Trump vuole licenziare i militari transgender: polemiche e imbarazzo tra i Repubblicani
- Postato il 9 maggio 2025
- Di Panorama
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La questione dei militari transgender statunitensi sta diventando trasversale, con alcuni rappresentanti del Partito repubblicano che sono contrari al provvedimento e quindi non allineati con l’amministrazione Trump.
Intanto però la Corte Suprema degli Stati Uniti ha autorizzato l’amministrazione del presidente Donald Trump a imporre il divieto di arruolamento delle persone transgender nell’Esercito, nonostante un aumento dei ricorsi legali presentati dai militari coinvolti e da soggetti aspiranti.
La Corte è intervenuta nella controversia relativa a una norma che, presumibilmente, squalifica le persone transgender per il servizio militare. La decisione sorprende perché i tre giudici progressisti della Corte avevano affermato che avrebbero mantenuto in sospeso la norma.
Ricordiamo che subito dopo l’inizio del suo secondo mandato, nel mese di gennaio, Trump si è mosso con decisione per limitare i diritti delle persone Lgbt.
Tra le azioni del Tycoon, un ordine esecutivo afferma che l’identità sessuale dei militari transgender “confligge con l’impegno di un soldato a condurre uno stile di vita onorevole, onesto e disciplinato, anche nella vita privata” ed è dannosa per la preparazione militare.
In risposta, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha emanato una norma che concede alle forze armate trenta giorni di tempo per stabilire come ricercare e identificare i militari transgender al fine di rimuoverli dal servizio, fatto che ha suscitato preoccupazioni non soltanto da parte dei Democratici, ovviamente contrari a qualsiasi discriminazione.
Il giudice Benjamin Settle della Corte distrettuale di Tacoma, Washington, nell’affrontare alcuni ricorsi si è invece pronunciato a favore di diversi militari transgender di lunga data, i quali hanno affermato che il divieto è offensivo e discriminatorio e che il loro licenziamento causerebbe danni permanenti alla loro carriera e alla loro reputazione.
Come è avvenuto recentemente al tenente colonnello Bree Fram, attualmente l’ufficiale transgender con il grado più alto nel Dipartimento della Difesa statunitense.
Ora, tra battaglie legali e ambiguità sui congedi volontari, i militari transgender hanno dichiarato al Military Times di voler soltanto poter fare il loro lavoro e di essere stupiti del fatto che l’amministrazione Trump non abbia finora fornito alcuna spiegazione sul perché i militari transgender, che hanno potuto prestare servizio apertamente negli ultimi quattro anni senza alcun problema, debbano essere improvvisamente espulsi dai Corpi, ha scritto Settle.
Tra i quesiti posti, uno presenta un alto valore etico: che cosa c’entrano il patriottismo e i valori di lealtà, fedeltà e determinazione con le preferenze sessuali.
Non manca inoltre un certo imbarazzo tra i repubblicani, poiché il giudice Settle è stato nominato dal presidente George W. Bush, ma soprattutto perché è un ex capitano del Corpo dei Jag (Giudici avvocati generali).
Settle ha anche imposto la sospensione a livello nazionale della norma e una corte d’appello federale ha quindi respinto la richiesta d’urgenza avanzata dall’amministrazione Trump.
Il Dipartimento di Giustizia si è quindi rivolto alla Corte Suprema, la cui sentenza è stata temporaneamente sospesa da una corte d’appello federale che aveva ascoltato le argomentazioni il mese scorso.
Il collegio di tre giudici, di cui due nominati da Trump durante il suo primo mandato, sembrava favorevole alla posizione dell’amministrazione, ma il risultato è stato l’opposto.
Mesi addietro, in una sentenza più restrittiva che seguiva una procedura di ricorso, un giudice del New Jersey aveva anche impedito all’Air Force di rimuovere due militari transgender, sostenendo che la loro separazione avrebbe causato danni permanenti alla loro carriera e reputazione, tale che nessun accordo monetario di risarcimento avrebbe potuto compensare.