Un esame del sangue contro le infezioni neonatali

  • Postato il 28 maggio 2025
  • Di Focus.it
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Un esame che richiede il prelievo di una singola goccia di sangue può dire se il sistema immunitario di un neonato sia impegnato a combattere una qualche infezione e consentire la diagnosi precoce di condizioni pericolose. Il sistema, descritto sulla rivista scientifica Pediatric Research, restituisce un responso in 15 minuti e promette di garantire cure più tempestive ai neonati prematuri con condizioni infiammatorie gravi.. Una fase di grande vulnerabilità. A causa dell'immaturità del loro sistema immunitario, i neonati prematuri sono più soggetti a infezioni potenzialmente letali, come la sepsi o l'enterocolite necrotizzante. La prima è una reazione grave e generalizzata a un'infezione, solitamente batterica, che si diffonde attraverso il sangue. La seconda è un'infiammazione che provoca lesioni della superficie interna dell'intestino, e rappresenta una delle principali cause di mortalità tra i neonati prematuri.. Entrambe le condizioni possono manifestarsi con sintomi vaghi e peggiorare rapidamente. Una diagnosi precoce può garantire un intervento medico immediato e aumentare le possibilità di guarigione. . Troppo sangue e troppo tempo. Gli attuali metodi diagnostici richiedono il prelievo di ingenti quantità di sangue, rapportate al volume totale di sangue in un neonato prematuro (fino a 1 millilitro, sui 50 totali che possono scorrere nel corpo di un piccolo partorito a 28 settimane). I bambini sottoposti a questo tipo di test possono incorrere ad anemia (insufficienza di globuli rossi per il trasporto di ossigeno) in un momento in cui sono già debilitati per un'infezione in corso.. Inoltre, i test convenzionali possono impiegare ore o giorni per restituire un risultato. Il nuovo sistema si "accontenta" di 0,05 millilitri di sangue, un volume 20 volte inferiore a quello solitamente richiesto, e consegna un risultato in 15 minuti. Sul posto e direttamente in reparto, una condizione che lo rende particolarmente adatto ad essere impiegato anche in contesti rurali, in strutture sanitarie meno attrezzate.. A caccia di alterazioni nel sistema immunitario. Rispetto agli esami standard, che cercano nel sangue la presenza di patogeni, il nuovo test, messo a punto dagli scienziati della Singapore-MIT Alliance for Research and Technology di Singapore, si concentra sulla risposta e sulle alterazioni del sistema immunitario dei neonati. Misura quantità e cambiamenti di varie componenti immunitarie per capire se il sistema di difesa dell'organismo dei piccoli sia impegnato nel contrastare un'infezione. Alcuni dei parametri presi in considerazione sono gli stessi degli esami del sangue prescritti agli adulti, come la proteina C-reattiva (che aumenta in risposta agli stati infiammatori) o la conta dei globuli bianchi.. Gli scienziati hanno testato il nuovo esame su 19 neonati, 11 dei quali prematuri, e notato chiare differenze in come si comportavano le loro cellule immunitarie. Quando uno dei bambini ha sviluppato una grave forma di sepsi, il sistema ha rintracciato cambiamenti immunitari rilevanti, mostrando che era stato capace di rilevare l'infezione in una fase precoce. Ora gli scienziati proveranno a validarlo su popolazioni più ampie, di età diverse o su altre condizioni mediche.. Un altro esame, per le malattie rare. Un altro esame del sangue potrebbe invece accelerare le diagnosi di malattie genetiche rare nei neonati, riducendo la necessità di test invasivi e aumentando la resa diagnostica, cioè la risposta con una formulazione di diagnosi, nei piccoli con sintomi sospetti. Descritto sulla rivista scientifica Genome Medicine, il nuovo test cerca in alcune cellule del sangue una miriade di proteine, che confronta con quelle di persone sane. Siccome sono i geni a fornire le istruzioni per codificare le proteine, alterazioni nel profilo proteico possono smascherare mutazioni genetiche.. L'esame consente di analizzare più mutazioni potenziali contemporaneamente e fornisce i risultati in tre giorni. Si è rivelato particolarmente indicato per le malattie mitocondriali (cioè causate da alterazioni nel funzionamento dei mitocondri), ma è già applicabile a circa la metà delle 7.000 malattie rare note..
Autore
Focus.it

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