Un reparto del Gaslini per minori psichiatrici detenuti, la proposta del garante: “Basta ricoveri con gli adulti”
- Postato il 25 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Non solo carcere, il mio mandato riguarda tutte le persone con una limitazione della libertà personale e non solo i detenuti». Così Doriano Saracino, Garante Regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha presentato la relazione delle attività svolte nel biennio 2023-24 rappresentando, non solo gli Istituti di Pena della Liguria, ma anche temi legati ai minori/giovani adulti e alla salute mentale.
Sul tavolo tanti i temi, ma su tutti emerge il dossier relativo ai minori, soprattutto per i giovani con problematiche psichiatriche. Nel 2024 sono stati 118 i minori liguri ricoverati nei reparti di psichiatria (SPDC) insieme agli adulti. Talvolta si tratta di ragazzi e ragazze, che avendo da poco compiuto 14 anni, non trovano risposta nei reparti pediatrici. “La salute psichica dei giovani liguri è un aspetto su cui la Regione Liguria sta già lavorando – commenta Saracino – ma occorre un maggior impegno su alcune direttrici: creare un reparto per i giovani pazienti psichiatrici della fascia 14-16 anni all’Ospedale Gaslini, con personale specializzato; istituire comunità dedicate ai giovani autori di reato con problematiche psichiatriche, spendendo in tal modo sul territorio risorse che sono comunque impiegate; potenziare le neuropsichiatrie infantili prevedendo anche accordi con le agenzie educative che hanno in carico gli adolescenti”. Il Garante ha richiamato l’attenzione anche sulla durata dei ricoveri dei minori, che in alcuni casi hanno raggiunto i 90 giorni consecutivi.
La proposta per trovare delle modalità di apertura di un reparto specifico nel grande ospedale pediatrico genovese hanno trovato d’accodo l’assessore alla Sanità di Regione Liguria Massimo Nicolò, che si è detto disponibile ad aprire un tavolo per capire tutti gli aspetti e le modalità necessarie per aprire un percorso del genere.

Minori autori di reato
Sui tema dei minorenni, però, gli aspetti osservati dal garante sono diversi. Per quanto riguarda i reati compiuti da minori, infatti, i numeri parlano di un forte calo: 241 nuovi soggetti nel 2024, con un calo del 43% rispetto all’anno precedente. Mentre per la prima volta il numero dei minori stranieri ha superato quello degli italiani, ma in valore assoluto il valore è inferiore alla media dell’ultimo quinquennio. “Dobbiamo ragionare su questi temi senza farci prendere dall’emotività – ha commentato Saracino – aggiungendo che per i minori che commettono un reato e che non possono restare in famiglia occorre costruire alternative all’istituto penale minorile notando che, nel biennio 2023-24 una quota oscillante fra il 30% ed il 40% dei giovani reclusi al Ferrante Aporti di Torino provenivano dall’area ligure. Per la difficoltà di trovare posti in strutture idonee, i minori autori di reato spesso vengono inseriti in comunità nelle regioni del sud Italia; per questo occorre potenziare la rete delle comunità del nostro territorio disposte ad accogliere minori autori di reato nella nostra regione”.
Rems
Sul territorio ligure si trovano due R.E.M.S., strutture per autori di reato giudicati parzialmente o totalmente incapaci di intendere e di volere e con provvedimento della Magistratura di pericolosità sociale. La R.E.M.S. destinata ai pazienti liguri si trova sulle alture del quartiere genovese di Prà; la R.E.M.S. di Calice al Cornoviglio, nell’entroterra spezzino, ha, invece, mandato – unico in tutta Italia – di accogliere temporaneamente pazienti che non trovano posto nella loro regione e provenienti da tutti gli Istituti di Pena italiani. Nel biennio 2023-24 le due R.E.M.S. hanno dimesso ben 56 pazienti: da Calice al Cornoviglio essi sono rientrati nella regione di appartenenza, mentre da Prà alcuni hanno fatto ritorno al proprio domicilio perché stabilizzati dal punto di vista della patologia psichiatrica ma comunque seguiti dalla Salute mentale, ed altri inseriti invece in comunità. Il principio della territorialità vuol dire consentire alle persone di mantenere legami con la famiglia e progettare piani terapeutici individualizzati.
Sovraffollamento
Relativamente al tema del sovraffollamento, il Garante ha notato che in Liguria, come nel resto d’Italia, si rileva questa cronica problematica. Non si tratta solo di metri quadri. Vivere in sei in una cella, come accade alla maggioranza dei detenuti di Marassi, vuol dire rinunciare ad ogni forma di riservatezza. “Ad oggi la capienza regolamentare degli istituti penitenziari in Liguria è pari a 1.051 posti, ed i detenuti superano questa soglia – commenta il Dott. Saracino – precisando che con un indulto per le pene residue inferiori a due anni potrebbero essere scarcerate circa 450 persone che comunque usciranno a breve. Si creerebbero condizioni di vita e di lavoro per gli operatori penitenziari ben diverse e si darebbe un segnale di speranza ai detenuti”.
Sempre a proposito del carcere, il Garante ha ricordato alcuni altri aspetti sui quali intervenire, tra cui la necessità di progetti specifici finalizzati ai giovani adulti, in particolare per la fascia 18-20 anni, la necessità di avviare corsi stabili di formazione professionale, che ad oggi non risultano essere ancora attivati, avviare programmi di housing sociale per persone provenienti dalla carcerazione, l’opportunità di rivedere le modalità di accesso ai servizi psichiatrici in carcere.
Il Garante ha, infine, ricordato che nel corso del 2023 ha effettuato colloqui con 371 detenuti, mentre nel 2024 sono stati 333. Tra le problematiche affrontate ricorda, tra l’altro, quello del vitto alle persone detenute, nonché quello delle schermature alle finestre, che in alcuni istituti, e segnatamente ad Imperia, impediscono non solo la visuale ma anche la circolazione dell’aria. Tra i progetti in corso, che ci si auspica che vedano la luce nel corso dell’anno, un protocollo per la comunicazione degli eventi avversi in carcere, nonché il completamento della rete dei garanti territoriali.
“La figura del Garante regionale delle persone sottoposte a limitazione della libertà personale è un punto di raccordo essenziale tra le istituzioni e i cittadini più fragili, spesso invisibili – sottolinea Massimo Nicolò, Assessore alla Sanità – sottolineando che il lavoro svolto nel monitorare le condizioni di vita, promuovere la tutela dei diritti e favorire percorsi di inclusione e cura, anche in ambito sanitario, costituisce un contributo prezioso per garantire la dignità e il rispetto della persona in ogni contesto. Colgo l’occasione per ringraziare il Garante per il suo prezioso lavoro; per la Sua partecipazione attiva negli organismi regionali competenti e per la sinergia tra il nostro sistema sanitario e le altre figure di garanzia, insieme a una costante collaborazione con gli uffici regionali della salute e dell’ambito sociale, sono fondamentali per garantire a tutti, anche ai più deboli, il diritto universale alla salute. Desidero ringraziare il personale sanitario che opera quotidianamente negli Istituti penali della Liguria ma anche i professionisti regionali che gestiscono i progetti di reinserimento sociale sia intra murari che extra murari, con la funzione di essere di supporto rieducativo-ludico- di sostegno alla genitorialità- di orientamento lavorativo abitativo e sociale. Solo questi finanziamenti hanno un valore di circa 2.000.000 euro a cui aggiungere le necessarie risorse per garantire le cure (circa 4, 5 mil/anno)”.