Trump rilancia l’intesa con Hamas: vertice con Netanyahu per fermare la guerra
- Postato il 7 luglio 2025
- Di Panorama
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Il primo ciclo di colloqui indiretti tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e sulla liberazione degli ostaggi si è concluso senza risultati concreti. Lo riferiscono diversi organi di stampa. Gli incontri si sono svolti a Doha, capitale del Qatar, con la mediazione congiunta di Egitto e Qatar. Secondo fonti riportate dai media, la delegazione israeliana non avrebbe ricevuto un mandato negoziale sufficientemente esteso per raggiungere un’intesa con Hamas. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giudicato ieri come «irricevibili» le modifiche richieste da Hamas alla bozza d’accordo per il cessate il fuoco, sostenuta da Stati Uniti e Israele. Tuttavia, entrambe le parti si dicono pronte a proseguire i negoziati nella capitale qatariota. Lo ha confermato una fonte palestinese, dopo che il round di trattative avviato ieri a Doha, finalizzato a mediare una tregua e a definire un’intesa sullo scambio di prigionieri e ostaggi, si è chiuso senza progresso. «Nuove sessioni negoziali indirette tra rappresentanti israeliani e di Hamas dovrebbero svolgersi in mattinata a Doha per continuare il confronto», ha affermato la fonte. Da parte israeliana non sono giunte conferme ufficiali.
Nel frattempo, Israele ha condotto un raid notturno con circa venti caccia contro obiettivi situati nei porti yemeniti sotto il controllo delle milizie Huthi, alleate dell’Iran. Lo riferiscono le Forze di Difesa israeliane (IDF) in una nota: «Nella serata di ieri, circa venti velivoli da combattimento hanno sganciato oltre 50 ordigni colpendo infrastrutture terroristiche legate al regime huthi nei porti di Al Hudaydah, Ras Isa, Salif e presso l’impianto elettrico di Ras Kanatib». Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha commentato l’operazione denominata “Black Flag”: «Le IDF stanno colpendo con forza obiettivi del regime terroristico huthi». Ha poi aggiunto: «La legge che vige nello Yemen è quella di Teheran. Chi danneggia Israele sarà colpito a sua volta. Gli Huthi continueranno a subire pesanti conseguenze per le loro azioni».
Nel frattempo, Hamas avrebbe perso il controllo di circa l’80% della Striscia di Gaza. A rivelarlo è un alto responsabile della sicurezza del gruppo, che ha parlato con la BBC a condizione di anonimato. Il vuoto lasciato dal movimento islamista, ha spiegato, viene riempito da clan armati sostenuti da Israele, «presenti ovunque».L’esponente, ferito durante la prima settimana di combattimenti e dimessosi per motivi di salute, ha dichiarato che l’apparato di comando e controllo di Hamas è stato praticamente smantellato sotto i colpi dell’aviazione israeliana, che ha colpito duramente la leadership politica, militare e di intelligence. «Dobbiamo essere onesti: della struttura di sicurezza è rimasto ben poco. La quasi totalità dei leader, circa il 95%, è stata eliminata. Tutti gli esponenti attivi sono stati uccisi», ha dichiarato. E ha aggiunto: «Cosa impedirebbe ora a Israele di portare avanti la guerra fino in fondo? Hanno tutti i vantaggi: controllo militare, silenzio della comunità internazionale, assenza di reazione da parte dei regimi arabi, e una società locale ormai al collasso». Se Israele e Hamas riuscissero a concludere i negoziati promossi da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, il conflitto a Gaza, che prosegue da quasi due anni, verrebbe sospeso temporaneamente. L’intesa prevederebbe il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi e l’incremento degli aiuti umanitari destinati alla popolazione dell’enclave. Oggi si è espresso anche Yasser Abu Shabab, leader di una milizia filo-israeliana e appartenente al clan beduino dei Tarabin. Abu Shabab ha creato formazioni armate che operano con il supporto di armi fornite da Israele per contrastare Hamas nella Striscia di Gaza. In un’intervista rilasciata a Ynet, ha dichiarato: «Cosa non è stato detto su di me da Hamas?», aggiungendo: «Mi hanno definito criminale, ladro, affiliato all’ISIS: tutto nel tentativo di screditarmi. Ma non ha funzionato. Chi rapisce e uccide bambini, come nel caso della famiglia Bibas, può davvero ritenersi legittimato a giudicare gli altri? Si tratta di individui disumani e spregevoli, la cui fine è vicina». Abu Shabab ha poi accusato direttamente Hamas per quanto avvenuto il 7 ottobre: «Quegli atti sono stati pianificati e realizzati senza alcuna considerazione per le persone che vivono in condizioni disperate a Gaza», ha detto. «Abbiamo perso tutto – le abitazioni, i beni, il lavoro e i risparmi – mentre loro si rifugiano nei tunnel, privi di ogni dignità. C’è forse ingiustizia più grave di questa?».
