Ucraina, denunciò “morti in massa” tra i russi al fronte: il generale Ivan Popov condannato a 5 anni
- Postato il 24 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Aveva parlato di “morti e feriti in massa” tra le truppe russe al fronte. Ora il generale Ivan Popov, nome di battaglia “Spartacus“, è stato condannato a 5 anni di carcere con l’accusa di “frode”. Una corte militare, riferisce la Tass, lo ha anche privato del grado. Popov è uno degli ufficiali più alti in grado delle forze armate del Cremlino ad aver partecipato all’invasione dell’Ucraina alla guida della 58ª armata.
Il caso era venuto alla luce nel luglio 2023. Il 23 giugno il Gruppo Wagner, milizia paramilitare che combatteva al servizio di Mosca, si era ribellato e aveva cominciato a marciare verso la capitale, fermato alcune ore dopo dal leader Yevgeny Prigozhin. La rivolta aveva innescato una lunga serie di ricadute nelle alte gerarchie militari russe. “L’esercito ucraino non e’ riuscito a sfondare le nostre linee al fronte, ma il nostro alto comandante ci ha colpiti alle spalle, decapitando l’esercito in modo vile e a tradimento nel momento più difficile e intenso”, diceva una voce attribuita a Popov in una registrazione vocale pubblicata il 12 luglio dal deputato (ed ex generale) russo Andrey Gurulyov. “Bisognava o tacere ed essere codardi o dire le cose come stanno”, affermava la voce attribuita a “Spartacus”. “Ho anche sollevato una serie di altri problemi e ho espresso tutto al massimo livello in modo franco ed estremamente duro”, proseguiva il messaggio audio. “Non avevo il diritto di mentire, quindi ho delineato tutte le questioni problematiche che esistono oggi nell’esercito in termini di lavoro di combattimento e supporto”. Per questo ministro della Difesa Sergei Shoigu “ha firmato l’ordine e si è sbarazzato di me” con l’accusa di tradimento.
Nel maggio 2024 Popov era stato arrestato con accuse di “frode”. Nelle settimane precedenti erano stati arrestati con accuse di corruzione il vice ministro della Difesa Timur Ivanov e il generale Yuri Kuznetsov, mentre l’economista Andrei Belousov era diventato ministro della Difesa al posto di Sergey Shoigu, un fedelissimo di Vladimir Putin a cui è stata comunque affidata la guida del Consiglio di sicurezza russo.
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