Turismo, Balzola (FIPE): “Sbagliato cantare vittoria per un agosto pieno, dobbiamo destagionalizzare”

  • Postato il 19 agosto 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Carlomaria Balzola

Provincia. Ora che agosto si avvia ai titoli di coda, una domanda sorge spontanea: com’è andata davvero la stagione turistica nel savonese?

Gli operatori del settore parlano di luci e ombre, con la sensazione che, rispetto agli anni passati, le seconde abbiano superato le prime. A pesare è stato – in parte – anche il meteo ballerino, che non smette mai di incidere: nel savonese è attesa persino una nuova allerta arancione, proprio tra poche ore: segno che il cielo non concede tregua neppure in questo scorcio di fine estate.

Da sempre, l’estate in Riviera viene raccontata come il periodo in cui si riempie ogni spazio e ogni struttura, come se i tre o quattro mesi centrali dell’anno potessero da soli garantire la sopravvivenza del turismo in provincia di Savona. Una visione che forse funziona per gli stabilimenti balneari, la cui attività è concentrata sull’alta stagione, ma che non regge per chi tiene la serranda alzata dodici mesi l’anno, dovendo far fronte a periodi in cui le presenze sono poche o nulle.

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Ecco perché Carlomaria Balzola, presidente di Fipe Confcommercio, non ci sta quando sente definire agosto come il mese “risolutore di ogni problema”. Per Balzola è una visione miope, che rischia di ridurre l’intero anno a poche settimane di lavoro intenso. Da qui il suo appello a un cambio di passo, a favore di un orizzonte capace di andare oltre il “weekend buono” o l’illusione che agosto basti a compensare tutto.

In altre parole, Balzola invita tutti – balneari compresi – a cambiare prospettiva e a lavorare insieme per costruire un turismo che non si esaurisca con la stagione balneare, ma che sappia rendere la Riviera vivace, attrattiva e sostenibile 365 giorni l’anno.

“Pensare di aver salvato la stagione solo perché si è riempito il cassetto nel mese di agosto è a dir poco riduttivo – spiega Balzola a IVG -. È giusto riconoscere che questo periodo dell’anno porta un ottimo fieno in cascina, ma non basta più. Per le attività che lavorano tutto l’anno servono visioni a lungo raggio e strategie capaci di rendere la Riviera appetibile ben oltre i canonici quattro mesi estivi”.

Un richiamo forte, quello di Balzola, che parte dai numeri: afflussi record sì, ma anche criticità crescenti in termini di sicurezza, decoro e gestione del territorio. “Ad Alassio si passa da 10mila a 80mila presenze nel giro di pochi giorni: con gli stessi organici delle forze dell’ordine, che fanno veri miracoli. Vanno ringraziati, ma non possiamo pensare che agosto risolva tutto. Così rischiamo solo di attirare un turismo mordi e fuggi, spesso volgare e poco rispettoso, che non porta valore ma dequalifica”. E ad Alassio, così come in altre località della provincia, purtroppo gli esempi di questo genere non sono mancati.

La strada, secondo Balzola, è scritta: bisogna allungare la stagione e diversificare l’offerta. Anche qui, gli esempi non mancherebbero secondo il presidente di Fipe Savona: “Finale Ligure insegna con l’outdoor e il cicloturismo: il futuro è un turismo esperienziale, competitivo, che dura almeno otto mesi. Non siamo solo mare e sdraio: l’entroterra, le strutture congressuali, le opportunità culturali sono ancora troppo inespresse. I dati ci dicono che la Liguria sta tornando ad attrarre i mercati del Nord Europa, i turisti francesi e anche quelli che fuggono dall’overtourism delle città italiane, i cui costi esorbitanti sono sempre più insostenibili per molte famiglie. Ma serve coraggio imprenditoriale, anche perché paradossalmente la politica su questi temi è più avanti, con strumenti messi a disposizione della parte datoriale per agevolare assunzioni e formazioni”.

Per il presidente provinciale di Fipe l’obiettivo è chiaro: bisogna uscire dalla logica del “tutto concentrato ad agosto” e immaginare una Riviera capace di lavorare dodici mesi l’anno, creando anche occupazione stabile. Perché un turismo basato solo sulla politica del “cassetto pieno a fine stagione” non basta più e finisce per penalizzare anche il lavoro, alimentando la fuga di giovani.

“Se ci limitiamo ad arraffare tutto in due settimane, non costruiamo futuro – conclude Balzola –. Agosto non può essere la risposta a tutto, al massimo è il primo passo. La vera sfida è creare prodotti turistici innovativi e rendere la Liguria vivibile, accogliente e attrattiva 365 giorni l’anno. Solo così eviteremo che i ragazzi scappino. Perché se gli diamo da lavorare tre o quattro mesi e poi li lasciamo a casa, come possiamo pensare che restino?”.

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Il Vostro Giornale

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