Ucraina. Regioni contese, adesione alla Nato, dimensioni dell’esercito, elezioni: cosa prevede il piano di 19 punti dell’Ue
- Postato il 25 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Regioni contese. Adesione alla Nato. Dimensioni dell’esercito. Elezioni presidenziali. Sulla stampa internazionale cominciano a trapelare alcuni contenuti del nuovo piano di pace in 19 punti nato dai negoziati tra gli americani, gli ucraini e gli europei, dopo che il progetto americano in 28 punti, elaborato dall’inviato Usa Steve Witkoff e dal capo del Fondo russo per gli investimenti Kirill Dmitriev sulle richieste avanzate negli anni da Mosca, aveva provocato la levata di scudi di Kiev e dell’Unione europea.
Il nodo principale resta quello dei territori contesi. Citando la bozza elaborata da Londra, Parigi e Berlino, Reuters indica che “l’Ucraina si impegna a non recuperare il suo territorio sovrano occupato con mezzi militari. I negoziati sugli scambi territoriali inizieranno dalla linea di contatto“. Anche il Guardian evidenzia che la controproposta ucraino-europea insiste perché i negoziati partano dal fronte lungo il quale i due eserciti si affrontano in questo momento, senza riconoscere automaticamente come russe le aree già occupate né quelle alle quali Mosca aspira come previsto dal piano in 28 punti elaborato da Witkoff e Dmitriev, e che non vi sia alcun riconoscimento immediato dei territori acquisiti militarmente. Per il Financial Times, invece, le questioni territoriali, compresi i possibili scambi, sono state “messe tra parentesi” e rimandate a colloqui diretti tra Trump e Zelensky, che secondo fonti ucraine potrebbero avvenire la prossima settimana.
Secondo punto in ordine di importanza, l’adesione di Kiev alla Nato. Il Financial Times riferisce che la questione è stata rinviata: la bozza non prevede una decisione immediata, lasciando anche questo punto “tra parentesi” in attesa di un confronto tra i capi di Stato. Secondo Reuters, invece, la bozza europea suggerisce che l’adesione di Kiev “dipende dal consenso dei membri della Nato”, un consenso che al momento secondo l’agenzia non esiste. Il Guardian aggiunge che, sebbene la proposta europea non escluda del tutto l’ingresso nell’Alleanza atlantica, sottolinea l’importanza dell’autonomia di decisione dell’Ucraina, avvertendo però che Mosca potrebbe cercare di imporre condizioni vincolanti. Quanto di più lontano rispetto a quanto previsto dal cosiddetto “Piano Trump”, secondo cui non solo Kiev dovrebbe inserire in Costituzione che non entrerà mai nel Patto, ma la stessa Nato dovrebbe metterlo nero su bianco nel proprio statuto.
Anche la dimensione delle forze armate ucraine resta al centro del tavolo. Se la proposta iniziale americana prevedeva un limite di 600mila effettivi, Reuters indica che la bozza europea fissa un tetto più alto, di 800mila uomini in tempo di pace, mentre il Guardian mette in evidenza le preoccupazioni di molti leader occidentali, timorosi che un esercito troppo ridotto renda l’Ucraina vulnerabile in caso di future aggressioni. Un’eventualità alla quale, secondo l’agenzia internazionale, la proposta in 19 punti prevede garanzie in stile Articolo 5 della Nato, in base alle quali un possibile attacco armato da parte della Russia sarebbe considerato un’offensiva contro i membri del Patto e gli alleati potrebbero rispondere di conseguenza. Il tutto, senza che Kiev entri a farne parte.
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda l’uso degli asset russi congelati. Il punto 14 della proposta Usa prevedeva che “100 miliardi di dollari” dei beni della Federazione Russa bloccati in questo momento in Europa verrebbero utilizzati per “la ricostruzione dell’Ucraina sotto la guida degli Stati Uniti e ai quali spetterebbe “il 50% dei profitti derivanti da questi investimenti”. Il resto verrebbe destinato “a un fondo congiunto Usa-Russia per progetti individuali”. A questi, secondo il duo Witkoff-Dmitriev, l’Ue dovrebbe aggiunge altri 100 miliardi. Ora, descrivendo il nuovo piano in 19 punti, Reuters riferisce che gli asset resteranno congelati fino a quando Mosca non risarcirà i danni, senza prevedere una spartizione immediata dei profitti. Il Guardian sottolinea che la proposta europea non prevede investimenti guidati da Washington e riferisce che le sanzioni inflitte negli ultimi anni a Mosca potrebbero essere gradualmente allentate in cambio di una pace sostenibile, con il reintegro della Russia in organismi come il G8.
Numerosi altri punti restano in discussione. Il Financial Times sottolinea che molte questioni politicamente sensibili saranno trattate in colloqui diretti tra Zelenskyy e Trump. Secondo Reuters, la versione E3 del piano propone la creazione di una “security task force” composta da Usa, Ucraina, Russia ed Europa per monitorare l’attuazione dell’accordo, mentre il Guardian indica che il piano prevede elezioni in Ucraina “al più presto possibile” dopo la firma dell’accordo, senza dettagli precisi sul calendario. Laddove il piano Trump stabiliva che il voto debba tenersi “entro 100 giorni” dalla firma dell’intesa.
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