USA sospendono l’invio di armi a Kiev: scorte di munizioni in calo
- Postato il 2 luglio 2025
- Di Panorama
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Il Pentagono ha sospeso l’invio di alcuni armamenti all’Ucraina: si tratta, in particolare, di missili di difesa aerea e di munizioni di precisione. “Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi dell’America, in seguito a una revisione del Dipartimento della Difesa del supporto militare e dell’assistenza forniti dal nostro Paese ad altri Paesi in tutto il mondo”, ha dichiarato la Casa Bianca. “Il Dipartimento della Difesa continua a offrire al presidente solide opzioni per continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina, in linea con il suo obiettivo di porre fine a questa tragica guerra”, ha inoltre affermato il sottosegretario alla Difesa Elbridge Colby, per poi aggiungere: “Allo stesso tempo, il Dipartimento sta esaminando e adattando rigorosamente il proprio approccio per raggiungere questo obiettivo, preservando contemporaneamente la prontezza delle forze armate statunitensi per le priorità di difesa dell’amministrazione”.
Dal canto suo, un funzionario statunitense ha fatto sapere alla Cbs che la decisione di sospendere l’invio delle munizioni è dovuta al “timore che le scorte militari statunitensi possano diminuire troppo”. “Le munizioni e le altre armi potrebbero essere trattenute fino al completamento della valutazione”, hanno riferito altri due funzionari a Nbc News. Politico ha inoltre riportato che il Pentagono temerebbe di aver utilizzato troppe munizioni sia per Kiev che per la difesa aerea nello Yemen. Ricordiamo anche che Colby sostiene da anni che, più che sull’Europa e sulla crisi ucraina, gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sulla competizione con la Cina nell’Indo-pacifico. Tutto questo, mentre, poche ore fa, il ministero degli Esteri ucraino ha dichiarato che “qualsiasi ritardo o esitazione nel sostenere le capacità di difesa dell’Ucraina non farà altro che incoraggiare la Russia a proseguire con la guerra e il terrore, anziché perseguire la pace”.
La mossa dell’amministrazione americana è arrivata dopo che, la scorsa settimana, Donald Trump, a margine del vertice Nato dell’Aia, si era detto possibilista sull’invio di ulteriori sistemi di difesa Patriot all’Ucraina. “Vedremo se possiamo renderne disponibili alcuni. Sì, sono molto difficili da ottenere. Ne abbiamo bisogno anche noi. Li stiamo fornendo a Israele e sono molto efficaci: efficaci al 100%”, aveva dichiarato.
Insomma, sembrerebbe che la questione delle scarse scorte di munizioni vada a intersecarsi con un parziale tentativo di riorientamento della politica estera statunitense. Il che, sebbene Mosca abbia accolto positivamente la notizia della sospensione, non significa necessariamente l’abbandono dell’Ucraina da parte degli Stati Uniti (come accennato, la scorsa settimana, Trump non aveva escluso l’invio di missili Patriot a Kiev e con Volodymyr Zelensky aveva anche discusso della possibilità di produrre congiuntamente dei droni). Significa tuttavia che Washington conferma un crescente interesse geopolitico per aree lontane dal Vecchio Continente.