Ultimo, ma solo di nome: chi è il cantautore che batte ogni record

  • Postato il 14 agosto 2025
  • Di Panorama
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Il raduno degli Ultimi: a prima vista sembrerebbe il nome di un festival musicale underground, un evento di nicchia per fan e artisti di che si sentono incompresi. E invece no. Il Raduno degli Ultimi è il brand più grande evento della storia della musica dal vivo in Italia, l’attimo in cui Niccolò Moriconi, underdog del quartiere romano di San Basilio, supera se stesso e tutti gli altri: duecentocinquantamila biglietti venduti in tre ore per lo show del 4 luglio 2026 nella Spianata di Tor Vergata, venticinquemila in più di quelli da venduti da Vasco Rossi per il concerto dei record a Modena Park nel luglio del 2017. «Sono felice per Ultimo. Ogni record è fatto per essere battuto. Largo ai giovani. Ti voglio bene, Niccolò» ha postato Vasco, certificando il sorpasso. 

Per capire Ultimo e il suo successo bisogna tornare a quel che disse poche ore dopo la fine del Festival di Sanremo nel 2019: «Mi chiedo come sia possibile che il Festival dia l’opportunità alla gente di televotare da casa, dunque di spendere dei soldi, che la gente voti e che io arrivi al 46,5 per cento. Poi, un altro ottiene il 14 per cento e questo differenza viene ribaltata dal giudizio della sala stampa e da otto persone, la giuria d’onore, che con la musica c’entrano poco o nulla». La vittoria, per la cronaca, se l’aggiudicò Mahmood con Soldi, ma Ultimo, arrivato secondo con I tuoi particolari, centrò il bersaglio grosso, quello che conta, ovvero accreditarsi come espressione autentica della maggioranza silenziosa, voce di quelli che non sono e non bazzicano l’estabilishment. 

Il 4 luglio dello stesso anno sessantatremila fan lo accolgono come un eroe allo stadio Olimpico di Roma. E “la casa” di Antonello Venditti e della sua “Notte prima degli esami” trova un erede. 

È l’inizio di quella che Niccolò ama definire “la favola per sempre”, l’inizio del lungo cammino della tribù degli “ultimi” (adolescenti ma anche tanti adulti), di una narrazione all’insegna del “noi contro tutti”, fatta di canzoni melodiche, dall’anima pop rock (Cascare nei tuoi occhi, Il ballo delle incertezze e Poesia senza veli, sono alcune delle più note), dirette, intrise di vita e sentimenti popolari. Esattamente tutto quello che la maggioranza della critica musicale detesta più o meno cordialmente. Ma dall’Olimpico del 2019 in poi la strada per Ultimo è stata tutta in discesa. Il suo verbo è credere in se stessi anche quando si parte in svantaggio, lottare con tutte le forze per i propri sogni e poi realizzarli. Come ha fatto, sta facendo e molto probabilmente farà nei prossimi anni. 

A 29 anni, il suo curriculum comprende 42 stadi sold out, due milioni di biglietti per i concerti, 84 dischi di platino e 18 dischi d’oro per un totale di sette milioni di dischi venduti. Numeri che parlano chiaro, ottenuti in controtendenza, tenendosi alla larga dagli stereotipi di marketing del mercato musicale contemporaneo. Ultimo come è ovvio, funziona bene sulle piattaforme streaming (tre miliardi e mezzo di ascolti su Spotify), ma ci sono artisti che non riempiono gli stadi, e a volte nemmeno i palasport, che vanno molto meglio di lui nella gara al clic compulsivo. In ogni caso, oggi, visto che di prodotti fisici, cd e vinili, se ne vendono molto meno di un tempo, e cliccare per ascoltare un brano costa poco o nulla, l’unico parametro che conta per misurare la la popolarità di un artista sono i concerti, che invece non hanno un costo irrilevante, anzi. 

Ultimo gioca anche sul palco un campionato tutto suo, senza stupire con effetti speciali e monumentali coreografie hollywoodiane. Per far scattare il feeling bastano le canzoni, gli sguardi, il pathos e le brevi frasi che pronuncia davanti alla sua gente. «Chi mi segue da anni sa benissimo che non sono bravo con le parole e che quello che ho da dire lo esprimo direttamente nei miei pezzi» è uno dei suoi mantra. 

Gioca a essere diverso in tutto e per tutto Ultimo: misura con il contagocce le sue apparizioni sui social ed evita accuratamente di infarcire i dischi con i cosiddetti “featuring”, una delle tendenze più stucchevoli degli ultimi tempi, che consiste nel far partecipare al proprio disco decine di altri cantanti famosi o presunti tali per amplificare l’effetto promozione sui social. In questo senso Ultimo, nonostante la giovane età, è uno della vecchia scuola, che con il suo popolo vuole e cerca un rapporto diretto, non mediato dalla tastiera di uno smartphone.

Un esempio? La diretta dell’intero concerto all’Olimpico dello scorso 13 luglio trasmessa su un maxischermo piazzato nel celebre “Parchetto di Ultimo”, nel quartiere di San Basilio, il luogo dove è cresciuto e dove ogni centimetro è cosparso di citazioni delle sue canzoni. Un evento gratuito per settemila ragazzi che a fine serata, increduli, se lo sono trovati di fronte, a bordo di un van, poco dopo la fine del concerto allo stadio. Tutti con le braccia alzate al cielo e lui che sventolava una bandiera con la scritta “La favola per sempre”. Che adesso è diventata realtà. «A chi spera che tutto questo prima o poi finisca. A noi che sappiamo che non potrà finire mai. La nostra favola per sempre. Grazie» Parola di Ultimo. 

Autore
Panorama

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