US Open, Musetti e Paolini confidano nei campi più lenti. Per Lorenzo allenamenti top con Alcaraz e Draper

  • Postato il 23 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Di tutti gli slam affrontati in carriera, ce n’è uno che a Lorenzo Musetti è sempre rimasto un po’ indigesto. Perché New York evoca sogni meravigliosi un po’ per tutti gli abitanti del pianeta terra, ma forse meno per il 23enne allievo di Tartarini, chiamato a invertire un trend estivo che sin qui s’è rivelato abbastanza povero di spunti e di buone sensazioni, tolta la finale in doppio conquistata e persa con Sonego a Cincinnati.

Musetti si allena con i migliori: “Sento di aver alzato il livello”

Flushing Meadows, assieme a Melbourne, è l’unico slam che non ha mai visto approdare Musetti alla seconda settimana, e tantomeno vincere più di due partite di fila. Questione anche di attitudini: Lorenzo non è propriamente un mago del cemento e la superficie è quella che ama di meno. Le eliminazioni precoci a Washington, Toronto e Cincinnati, insomma, non sembrano aver stupito poi nessuno. “Però da quando sono arrivato a New York ho cercato di sfruttare al meglio il tempo a disposizione per adattarmi a queste caratteristiche”, ha spiegato a poche ore dal debutto contro il francese Giovanni Mpetshi Perricard.

“Mi sono allenato con Alcaraz, Draper e Rune, e quando hai la possibilità di lavorare con i migliori interpreti al mondo finisci sempre per apprendere qualcosa di importante. Credo che queste sedute mi abbiano permesso di alzare il mio livello di gioco e la cosa mi lascia ben sperare in vista del torneo”, ha aggiunto Muso, apparso sereno e convinto dei propri mezzi.

“Ho trovato anche condizioni differenti rispetto ai tre precedenti tornei che ho disputato. Qui i campi sono più lenti, il che per le mie caratteristiche è un toccasana. Per questo sono fiducioso: se avrò modo di tenere di più lo scambio, so perfettamente che potrò trarne un vantaggio non da poco”.

“Allenare la testa è la cosa più difficile che ci sia”

Per provare a restare nella top ten mondiale c’è bisogno di invertire in fretta la rotta dopo un’estate sin qui deficitaria, specie sul cemento (1-3 il bilancio dei 4 match disputati nell’ultimo mese). “Purtroppo quando mi sono infortunato nella semifinale del Roland Garros contro Alcaraz ammetto di aver subito un po’ il contraccolpo a livello psicologico, perché avevo raggiunto un livello di autostima veramente alto e quello stop mi ha quasi obbligato a resettare tutto.

A Wimbledon avrei voluto giocarmi le mie carte in modo differente, ma la condizione era quella che era e a quel punto, dopo l’eliminazione al primo turno, è subentrata un po’ di sfiducia. La testa è la cosa più difficile da allenare, ma adesso mi sento bene e voglio cercare di riprendermi qualcosa in queste due settimane a NY”.

Almeno però in doppio le cose hanno preso una piega differente: “Con Sonego ci divertiamo spesso a giocare e a Cincinnati abbiamo preso fiducia. Tra l’altro giocare in dubbio aiuta molto anche nel movimento di servizio-risposta in singolare, quindi l’idea è quella di proseguire ancora a giocare assieme a Sonny per regalarci altre belle soddisfazioni e sfruttare quel lavoro per migliorare in singolare. Dovremo centellinare gli impegni, ma intendiamo proseguire senza indugio. Qualcuno peraltro ci ha proposto per la Davis, ma Bolelli e Vavassori sono di gran lunga i migliori doppisti che abbiamo…”.

Anche a Paolini l’aria di NY fa bene: “Sensazioni molto buone”

I campi più lenti di Flushing Meadows potranno correre in aiuto anche di Jasmine Paolini, reduce a sua volta da un’estate un po’ ondivaga. E la rinuncia al doppio misto era parsa anche una sorta di “sgarbo” voluto fare agli organizzatori, lei che con Sara Errani forma una delle coppie migliori del circuito.

“Se non fossi andata in finale a Cincinnati magari avrei giocato con Musetti come da programma, ma avendo meno di 24 ore di tempo per recuperare mi è sembrato giusto evitare di sovraccaricare gli impegni. A me il doppio piace, la formula del nuovo misto ha comunque il suo perché, ma spero ci saranno altre occasioni in futuro per poterlo giocare”.

NY per Jas rappresenta un punto di snodo cruciale: Qui i campi sono più lenti, le palline diverse da quelle che di solito troviamo negli altri tornei, ma le condizioni mi piacciono e mi sto adattando rapidamente alla situazione. Personalmente mi ritengo fortunata ad avere queste opportunità di confrontarmi con tornei così belli e affascinanti: anche nei momenti difficili faccio sempre in modo di ricordarmene”.

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Virgilio.it

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