Unione Europea, il malcontento corre sui social: 3 post su 4 sono negativi

  • Postato il 23 luglio 2025
  • Di Panorama
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Nel 2025, la sfiducia degli italiani verso l’Unione Europea è cresciuta costantemente, trasformandosi in un vero e proprio fronte di protesta digitale. Lo rivela un’analisi di Socialcom condotta su oltre 9,5 milioni di contenuti online: il 75% esprime posizioni critiche, generando più di 250 milioni di interazioni sui principali canali social e digitali.

Il malcontento si è fatto strada inizialmente attorno ai temi del Green Deal e del riarmo europeo (il piano ReArmUE), per poi esplodere su questioni più concrete e percepite come vicine alla vita quotidiana: agricoltura, tasse, accise, sovranità nazionale.

Agricoltura, carbon tax e accise: il triangolo del malumore

A infiammare il dibattito sono soprattutto le politiche agricole europee, oggetto di proteste continue per tutto il primo semestre del 2025, culminate a luglio con lo scontro sulla riforma della PAC (Politica Agricola Comune) e la minaccia di nuovi tagli ai sussidi.

Ma sono le politiche fiscali ambientali ad aver acuito ulteriormente il malessere: tra il 19 giugno e il 18 luglio, le reazioni a quattro proposte di nuove tasse (emissioni, grandi aziende, rifiuti elettronici, tabacco) hanno generato oltre 10mila contenuti e 223mila interazioni.

Particolarmente esplosiva è stata la proposta di aumento delle accise sul tabacco, che da sola ha raccolto 5.700 conversazioni e oltre 86.000 interazioni, con un sentiment negativo nel 95% dei casi. A colpire è la percezione di una misura invasiva e punitiva, che intacca direttamente le abitudini quotidiane dei cittadini.

Le politiche green? Molto presenti, poco coinvolgenti

Nonostante l’ampia visibilità nei canali istituzionali (548mila post tracciati), le politiche ambientali dell’UE non riescono a generare consenso né partecipazione attiva. A livello di engagement, restano sotto il livello di temi più “caldi” come immigrazione, dazi e tasse.

In particolare, il piano ReArmUE ha rappresentato un momento di picco nella polemica anti-Bruxelles, complice anche il ruolo isolato di Giorgia Meloni: la premier italiana è stata l’unico capo di governo europeo presente all’insediamento di Donald Trump, altro evento ad alta densità emotiva nei commenti social.

Sovranità nazionale e distanza emotiva

Un tema trasversale che unisce molte delle critiche è la difesa della sovranità nazionale. I post che parlano di Bruxelles come minaccia all’autonomia dei governi nazionali sono tra i più apprezzati in rete, con una media di oltre 1000 interazioni per contenuto.

La distanza tra le priorità europee e le preoccupazioni degli italiani emerge con chiarezza nella conversazione online, dominata da critiche, allarmi e sarcasmo” – osserva Luca Ferlaino, presidente di Socialcom. “Il malcontento esplode su temi che toccano la quotidianità, come l’agricoltura e il tabacco. Serve un cambio di passo nel modo in cui l’Europa comunica, ascolta e rappresenta i cittadini”.

Dove si parla di Europa: meno Twitter, più Facebook e Instagram

Il canale più prolifico in termini di produzione di contenuti resta Twitter/X (65%), seguito da blog e web news (28%). Ma è su Facebook e Instagram che si concentra la maggior parte delle interazioni (oltre il 70%). In altre parole, il dissenso verso l’Europa si esprime più con immagini, video e commenti visivi che con post testuali o articoli.

Nonostante il ruolo centrale nella narrazione pubblica, Twitter raccoglie solo l’11% dell’engagement totale, segno che la partecipazione emotiva e virale si gioca altrove.

Autore
Panorama

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