Un nuovo asse per l’Europa? Roma, Berlino e Parigi secondo Calovini e Scotto
- Postato il 10 luglio 2025
- Esteri
- Di Formiche
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In un contesto globale segnato dall’incertezza, in cui i tradizionali punti di riferimento vacillano, l’Unione europea è chiamata a ridefinire il proprio ruolo. Italia, Germania e Francia – tre Paesi che, per storia e posizione, sentono una responsabilità particolare verso l’integrazione europea – possono guidare questa fase. Serve una cooperazione più stretta che non resti a livello dichiarativo, ma si traduca rapidamente in strumenti concreti di azione comune, soprattutto nei settori chiave della difesa e della politica estera. In questo senso, l’intensificazione in atto degli scambi e degli incontri a livello politico e istituzionale rappresenta il punto di partenza da cui costruire una direzione condivisa.
Le basi già esistono. Il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia (2021), il rinnovato Trattato dell’Eliseo tra Germania e Francia, e il Piano d’Azione per la cooperazione strategica tra Italia e Germania (2023) definiscono una rete politica solida. Letti insieme, questi accordi delineano una piattaforma trilaterale pronta a diventare operativa.
La difesa comune è il primo terreno su cui questa convergenza può produrre risultati. Una cooperazione più integrata tra i tre Paesi, che rappresentano una quota rilevante delle capacità europee, rafforzerebbe l’efficacia e la credibilità dell’Unione. Questo progetto si inserisce in un rapporto realistico e costruttivo con la Nato, senza duplicazioni né contrapposizioni, ma con l’obiettivo di guadagnare maggiore autonomia continentale. In quest’ottica, è anche essenziale che l’Unione costruisca sinergie concrete con partner strategici non appartenenti all’Unione europea, a partire da Regno Unito, Canada, Norvegia e Turchia, per rafforzare insieme la sicurezza collettiva su scala più ampia. Una capacità europea più solida rappresenta infatti un valore aggiunto non solo per l’Unione, ma anche per i suoi alleati transatlantici.
Anche sul piano della politica estera, l’Unione ha bisogno di maggiore coesione. In un mondo segnato dalla competizione tra potenze e dalla crisi del vecchio multilateralismo, Italia, Germania e Francia possono contribuire a definire una nuova configurazione multilaterale, fondata su cooperazione e responsabilità condivisa. Un coordinamento stabile renderebbe la voce dell’Unione più chiara ed efficace nello scenario globale.
Questo triangolo strategico deve essere inclusivo, aperto alla collaborazione con tutti gli Stati membri interessati a condividere visione, strumenti e obiettivi. Ma al tempo stesso deve agire con determinazione e urgenza. L’integrazione europea non può restare bloccata nell’attesa del consenso unanime: avanzare insieme, quando ci sono le condizioni, significa rafforzare l’intera Unione, non dividerla.
Va superata anche l’equazione tra integrazione e federazione. L’integrazione non è un traguardo istituzionale astratto, ma una pratica concreta: lavorare insieme, decidere insieme, costruire strumenti comuni. Solo così potranno maturare strutture condivise più avanzate.
Il triangolo strategico tra Italia, Germania e Francia è oggi una responsabilità politica reale. Attivarlo significa trasformare intese già esistenti in una piattaforma stabile di azione comune. È da qui che l’Unione Europea può riconquistare peso internazionale, rafforzare la propria coesione interna e affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del presente.