“Un giorno giocherà nel Real Madrid”: la storia del gigante Ziolkowski, nuovo acquisto per la difesa della Roma

  • Postato il 30 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Jan Ziolkowski non è nato con un pallone tra i piedi, ma con un tatami sotto di sé. Suo padre, maestro di arti marziali e fondatore di una scuola di addestramento a Varsavia, lo ha cresciuto tra disciplina, sacrificio e rispetto delle regole. Alto quasi due metri, fisico slanciato e sguardo deciso, Ziolkowski è il nuovo volto della difesa della Roma. La società giallorossa lo ha strappato alla concorrenza di Lione e Udinese al termine di una lunga trattativa durata circa un mese: Frederic Massara ha finalmente portato il polacco alla corte di Gian Piero Gasperini. Il club giallorosso ha così deciso di investire su di lui: sei milioni di euro più bonus al Legia Varsavia, dove il ragazzo del 2005 è cresciuto passo dopo passo, tra fatiche e profezie.

Una di queste lo accompagna da anni: “Un giorno giocherai nel Real Madrid”, disse di lui (a soli 15 anni) il suo ex allenatore al Polonia Varsavia Michał Libich. Parole che fanno sorridere, ma che riportano alla mente la predizione che José Mourinho fece per Dean Huijsen, oggi davvero sbarcato al Bernabéu. Eppure, in principio, il destino di Ziolkowski sembrava scritto altrove. I suoi eroi non erano calciatori, ma guerrieri: Jan Maciej Błachowicz, campione UFC, e Mamed Chalidov, leggenda delle arti marziali polacche. A calcio ci giocava, ma inizialmente era solo una passione alimentata dal tifo per il Legia (il cui stadio sorge a pochi passi dall’ospedale dov’è nato) e dai poster dell’ex capitano del Torino Kamil Glik appesi in camera. Poi, a 15 anni, fu ancora Libich a spronarlo. Lo guardò negli occhi e gli disse: “Mi ricordi Bednarek. Tu hai tutto per diventare un grande difensore”. Quelle dimostrazioni di stima gli cambiarono la vita.

Il Legia lo accolse a 17 anni. L’impatto non fu semplice: le aspettative erano enormi, le pressioni soffocanti. “Faceva fatica, inizialmente. Veniva messo spesso nella seconda squadra. Era indietro rispetto ai suoi compagni, ma gli abbiamo dato una bella iniezione motivazionale”, ha ricordato il suo allenatore nelle giovanili del Legia. Ziolkowski non mollò. Con pazienza si fece le ossa nella terza divisione e un mattone alla volta costruì la sua carriera. Oggi, a 20 anni, ha già un bagaglio importante: 22 presenze in Ekstraklasa, un gol, due assist, sei apparizioni in Conference League e l’esperienza nei preliminari di Europa League. In nazionale Under 20 ha già lasciato il segno con cinque presenze e una rete. E lo scorso anno Libich rincarò la dose. Al sito web przegladsportowy.onet.pl disse: “Non è da meno di Cubarsí”.

In campo Ziolkowski è un gigante di rara eleganza. Nonostante la struttura longilinea – 80 chili distribuiti su quasi due metri d’altezza – sa imporsi in area di rigore, sia in difesa che in attacco. Ha buona tecnica, senso della posizione e un’abilità notevole: leggere in anticipo le traiettorie. “Capisce dove cadrà la palla prima degli altri”, ha svelato Iordanescu, il suo ex allenatore proprio al Legia Varsavia. Se c’è un neo, è l’irruenza: 8 ammonizioni in 19 partite di campionato sono un dato da correggere. Ma di tempo per migliorarsi ne ha eccome. Ora il passo successivo lo ha portato a Roma, dove Gasperini lo attende per trasformarlo da promessa a certezza. Non è solo un rinforzo immediato: Ziolkowski rappresenta anche un investimento per il futuro. E il futuro, come ha imparato già sul tatami, si costruisce con disciplina, sacrificio e un pizzico di profezia.

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