Ursula von der Leyen recidiva: da ministra della Difesa sms cancellati dal telefono di lavoro
- Postato il 14 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La questione era emersa nel 2019, durante il lavoro della Commissione d’inchiesta tedesca – durato un anno e mezzo – che indagava sulle presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti della Difesa quando Ursula von der Leyen, attuale presidente della Commissione Ue, era ministra. Un incarico che ha ricoperto dal 17 dicembre 2013 al 17 luglio 2019. In quel caso erano stati cancellati gli sms dal suo telefono di lavoro. Anzi, da due cellulari: quei messaggi però, secondo la valutazione della stessa commissione, avrebbero potuto fornire informazioni cruciali nell’ambito dell’indagine relativa ad appalti assegnati illegalmente a consulenti esterni – in particolare ad Accenture e McKinsey. E capire se von der Leyen in tutto questo c’entrasse qualcosa. Nel 2019, al termine della commissione d’inchiesta, il deputato dell’opposizione Tobias Lindner ha presentato una denuncia penale contro von der Leyen per sospetto di deliberata distruzione di prove rilevanti per il caso in questione. Nel passato della presidente della Commissione Ue emerge dunque un altro caso in cui i suoi sms sono stati attenzionati perché veicolo di presunte irregolarità, oltre a quello relativo alla decisione della Corte Ue, che ha giudicato “illegittimo” il divieto di von der Leyen all’accesso agli sms tra il 2021 e il 2022 con l’ad dell’azienda Pfizer. Una richiesta proveniente da un reporter in merito alle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa.
La ricostruzione del caso al Ministero della Difesa – Secondo quanto emerso dal rapporto presentato dal dicastero nel 2019, “i messaggi provenienti dal telefono aziendale Blackberry di von der Leyen sarebbero stati cancellati nell’agosto 2019 a causa della disattenzione di un impiegato. La stessa von der Leyen ha distrutto tutti i messaggi su un secondo telefono”. Non c’è chiarezza però sul processo di eliminazione dei dati. A gennaio 2019 von der Leyen aveva ricevuto un secondo telefono crittografato a seguito di una fuga di dati – inclusa la pubblicazione del suo numero – su Internet. In un primo momento, però, aveva conservato il vecchio telefono, senza spiegarne i motivi, e la Sim era attivata. Probabilmente voleva verificare l’arrivo di altri eventuali messaggi. Ad agosto 2019 però “un autista del ministero – si legge su Der Spiegel– recuperò il vecchio cellulare di lavoro di von der Leyen dalla sua residenza privata. Contrariamente alle attuali normative, che ne impongono la cancellazione davanti all’utente, è stato portato al Ministero. Ma pare che nessuno lì abbia pensato alla questione del consulente e alla discussione di pubblico dominio sull’sms del ministro. Invece, i dati presenti sul dispositivo sono stati cancellati”. Dunque, aveva spiegato il ministero, il funzionario responsabile non aveva considerato che i messaggi potessero essere rilevanti per il lavoro della commissione: e così “trattò il telefono dell’ex comandante della Bundeswehr come qualsiasi altro dispositivo ufficiale in casa, cancellò i dati e lo restituì alla società che lo gestiva per la distruzione”. E del secondo dispositivo è stata la stessa von der Leyen a cancellare tutti i messaggi.
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