“Una bibita gassata al giorno aumenta di 5 volte il rischio di cancro orale nelle donne”. Berrino: “È un dato drammatico. Fino ad oggi non c’era nessun sospetto”
- Postato il 26 aprile 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Le bibite gassate, un tempo apparente innocuo rifugio per la sete, con l’avanzare della ricerca medica si stanno trasformando in una fonte di gravi pericoli per la nostra salute. Ultima, in ordine cronologico, la scoperta di una relazione tra consumo di bevande zuccherate e importante rischio di contrarre un cancro della cavità orale nelle donne, indipendentemente dalle loro abitudini di fumo o consumo di alcol.
Lo studio
Lo ha messo in risalto un recente studio pubblicato su JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery, condotto dal gruppo di Brittany Barber, dell’Università di Washington a Seattle. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 162mila donne per un periodo di 30 anni. I risultati ottenuti sono, a dir poco, impressionanti: le donne che consumavano una o più bevande zuccherate al giorno presentavano un rischio quasi 5 volte maggiore di sviluppare cancro orale rispetto a quelle che ne consumavano meno di una al mese. Il rischio è elevato sia per i tumori della lingua che per altri punti della cavità orale, con un aumento stimato di circa 3 casi ogni 100mila abitanti.
Il cancro orale è comunque relativamente raro con circa 350mila casi l’anno nel mondo, ma si tratta di una neoplasia particolarmente aggressiva. Nonostante le raccomandazioni dell’Oms che consigliano di limitare gli zuccheri aggiunti nella dieta al 5% dell’introito calorico totale, il consumo rimane eccessivo nei Paesi industrializzati. L’ipotesi dei ricercatori è che gli zuccheri possano contribuire a un’infiammazione cronica che è un fattore di rischio riconosciuto per lo sviluppo di cancro, in particolare quando lo zucchero è derivato da sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.
Il parere del dottor Franco Berrino
“Un’elevata assunzione di bevande zuccherate era già stata associata a vari tumori gastrointestinali, ma non a quelli del cavo orale. Ad oggi non c’era nessun sospetto che le bevande zuccherate facessero aumentare così tanto i tumori della bocca. Sappiamo per certo che contribuiscono a sviluppare alcuni tumori perché aumentano la glicemia, un fattore di rischio tumorale – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Franco Berrino, epidemiologo e già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto tumori di Milano -. Gli stessi autori di questo importantissimo studio avevano mostrato anni fa che il tumore della mammella aumentava del 30% in chi consumava più di 2 bevande zuccherate al giorno e del 20% in chi ne consumava 1-2. In questo caso sorprende, se i dati saranno confermati, che il consumo di una o più bevande zuccherate al giorno è più pericoloso di uno-due bicchieri di vino al giorno. Di fatto, grandi studi prospettici condotti su centinaia di migliaia di persone hanno dimostrato che il consumo di queste bevande aumenta la mortalità del 10%, a parità di consumo di fumo, alcol e svolgimento di attività fisica. Lo stesso rischio del 10% è valido anche per le bevande ‘zero zuccheri’”.
Quanti bambini ne bevono in Italia. Considerando le abitudini in Italia, è così facile arrivare a questi consumi di bevande zuccherate?
“La metà dei bambini italiani beve queste bevande tutti i giorni! È un dato drammatico”.
In questo dato sono compresi anche i succhi di frutta?
“I succhi di frutta zuccherati aumentano il rischio di mortalità e di cancro. Non si salvano nemmeno, seppur in misura meno grave, i succhi di frutta 100%, senza aggiunta di zuccheri. Questi ultimi prodotti provengono da succhi concentrati di frutta spesso provenienti da Paesi lontani, come il Brasile. Vengono poi diluiti subendo in questa trasformazione una perdita importante di preziosi nutrienti e sostanze protettive. Con questo non voglio dire che non si debbano bere mai, un consumo saltuario è consentito. Mentre andrebbero abolite le bevande zuccherate”.
Una tassa per lo zucchero
A questo proposito, recentemente lei è stato artefice di un’iniziativa che ha visto coinvolti alcuni parlamentari per presentare un disegno di legge per la prevenzione dell’obesità infantile in Italia. “Ho aiutato un gruppo di ragazzi di un’associazione – Intensive 21 – a presentare al Parlamento una proposta di tassazione dello zucchero. Sappiamo che è un’impresa quasi impossibile, ma vale la pena tentare”.
In particolare, che cosa chiedete?
“Quello di tassare le aziende in base alla percentuale di zucchero aggiunti nei loro prodotti; non solo quindi bevande, ma altri generi alimentari. L’obiettivo minimo è quello di spingere l’industria alimentare a utilizzare meno zucchero. Sarebbe già un grandissimo vantaggio per la salute della popolazione, in particolare dei bambini”.
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