A proposito delle trattative in corso per una tregua, Abu Shabab ha dichiarato: «Vogliamo che gli ostaggi israeliani siano restituiti alle loro case. Ogni individuo innocente, da qualunque parte provenga, ha il diritto di riabbracciare la propria famiglia. Gli abitanti di Gaza hanno già pagato un prezzo altissimo a causa della follia di un gruppo terroristico. Non abbandoneremo la Striscia: continueremo a combattere Hamas», ha concluso. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è intanto giunto a Washington, dove in giornata è previsto un incontro con il presidente statunitense Donald Trump alla Casa Bianca, alle 18:30 ora locale (00:30 in Italia). In agenda anche colloqui con il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato domenica che ci sono «concrete possibilità» di giungere a un’intesa con Hamas per la liberazione degli ostaggi «entro questa settimana».«Ritengo che vi siano buone probabilità di concludere un accordo con Hamas… forse già entro la prossima settimana», ha affermato Trump parlando ai giornalisti durante il rientro a Washington dopo il weekend festivo. Poi ha aggiunto: «Abbiamo già ottenuto il rilascio di numerosi ostaggi, ma per quanto riguarda coloro che sono ancora trattenuti, credo che un numero significativo potrà essere liberato».Trump ha inoltre dichiarato che gli Stati Uniti stanno «portando avanti diverse iniziative» con Israele, inclusa – ha lasciato intendere – una possibile intesa stabile con l’Iran.Il presidente ha ribadito che i recenti attacchi statunitensi hanno «messo fuori uso» le installazioni nucleari iraniane durante l’ultimo conflitto tra Israele e Iran, durato dodici giorni.
Parlando con la stampa prima di salire a bordo dell’aereo diretto negli Stati Uniti Netanyahu ha affermato:«Stiamo lavorando per definire un’intesa secondo i parametri concordati», ha detto il premier israeliano, sottolineando che l’obiettivo finale è «l’eliminazione totale di Hamas da Gaza. Ho mandato una delegazione a Doha con istruzioni precise», ha aggiunto Netanyahu. «Sono convinto che il confronto diretto con il presidente Trump potrà contribuire in modo decisivo al raggiungimento dell’esito che tutti auspichiamo». Netanyahu ha infine aggiunto: «Ci sono ancora 20 ostaggi in vita e 30 persone che purtroppo sono morte. Siamo determinati a riportarli tutti a casa. Il nostro obiettivo è impedire che Gaza rappresenti nuovamente un pericolo per Israele. Non possiamo tollerare altre azioni come rapimenti, omicidi, decapitazioni o infiltrazioni. Questo significa una sola cosa: eliminare del tutto le capacità militari e il potere di governo di Hamas che non esisterà più».
Infine mentre scriviamo giunge notizia che il secondo round di colloqui a Doha sul dossier ostaggi si è chiuso senza alcun progresso. Lo riferisce l’emittente qatariota Al Jazeera ( house organ di Hamas) , citando il proprio corrispondente nella capitale. Nessuna svolta sarebbe emersa nei primi due cicli negoziali. Una terza sessione è stata fissata per questa sera.