Truppe cinesi in Ucraina per peacekeeping: chissà che ne pensano Macron e Salvini

  • Postato il 24 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Vuoi vedere che sarà proprio la Cina a trovare la quadra per raggiungere la pace in Ucraina?

Sembra una fake news, ma non lo è perché quando la grande potenza orientale si esprime bisogna riflettere e capire dove quel Paese voglia arrivare.

A sorpresa ha fatto sapere a tutto il mondo che lei sarebbe propensa a mandare le sue truppe a Kiev, sempre con il placìdo accordo di Zelensky.

Vediamo di spiegarne le ragioni: Trump sarebbe felicissimo perchè si toglierebbe una spina dal fianco che continua a dargli seri grattacapi. “Ben vengano i cinesi”, avrebbe detto ai suoi collaboratori più stretti. Contenta la Russia che non ha vinto ancora la guerra (e forse non la vincerà mai), contenta l’Ucraina che è alla ricerca di una qualsiasi azione che possa far finire questo atroce conflitto; contenta infine l’Europa che dalla guerra in corso può avere solo gravi conseguenze.

Ucraina in salsa di soia

Truppe cinesi in Ucraina per peacekeeping: chissà che ne pensano Macron e Salvini, nella foto Xi Jinping alla Parata per la Vittoria di Mosca con Putin
Truppe cinesi in Ucraina per peacekeeping: chissà che ne pensano Macron e Salvini – Blitzquotidino.it (nella foto Ansa: Xi Jinping alla Parata per la Vittoria di Mosca con Putin)

Se le armi non dovessero tacere dove potrebbe arrivare quel senso di predominio che ha Putin? Il conflitto  è a due passi da noi, non vogliamo nemmeno immaginare che cosa potrebbe accadere.

La “bomba informatica” esplode in un momento in cui predomina lo stallo. L’incontro a due tra Ucraina e Russia è di là da venire: il dialogo doveva esserci prima della fine del mese di agosto, ora questa data è diventata solo una chimera. Buona sola a far dire al solito Trump: “Dò al Cremlino due settimane di tempo per una risposta”.

Se non dovesse esserci che cosa accadrà? Magari che il presidente americano faccia ancora un passo indietro e rimandi alle calende greche un’altra espressione ad effetto. Kiev continua a dire che Putin non vuole la pace, desidera solo annettersi i territori occupati, la Crimea e il Donbass, rendere Zelensky una nullità e coronare il suo sogno di far accomodare sulla poltrona di premier  ucraino un “uomo” che risponda soltanto ai suoi ordini.

Tutto questo mentre la guerra infuria, i bombardamenti non hanno un attimo di respiro, i missili colpiscono di notte i centri dove vive la popolazione civile la quale si augura ogni giorno che questa tragedia finisca.

L’iniziativa cinese

In un futuro immediato sapremo se l’iniziativa cinese avrà avuto successo riportando tranquillità tra la gente che non vuole più sentire il fracasso delle bombe.

La situazione internazionale non gode ottima salute. Anche una piccola scintilla può provocare un incendio che sta mettendo a soqquadro (ancora una volta) i rapporti tra Francia e Italia.

Sempre per colpa di quell’esercito che dovrebbe andare a stazionarsi nei dintorni di Kiev. Dei 27 paesi europei pochi sono d’accordo con questa idea. L’Italia è contraria, la Francia no.

Ad appiccare il fuoco sono le (solite) parole di Matteo Salvini che rivolgendosi al presidente francese sostiene: “Si metta l’elmetto e ci vada lui in Ucraina”.

Succede il finimondo perché l’espressione non è proprio “politically correct” e fa infuriare Macron. L’ambasciatore italiano a Parigi viene convocato dal ministro degli Esteri, si crea quindi un nuovo attrito fra i due Paesi.

Il segretario della Lega non si scompone: “Macron è nervoso perché l’ottanta per cento dei suoi connazionali non lo vuole più all’Eliseo”.

Giorgia Meloni, diplomaticamente, tace. Elly Schlein non vede l’ora di intervenire e indovinate da che parte sta? Contro Palazzo Chigi, è ovvio, perchè ogni scusa è buona per attaccare la premier. Anche se un comportamento del genere non è proprio, come dire, italiano.

La guerra (ideologica, per carità) non accenna a diminuire, protagoniste sempre le regioni dove si andrà a votare già dalla fine di settembre. Il campo largo è di nuovo in subbuglio: in Toscana, Campania e Calabria non si riesce a trovare quel denominatore comune che dovrebbe unire i partiti dell’opposizione. Stavolta a mettersi di traverso è Carlo Calenda che non ci vuole più stare con questi “amici” in nessuna delle tre regioni citate.

I candidati sono molto nervosi, non sanno più che pesci prendere e scelgono due direzioni diverse: qualcuno alza la voce e parla di tradimento dei soliti 5Stelle; altri preferiscono stare a guardare sedendosi sulla riva del fiume.

Toh, chi si rivede, lo spread quando nessuno se lo aspettava.

Non se ne parla più da quando è sceso ai minimi termini. Sta zitta l’opposizione ed  è un atteggiamento comprensibile: mai essere vicino all’avversario. Tace anche la maggioranza che dovrebbe farne il suo fiore all’occhiello.

I tempi in cui lo spread riempiva le prime pagine dei giornali dove è finito? Questa è preistoria: governava Silvio Berlusconi, si poteva dire di tutto, di più.

L'articolo Truppe cinesi in Ucraina per peacekeeping: chissà che ne pensano Macron e Salvini proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti