Uber, troppe richieste inevase: a Bologna servono più taxi
- Postato il 31 agosto 2025
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- Di Virgilio.it
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Uber in Italia sta crescendo, soprattutto in alcune aree del Paese, come, ad esempio, la città di Bologna. L’azienda, nel territorio del comune emiliano, opera sia con autisti di auto a noleggio con conducente (Ncc) che, dallo scorso mese di gennaio, con i tassisti, grazie a un accordo con Taxi Cat che ha permesso di attivare il servizio Uber Taxi (già attivo in altre città italiane).
Nonostante una forte domanda per il servizio, Uber deve fare i conti con un problema “strutturale”. Il ridotto numero di vetture disponibili pone degli interrogativi per il futuro. Per migliorare il servizio di trasporto a Bologna potrebbe essere necessario un incremento del numero di vetture. Su questa linea è il Comune che, lo scorso anno, ha pubblicato un avviso mirato alla creazione di 72 nuovi taxi, misura fortemente osteggiata dalle associazioni di categoria.
I numeri di Uber
A fare chiarezza sulla situazione sono le parole del direttore generale di Uber Italia, Lorenzo Pireddu, che, come riporta l’edizione bolognese del Corriere della Sera, ha confermato di essere sulla stessa lunghezza d’onda dell’amministrazione bolognese. Il manager, infatti, ha fornito alcuni dati sul servizio che offrono una fotografia aggiornata della crescita di Uber ma anche del problema che caratterizza i trasporti in città. Secondo Pireddu:
“Negli ultimi dodici mesi la domanda sull’app di Uber, tenendo conto sia dei taxi sia delle auto Ncc, è aumentata del 127,9%. Tuttavia, oltre il 57% delle richieste, in crescita del 209,61% rispetto all’anno precedente, non viene soddisfatto”.
Questo dato è strettamente legato a una carenza strutturale di autisti taxi e Ncc attivi in città, nonostante una crescita del 64% del numero medio settimanale di autisti attivi, considerando sia taxi che Ncc. Per quanto riguarda i taxi, per via del fatto che il servizio è stato lanciato a gennaio 2025, per il momento Uber non può fornire dati più precisi. Per il futuro, sottolinea Pireddu, l’azienda è pronta a
“collaborare attivamente con il Comune, i partner taxi e Ncc per garantire un accesso sempre più ampio a un servizio di trasporto comodo, affidabile e sicuro, oltre che facile da utilizzare”
Per questo motivo, Uber ha invitato l’amministrazione bolognese a considerare un incremento del numero di licenze. Con un intervento di questo tipo, infatti, sarebbe possibile soddisfare la crescente richiesta di mezzi di trasporto.
La risposta di Uritaxi
Il punto di vista di Uber non è l’unico. Ad affrontare la questione del trasporto pubblico a Bologna è anche Letizia Iorio, delegata provinciale di Uritaxi, che evidenzia un aspetto non sollevato dal manager di Uber. L’azienda, infatti, per il momento ha raccolto poche adesioni tra i taxi, avendo stretto un accordo con il consorzio più piccolo, stando alle parole di Iorio.
Di conseguenza, per la rappresentante di Uritaxi, Uber non dovrebbe chiedere più licenze al Comune di Bologna ma dovrebbe impegnarsi maggiormente per raccogliere più adesioni. Il tema resterà centrale anche per il futuro, considerando sia la crescente richiesta da parte di cittadini e turisti del servizio proposto da Uber sia la questione delle licenze su cui il Comune sarà chiamato a esprimersi nel corso del prossimo futuro.