Un farmaco per i sintomi che precedono l'emicrania
Postato il 19 maggio 2025
Di Focus.it
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Un farmaco già usato per il trattamento acuto dell'emicrania, l'ubrogepant, si è dimostrato efficace anche contro i sintomi che precedono di ore, talvolta di giorni il dolore alla testa vero e proprio, malesseri che possono risultare debilitanti per chi soffre di questo disturbo. È la prima volta che un medicinale riesce ad alleviare i disturbi che anticipano l'emicrania, come l'aumentata sensibilità alla luce e ai suoni, la nausea, la nebbia mentale e la rigidità del collo. I risultati della sperimentazione clinica di fase III del farmaco sono stati pubblicati su Nature Medicine.. Ci risiamo: mal di testa in arrivo. Il processo di "preparazione" dell'emicrania inizia molto prima della fase di dolore (unilaterale, intenso e pulsante) alla testa. Circa il 60% dei pazienti che soffre di emicrania sperimenta anche la cosiddetta fase prodromica, caratterizzata da sintomi come stanchezza eccessiva, sbalzi d'umore, difficoltà di concentrazione, iper sensibilità ad alcuni stimoli sensoriali, rigidità muscolare. Questi malesseri non dolorosi ma spiacevoli possono durare anche giorni e sono, per chi ha imparato a conoscere la propria emicrania, campanelli d'allarme di un attacco in arrivo.
In alcuni casi, questi disturbi sono seguiti dall'aura, un insieme, più noto, di fenomeni neurologici di carattere visivo, linguistico o sensoriale che precedono il mal di testa vero e proprio.. Una fase da non dimenticare. Si pensa che i sintomi prodromici dell'emicrania siano legati alla disregolazione dei circuiti cerebrali che coinvolgono l'ipotalamo, una piccola regione cerebrale che regola molte funzioni corporee. L'ubrogepant blocca i recettori che si legano a una molecola che rende più sensibili i nervi nella testa e nel cranio durante l'emicrania. Finora, a questi malesseri prodromici, che rendono l'intera esperienza dell'emicrania ancora più spiacevole e prolungata nel tempo, come un ciclo che si perpetua nel tempo, non era stata dedicata sufficiente attenzione.. Farmaco o placebo. I neuroscienziati del King's College di Londra hanno coinvolto 438 persone tra i 18 e i 75 anni con storie di emicrania, ben capaci di riconoscere i prodromi del loro mal di testa, in un trial di 60 giorni. I partecipanti hanno dovuto ingerire una compressa di ubrogepant o di un placebo (in modo alternato e senza sapere che cosa effettivamente avessero assunto) ogni volta che avvertivano il sopraggiungere di quei sintomi familiari, e riferire se la pillola presa avesse avuto un qualche effetto.. Meno disagi. Rispetto a chi aveva assunto un placebo, i partecipanti che hanno assunto il farmaco hanno riferito una riduzione dei sintomi non dolorosi che anticipavano l'emicrania. Nelle valutazioni autoriportate, i volontari hanno raccontato miglioramenti nella capacità di concentrazione dopo un'ora, una ridotta sensibilità alla luce dopo due ore, minore affaticamento e minore rigidità al collo dopo tre ore. Anche la sensibilità al suono e il senso di nausea si sono attenuati, mentre lo studio non ha valutato gli effetti sull'aura, ove presente.. Un po' di sollievo. Gli effetti sono parsi statisticamente contenuti, rispetto al placebo, forse perché l'ubrogepant risulta davvero efficace contro l'emicrania per circa un paziente ogni 5 - per quanto faccia la differenza per questa minoranza, l'effetto si disperde nei dati su un gruppo numeroso di persone.
Anche se il farmaco era già utilizzato in fase acuta, i dati mostrano che funziona ancora meglio se lo si assume nella fase prodromica dell'emicrania. Comunque, il medicinale ha dimostrato il suo potenziale clinico contro sintomi spesso talmente debilitanti da interferire con il normale svolgimento di azioni quotidiane..