Urbanistica Milano, continua l’inchiesta e Sala va in tribunale. La vicesindaco Scavuzzo: «Servono nuove regole»

  • Postato il 26 agosto 2025
  • Di Panorama
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Niente più domiciliari per il patron di Coima, Manfredi Catella, e l’ex assessore Giancarlo Tancredi, eppure l’indagine sull’urbanistica milanese non ha perso forza, segno che il fronte giudiziario resta aperto e tutt’altro che indebolito. A dimostrarlo c’è il fatto che il sindaco Beppe Sala, già a settembre, dovrà presentarsi in tribunale come potenziale testimone nel processo su Torre Milano in via Stresa, una delle operazioni più discusse, che vede tra gli imputati l’architetto Giovanni Oggioni, ex vicepresidente della Commissione paesaggio. Potrebbe essere un segnale forte, se verrà accolto tra le testimonianze: il primo cittadino chiamato a raccontare come funziona la macchina urbanistica del Comune proprio mentre le regole che hanno reso possibile quel modello vengono riscritte una dopo l’altra.

Chi pensa che l’indagine sia ormai indebolita, infatti, guarda solo alla superficie. Basta scorrere la sequenza degli atti amministrativi per accorgersi che la giunta, in poco più di un anno, ha cambiato più volte le procedure urbanistiche. Nel febbraio 2024, dopo le prime avvisaglie delle inchieste su piazza Aspromonte, sono arrivate le prime linee di indirizzo, seguite da disposizioni interne per uniformare il lavoro degli uffici. Nel maggio 2025 è stata approvata una nuova delibera che ridisegna l’istruttoria dei titoli edilizi, in attesa della variante generale al Pgt. Subito dopo è stata la volta della Commissione paesaggio, con il regolamento aggiornato, le dimissioni dei membri e la nomina di un nuovo organismo. Tutto questo basterebbe a spiegare che l’inchiesta si è fatta sentire su Palazzo Marino. Non solo. Dopo la raffica di provvedimenti, il vicesindaco Anna Scavuzzo (con delega all’Urbanistica), ieri al Corriere ha ammesso che «servono nuove regole». E per di più ha parlato anche della creazione di un nuovo comitato e di un possibile rimpasto, che potrebbe creare nuove frizioni nella maggioranza.

Del resto negli ultimi mesi anche i tribunali hanno fissato paletti importanti. La Cassazione ha confermato il sequestro delle Residenze Lac al Parco delle Cave, stabilendo che per edifici oltre i 25 metri non è sufficiente una Scia, ma occorre un piano attuativo. Il Tar Lombardia ha respinto il ricorso della Tenkai Real Estate, che voleva qualificare come semplice «ristrutturazione» la demolizione di un edificio di due piani per ricostruirne uno di cinque. Due decisioni che consolidano la linea della Procura, smentendo la narrazione di un’inchiesta ormai inoffensiva. E poi ci sono le persone. Quattro, forse cinquemila famiglie vivono sospese: acquirenti che hanno versato caparre, acceso mutui e oggi si ritrovano con appartamenti sotto sequestro o cantieri fermi. Sono i «dimenticati» della vicenda, quelli che ogni giorno scrivono al Comune per chiedere tempi certi e che rischiano di pagare sulla propria pelle il prezzo delle opacità amministrative del passato.

Per Sala l’autunno sarà complicato su più fronti. A Palazzo Marino lo attende il dibattito sulla variante al Pgt e la necessità di consolidare in Consiglio la stretta urbanistica. Su San Siro incombe la delibera di vendita ai club, rinviata a metà settembre, con la scadenza per il vincolo sul secondo anello e con una maggioranza divisa. La trattativa sul prezzo, abbassato rispetto alle stime iniziali per tener conto delle bonifiche, rischia di aprire nuove fratture.

Il Piano Casa, che promette 10.000 alloggi a canone calmierato (6.500 solo a Milano), è l’altra grande scommessa. E poi ci sono le Olimpiadi invernali, con i riflettori internazionali pronti ad accendersi su una città che corre contro il tempo. Alcune opere non saranno completate in tempo, altre rischiano collaudi affrettati. Il pericolo è un danno d’immagine, oltre che economico.

A ciò si aggiunge un clima politico già surriscaldato: lo sgombero del Leoncavallo ha lasciato strascichi, le divisioni in maggioranza sono emerse con forza anche in vista dell’assegnazione di un nuovo spazio in via San Dionigi, e nuovi esposti continuano ad arrivare in Procura per segnalare torri e cantieri autorizzati con scorciatoie edilizie.

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Panorama

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