Un artista italiano in residenza alla Real Fabrica de Tapices di Madrid. Il progetto tra arte contemporanea e artigianalità
- Postato il 20 agosto 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Gianluca Lattuada è nato a Milano, nel 1988. Ma da qualche anno vive a lavora a Madrid, orientando la sua ricerca prevalentemente sulla pittura (è anche poeta e sceneggiatore). È lui l’artista scelto per raccogliere il testimone di una lunga tradizione di scambi artistici propiziati dalla Real Fabrica de Tapices, nella capitale spagnola. Presso l’istituzione madrilena, che vanta oltre 300 anni di storia alle spalle, Lattuada sta completando una residenza di tre mesi che confluirà nella mostra personale visitabile dal prossimo 10 settembre. Fondato sulla reinterpretazione di materiali storici provenienti dai laboratori della Fabrica – a partire da frammenti di arazzi e tappeti, alcuni di notevole valore storico, Lattuada sta realizzando nuove opere tessili e pittoriche – il lavoro dell’artista milanese invita a riflettere sulla materia, sul gesto manuale e sull’identità come patrimonio vivente.








La storia della Real Fabrica de Tapices di Madrid
La Real Fabrica de Tapices, del resto, è un punto di riferimento europeo e mondiale nella manifattura e nel restauro di arazzi e tappeti. E continua a proporsi come officina viva e laboratorio creativo, proseguendo tanto l’attività di produzione che quella di restauro di materiali tessili. Non di rado, in passato, la fabbrica ha accolto artisti di spicco del panorama europeo, tra cui diversi italiani celebri.
Fondata nel 1721 per volere di Filippo V – per soddisfare la richiesta di arazzi e tappeti che arredassero i palazzi reali e lanciare l’economia industriale spagnola – la Real Fabrica conserva traccia della sua storia nell’Archivio che spesso fornisce materiale per esposizioni temporanee. Protagonista di molti racconti è Francisco de Goya, che nel 1775 realizzò la sua prima serie di cartoni per arazzi tessuti nella manifattura di Madrid, all’epoca ancora ubicata nei pressi della Porta di Santa Barbara (un secolo più tardi, la fabbrica troverà una nuova sede ad Atocha). Chi oggi prende parte alle visite guidate organizzate nel complesso, può apprezzare anche alcuni degli arazzi disegnati da Goya, accanto a cartoni e schizzi preparatori realizzati da pittori come Juan Gris, Pérez Villalta, Anton Raphael Mengs (nominato direttore della Real Fabrica da Carlo III), e un nutrito gruppo di italiani: Corrado Giaquinto, Andrea Procaccini, Jacopo Amigoni, Francesco Sabatini. Anche nel corso del Novecento tanti hanno collaborato con la Real Fabrica de Tapices, da Sonia Delaunay a Marc Chagall.

La Real Fabrica de Tapices di Madrid come officina viva. Tra produzione e restauro
Ma il percorso espositivo mette in luce anche un altro aspetto essenziale della storia della fabbrica, il cui valore fondante resta l’artigianalità di chi opera con i telai per restaurare o produrre nuovi pezzi (i tempi di produzione possono variare dai 7 ai 14 mesi per metro quadro). Attualmente la manifattura vede al lavoro più di 50 persone e gli spazi di lavoro si articolano tra i laboratori di tessitura, il laboratorio del colore per testare nuove tonalità, la stanza adibita a deposito dei gomitoli di lana. In giardino, una pianta di cocciniglia ricorda l’origine delle tinture naturali di un tempo.
La residenza di Gianluca Lattuada alla Real Fabrica de Tapices di Madrid. La mostra
Proprio all’operosità scoperta tra i laboratori della Real Fabrica de Tapices ha voluto ispirarsi Lattuada per la sua ricerca. Lo que fuimos y lo que seremos, come si intitola la mostra che si protrarrà fino al 30 settembre, inaugurando nei giorni del Madrid Gallery Weekend, è un progetto che istituisce un dialogo tra la memoria materiale del passato e i linguaggi del contemporaneo. Il processo creativo si è articolato in due fasi: prima la ricomposizione di materiali di scarto in quadri tessili astratti; poi un gesto inverso rispetto alla prassi della tessitura che prevede la realizzazione del prodotto a partire dal cartone dell’artista, con la produzione di dipinti a partire dai pattern visivi emersi dalle composizioni tessili. Esaltando la sinergia tra l’arte applicata e l’arte pittorica e l’economia circolare, su un orizzonte in cui il residuo non è scarto ma traccia viva e documento sensibile. Un lavoro reso possibile dal contatto quotidiano con gli artigiani della fabbrica. In mostra, le opere di Lattuada saranno esposte in dialogo con arazzi e tappeti storici della Real Fábrica, generando un confronto tra artigianato e arte visiva, memoria e immaginazione.
Livia Montagnoli
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