trump, Volodymyr Zelensky è invece “più calmo” e “vuole un accordo”.
Le parole del tycoon sono state riportate dai media americani. Trump, con la stampa ha tracciato un bilancio dell’incontro con il presidente dell’Ucraina avvenuto a San Pietro: “È andato bene. Zelensky sta facendo un buon lavoro e vuole un accordo. Ha chiesto più armi”. A chi gli chiedeva se a suo avviso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sia disposto a cedere la Crimea nell’ambito di un accordo per la fine della guerra, il tycoon ha risposto “penso di sì”. “La Crimea è stata ceduta anni fa, senza un colpo di arma da fuoco sparato. Chiedete a Obama”, ha messo in evidenza ancora l’inquilino della Casa Bianca.
San Pietro è “l’ufficio più bello che abbia mai visto. È stata una scena molto bella” ha affermato ancora Trump riferendosi all’incontro con l’omologo ucraino avvenuto a margine dei funerali di papa Francesco. L’incontro tra i due è stato fortemente sostenuto anche dalla Santa Sede ed ha ridato speranza agli ucraini di ottenere una pace che non sia una resa.
Gli Usa: “Kiev e Mosca accettino concessioni reciproche entro la prossima settimana”
Lo stallo sulla pace, a Washington viene vissuto con crescente insofferenza. Da qui la nuova richiesta alle parti in conflitto di accettare concessioni reciproche entro la prossima settimana. I colloqui tra Zelensky, Trump e i leader dei volenterosi, a margine dei funerali del Papa, hanno in qualche modo reindirizzato la pressione diplomatica verso la Russia. Tanto che lo stesso presidente americano, nel volo di rientro da Roma, si è lasciato andare ad un’insolita sfuriata nei confronti di Putin, accusandolo di “prendere in giro” gli sforzi di pace con i suoi raid sui civili, e minacciando nuove sanzioni.

Mosca ha provato a schivare gli attacchi rimarcando le distanze all’interno del blocco transatlantico. Dmitry Peskov, il portavoce di Putin, ha assicurato che il lavoro con gli americani continua, “in modo discreto e non in pubblico”. Peskob ha ricordato le convergenze tra le due potenze, a partire dall’idea che la Crimea sia russa e che Kiev non potrà mai entrare nella Nato. A rafforzare il concetto ci ha poi pensato Serghiei Lavrov. Il ministro degli Esteri ha accusato gli europei di “voler trasformare, insieme a Zelensky, l’iniziativa di pace di Trump in uno strumento per rafforzare l’Ucraina”, a dispetto delle idee della Casa Bianca. Mosca, in particolare, conta sul fatto che le rivendicazioni territoriali di Kiev, così come le garanzie di sicurezza, non interessino più di tanto a Washington.
Gli ucraini al contrario vogliono ricompattare i loro alleati. Zelensky, pur smentendo la resa nel Kursk, ha ammesso che la situazione al fronte è difficile per gli incessanti raid russi ed ha sottolineato che il nemico insiste nell'”ignorare la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco completo e incondizionato”.
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