Vaccini, esperti e retromarce: il pasticcio del ministro Schillaci che imbarazza l’Italia

  • Postato il 3 settembre 2025
  • Di Panorama
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Il problema non è vax o no vax. Il problema non sono i vaccini. Il problema non è nemmeno tanto la scienza che dovrebbe essere luogo di confronto e non di censure, di dialogo e non di roghi, anche se questa in effetti non è una questione da poco. Il problema non sono i titoli accademici degli esclusi, i nomi dei firmatari che li hanno contestati, pensiero mainstream contro pensiero divergente.

Il problema non è nemmeno il fatto piuttosto surreale che una commissione scientifica composta da ventidue persone abbia timore delle opinioni (quali esse siano) di due persone. O meglio, tutti questi sono problemi di cui è giusto discutere, ma che scompaiono di fronte a una questione più grande ancora. Una questione che non riguarda solo la scienza, il Covid e le risse tra esperti. Riguarda la dignità di un Paese e delle sue istituzioni.

La nomina contestata

La vicenda è piuttosto nota. Il 5 agosto il ministro della Salute Orazio Schillaci nomina ventidue membri della commissione consultiva sui vaccini (Nitag). Fra questi ci sono due studiosi che non piacciono alla gente che piace.

Uno è il chirurgo Paolo Bellavite, 73 anni, specializzato in ematologia, con master in Inghilterra, curriculum ricchissimo, trent’anni da docente all’Università statale di Verona, oltre 300 pubblicazioni e un h-index che lo ha fatto a lungo risultare tra i primi dieci scienziati italiani.

L’altro è Eugenio Serravalle, 69 anni, pediatra toscano, autore di libri e specializzato in pediatria preventiva, puericultura e patologia neonatale. La loro colpa? Aver espresso, durante la pandemia, opinioni sui vaccini Covid non proprio in linea con la deificazione dei medesimi.

Insomma, eretici della religione Pfizer.

La rivolta dei vaccinisti

Tanto è bastato per scatenare l’ira funesta dei sacerdoti vaccinisti. Si sono schierati tutti: l’Ordine dei medici, le virostar Bassetti-Bassotti-Boriosi-Burioni, i burocrati più allineati, la società d’igiene e financo il Nobel Giorgio Parisi, promotore di una raccolta firme per ottenere la destituzione dei due reprobi.

Come sempre, singolare vedere scienziati che, in nome della scienza, chiedono il rogo per chi dissente. Una dinamica che ricorda più l’Inquisizione che un dibattito accademico.

La retromarcia del ministro

Ma il punto non è tanto questo. È che il ministro Schillaci, di fronte alle proteste, ha fatto marcia indietro: prima ha chiesto le dimissioni dei due, poi, non avendole ottenute, ha sciolto l’intero comitato, smentendo sé stesso nel giro di pochi giorni.

Il dubbio è inevitabile: quando ha firmato il decreto di nomina, sapeva quello che faceva? Se non lo sapeva, è un irresponsabile. Se lo sapeva e si piega alla prima protesta, è un coniglio.

Può un Paese con una sanità devastata permettersi un ministro così?

La brutta figura dell’Italia

In ogni caso, la figura peggiore resta quella dell’Italia. Questa maggioranza di centrodestra si richiama spesso al rispetto delle istituzioni e all’orgoglio nazionale. Eppure, con questa vicenda, riemerge l’immagine dell’Italietta voltagabbana, paurosa e senza dignità, quella che trovò nell’8 settembre la sua dimostrazione più drammatica.

Un’Italietta che si pensava archiviata, e che invece riaffiora oggi con i tratti del Badoglio della sanità.

Autore
Panorama

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