Valbisagno, la mobilità del futuro è ancora un rebus. Nuova raccolta firme: “Bus più veloci senza tagli”
- Postato il 19 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. È ancora avvolto dalla nebbia il futuro del trasporto pubblico in Valbisagno. Dopo lo stop allo Skymetro – la metropolitana sopraelevata già finanziata dal ministero dei Trasporti con 398 milioni di euro – la giunta Salis ha messo in pausa anche il capitolo Marassi del progetto assi di forza. E mentre si attende nei prossimi giorni l’affidamento al Politecnico di Milano per lo studio che dovrà fornire una o più soluzioni progettuali per la mobilità sostenibile in vallata, il comitato che si era opposto al taglio delle linee collinari torna alla carica e lancia una nuova raccolta firme per chiedere di salvare una parte di quel disegno: una vero percorso riservato che permetta ai bus di arrivare velocemente a Brignole migliorando la qualità del servizio.
Assi di forza in Bassa Valbisagno, ora il comitato chiede corsie preferenziali
Il comitato Cittadini e residenti sconquAsse Marassi si è riunito venerdì pomeriggio al circolo Floris di Marassi per fare il punto dopo il ribaltone politico a Palazzo Tursi. Gli assi di forza erano stati un tema centrale della campagna elettorale. A marzo centinaia di abitanti avevano sfilato in corteo per opporsi alla rivoluzione voluta dalla giunta Bucci-Piciocchi: linee collinari accorpate e attestate a Marassi (37, 82, 356) se non cancellate (47), trasbordo obbligato sui nuovi filobus da 18 metri per raggiungere Brignole e la parte terminale di corso Sardegna trasformata in hub del trasporto pubblico con centinaia di parcheggi eliminati e il mercato rionale sfrattato. Una protesta cavalcata dal centrosinistra, che dopo il voto ha confermato le sue intenzioni: nessun taglio ai bus, il progetto verrà rivisto. Come? Non è ancora chiaro.

In attesa di capire cosa farà l’amministrazione, i cittadini proseguono la mobilitazione e spronano la giunta Salis. “Chiediamo che vengano istituite corsie preferenziali in corso Sardegna con semafori sincronizzati per le linee attuali – spiega Andrea Agostini del Circolo Nuova Ecologia, uno degli animatori delle iniziative dei mesi scorsi -. Il nostro orizzonte ideale è il tram, però costa 30 milioni al chilometri e ha tempi più lunghi. Nel frattempo, con questa soluzione si otterrebbe un notevole risparmio sui tempi di percorrenza e si potrebbero aumentare le frequenze a parità di spesa. È una risposta immediata che il Comune può dare a costo zero”. Nelle prossime settimane verranno allestiti nuovi banchetti nei quartieri per dare gambe alla petizione.
Al posto del capolinea in prossimità di piazza Galileo Ferraris, osteggiato dai residenti anche per la vicinanza alla scuola Papa Giovanni XXIII, il comitato propone di creare una mega rotatoria all’incrocio tra corso Sardegna, via Fereggiano e corso De Stefanis per consentire ai filobus dell’asse di forza di invertire la direzione di marcia. Rimarrebbe il problema del capolinea, che potrebbe essere ricavato all’inizio di corso Sardegna. La stessa corsia preferenziale (che esiste già, ma solo in direzione mare e nell’ora di punta mattutina) non sarebbe di facile attuazione senza modificare l’assetto della viabilità e dei parcheggi. Altre associazioni hanno proposto di dirottare la linea centrale su piazza Tommaseo o su piazzale Parenzo.

