“Trump sapeva di essere citato nei file di Epstein, a riverarglielo fu la ministra Biondi”
- Postato il 24 luglio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Il Dipartimento della Giustizia sapeva che il nome di Donald Trump compariva più volte nel dossier sul caso Epstein e decise di avvisare il presidente. A informare Trump, fin dallo scorso maggio, era stata Pam Bondi, la Segretaria alla Giustizia, durante un briefing alla Casa Bianca.
A pubblicare queste indiscrezioni è sia il New York Times, sia il Wall Street Journal di Rupert Murdoch, lo stesso quotidiano che aveva svelato l’esistenza della lettera oscena di auguri attribuita a Trump per il 50esimo compleanno di Epstein nel 2003. Un biglietto che il presidente ha sempre dichiarato come fals denunciando per diffamazione e danni il Wall Street Journal a cui ha anche chiesto 10 miliardi di dollari di risarcimento.
Trump ha sempre negato di esser stato messo al corrente di una menzione del suo nome nei file. Lo ha fatto pubblicamente ed ha sempre asserito che i nomi non devono essere pubblicati in quanto non contengono nulla di rilevante. La loro pubblicazione sarebbe, a detta del presidente, una violazione della privacy delle vittime.

Per Trump la questione legata ai file di Epstein è una spina nel fianco. Una parte del movimento Maga si è infatti ribellata al suo mancato rispetto della promessa elettorale di piena trasparenza sui file di Epstein, convinta che in questi documenti ci siano nomi dell’élite americana. E molti di loro iniziano a credere alle rivelazioni stampa sulla presenza del nome di Trump.
Intanto lo Speaker della Camera, Mike Johnson, ha deciso di anticipare la pausa estiva del parlamento americano proprio per evitare rischi di imbarazzanti voti sulla pubblicazione dei file. Questo avviene mentre la commissione di vigilanza della Camera dei rappresentanti ha deciso di convocare l’ex collaboratrice e compagna di Jeffrey Epstein, la socialite britannica Ghislaine Maxwell, per una deposizione che si terrà l’11 agosto e che si svolgerà nel carcere di Tallahassee in Florida. Qui, la Maxwell sta scontando la sua condanna per essere stata connivente con i crimini sessuali commessi da Epstein.
Il presidente della Commissione Jamer Comer ha inviato un messaggio alla Maxwell con su scritto: “I fatti e le circostanze intorno al suo caso e a quello di Epstein hanno ricevuto grande attenzione e interesse pubblico. Mentre il dipartimento di Giustizia si impegna a scoprire e rendere pubbliche ulteriori informazioni relative ai casi che riguardano lei e il signor Epstein, è fondamentale che il Congresso eserciti un controllo sull’applicazione delle leggi federali in materia di traffico sessuale in generale e, in particolare, sulla gestione delle indagini e dei procedimenti giudiziari a carico suo e del signor Epstein”.
Il nome di Trump nei file di Epstein
I funzionari del dipartimento di Giustizia, all’inizio dell’anno hanno esaminato le casse di documenti relativi a Jeffrey Epstein ed hanno scoperto che il nome di Donald Trump compariva diverse volte. A maggio, la ministra della Giustizia Pam Bondi e il suo vice hanno quindi informato il presidente Trump della presenza del suo nome insieme a quelli di altri personaggi di profilo.
Non è chiaro se esistano o meno informazioni compromettenti che vengono citate in questi documenti. Una vicinanza tra Trump ed Epstein sarebbe però davvero troppo per Trump che dovrebbe poi giustificarsi davanti alla base Maga che lo sostiene.
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