Una Serie A con troppa voglia di vacanza
- Postato il 5 maggio 2025
- Di Il Foglio
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Una Serie A con troppa voglia di vacanza
Sarà che i primi caldi impigriscono; sarà che è fine campionato e le gambe pesano il doppio un po’ a tutti; o sarà che maggio è mese ciclistico, quello del Giro d’Italia, fatto sta che la trentacinquesima giornata di Serie A è in lizza per vincere il premio della giornata meno divertente e peggio giocata di tutta la stagione calcistica 2024-2025. Perché per un’Atalanta che batte tanto a poco un Monza che è già in Serie B e che senza Silvio Berlusconi rischia di finire in C se non trova una nuova proprietà, il resto è stato un collage di poche idee e confuse, di partite stanche che se duravano 45 minuti era meglio. Pure le due squadre che si contendono lo scudetto hanno preferito fare poco o niente per vincere: il Napoli ha battuto 0-1 il Lecce grazie a una punizione di Giacomo Raspadori, le riserve dell’Inter 1-0 l’Hellas Verona grazie al rigore di Kristjan Asllani.
Ocio però che c’è ancora uno scudetto da assegnare, con il Napoli che ha tre punti in più dell'Inter che pensa alla Champions League dopo aver capito che quello che volevano i giornalisti, il triplete, era cosa impossibile con una rosa fatta di veterani un po’ troppo esperti e giovani un po’ troppo grezzi. Pure i tifosi avevano capito che vincere tutto era impossibile e che vincere niente era molto più probabile. Simone Inzaghi proverà a conquistare l’Europa perché a volte ciò che sembra irrealizzabile trova il modo di realizzarsi e perché quando Antonio Conte fa di tutto per complicare le cose in società poi se ne esce con un campionato in bacheca.
Pure la rincorsa per l’ultimo posto utile per qualificarsi in Champions League non è che offra granché di emozionante. Tanto che lo scenario più credibile è che nell’Europa più ricca non ci finirà la squadra più talentuosa ma quella che sa gestire meglio le forze e ha più paura di deludere l’allenatore. Quindi la Roma. Juventus, Roma e Lazio hanno 63 punti, il Bologna 62. Di queste quattro una andrà in Champions League, una (o due) in Europa League, una in Conference League e una potrebbe rimanere senza niente a pensare a quanto possa essere crudele il calcio. Ocio però che di crudele nel calcio non c’è niente, è solo un sommarsi di punti lungo dieci mesi. E dieci mesi sono lunghi, parecchio lunghi, troppo lunghi. E mica per lo sforzo eh. Sono lunghi nei ricordi di tutte le partite di poco o nullo interesse che si sarebbero potute benissimo non giocare se ci fossero due o quattro squadre in meno in Serie A. E non è questione di calcio spettacolo sia chiaro, qui nessuno lo brama, ma soltanto di voglia di lottare per qualcosa.
Tipo la retrocessione. A fine stagione in Serie A rimarrà una tra Empoli, Lecce e Venezia. Da gennaio a ieri l’Empoli ha raccolto sei punti, sei pareggi; il Lecce undici, due vittorie e cinque pareggi; il Venezia tredici, una sola vittoria e un sacco di pareggi. Una corsa a chi va più piano. Ocio però che tutto questo sembra non interessare. Figc e Lega Serie A ora vanno d’accordo, il calcio italiano sembra non avere problemi, evviva, evviva, evviva.
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