Dopo lo Skymetro: in arrivo l’affidamento al Politecnico di Milano
Ben più complesso il dossier che riguarda l’asse principale della Valbisagno, lungo il torrente fino a Molassana e Prato. Lo Skymetro è ormai fuori discussione, tuttavia in un recente chiarimento del ministero dei Trasporti si legge che il Comune di Genova “non ha formalmente comunicato la volontà di non procedere con la realizzazione dell’intervento“. Né risultano ad oggi atti formali per chiudere la conferenza dei servizi, rimasta di fatto congelata in attesa di soddisfare le prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Prescrizioni che la giunta Salis ritiene comunque impossibili da rispettare nei tempi imposti da Roma (atto vincolante firmato entro il 31 dicembre). Il finanziamento da 398 milioni, insomma, decadrà da sé per semplice sforamento dei termini.
Il 25 settembre la giunta ha approvato una delibera in cui si dà mandato alla direzione Mobilità di affidare un incarico per “avviare uno studio sulla mobilità nella Val Bisagno, con l’obiettivo di analizzare criticità e opportunità del sistema attuale, sviluppare scenari progettuali innovativi per ridurre la congestione e migliorare la sostenibilità, valutare le ricadute delle soluzioni proposte sulla domanda e sull’offerta complessiva di trasporto”. A realizzarlo, come aveva anticipato la sindaca Salis, sarà il team coordinato dal professor Pierluigi Coppola del Politecnico di Milano. Non vengono indicate cifre, anche se l’assessore Emilio Robotti aveva parlato di 85mila euro più Iva. Il provvedimento arriverà “nei prossimi giorni“, assicura oggi l’assessore. La primavera 2026 è l’obiettivo dichiarato dall’amministrazione per avere in mano un’ipotesi progettuale con cui partecipare ai prossimi bandi del Mit.
Le alternative per la Valbisagno: bus, tram e metropolitana
L’idea di partenza, alquanto spinosa in termini di reazioni sul territorio, era il potenziamento dell’asse di forza della Valbisagno tornando allo spirito originario del progetto: corsie riservate ovunque possibile per avere bus veloci e puntuali, anche a costo di cancellare parcheggi o istituire zone a traffico limitato. Una soluzione di breve termine per migliorare subito il trasporto pubblico in un settore della città che continua a soffrire le storiche carenze infrastrutturali. Ma residenti e commercianti sono già sul piede di guerra, spalleggiati dall’ex maggioranza di centrodestra, oggi all’opposizione sia in Comune sia in Municipio.
In attesa del verdetto degli esperti del Politecnico, sul tavolo restano diverse alternative. C’è chi continua a proporre il tram, magari allargando la sede stradale con nuovi argini sul Bisagno approfittando della messa in sicurezza post scolmatore. C’è l’idea di una metropolitana sotterranea nelle viscere di San Fruttuoso o Marassi: il Comune l’ha portata a Roma cercando di salvare i fondi destinati allo Skymetro, ma la risposta è stata nettamente negativa. In ogni caso bisognerà attendere la prossima chiamata ministeriale, fermo restando che “non esistono 398 milioni bloccati o riservati esclusivamente a Genova per altri sistemi di trasporto di massa“, ha precisato ancora il Mit.
Ma il problema più urgente è la crisi Amt
Ragionamenti che rischiano di finire fagocitati dalla crisi di Amt, ad oggi senza dubbio la grana più complicata per la giunta Salis. In attesa del piano di rilancio, i tempi di vacche magre dureranno ancora diversi mesi: 158 milioni di debiti verso banche e fornitori, autisti e bus mancanti (causa blocco delle assunzioni e pezzi di ricambio che non arrivano più), 42 milioni necessari da qui a marzo solo per pagare stipendi e contributi.
Anche le istanze dei cittadini di Marassi e Quezzi rischiano di schiantarsi contro i necessari tagli al servizio che da novembre dovrebbero finire nero su bianco. Del resto il progetto assi di forza serviva anche a questo: meno sovrapposizioni, meno chilometri percorsi dai bus collinari, meno costi per l’azienda e rinnovo della flotta pagato dallo Stato. Intanto 39 nuovi filobus Solaris giacciono sempre inutilizzati a Campi e i cantieri per estendere la filovia a levante e ponente non sono nemmeno partiti.